Mazzi di fiori semplici, tulipani e narcisi, comprati nelle catene dei supermercati “Sainsbury’s” e “Tesco”, a testimoniare la lunga storia d’amore dei sudditi per la famiglia reale. Lasciati, sfidando le regole Covid, e anche la stessa richiesta di Buckingham Palace di fare donazioni alle associazioni preferite dal principe Filippo e di firmare un libro di condoglianze online invece di presentarsi di persona ai cancelli di Buckingham Palace e di Windsor Castle. Il lutto di Elisabetta II, che compirà novantacinque anni appena quattro giorni dopo il funerale dell’amatissimo marito, si è comunicato al resto del Paese. Una tristezza profonda nelle lacrime represse della commentatrice della Bbc che, per prima, ha dato l’annuncio della scomparsa del principe. Nel silenzio nel quale si è fermato il Parlamento interrotto solo dai colpi di cannone della Marita britannica.
Anche papa Francesco ha inviato un telegramma, attraverso il suo segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, alla regina, del cui consorte ha ricordato «la devozione al matrimonio e alla famiglia, il primato nel servizio pubblico e l’impegno per l’educazione e la promozione delle generazioni future». «In questo momento di tristezza e di perdita, prego per il riposo dell’anima del Principe Filippo, marito fedele e leale di Sua Maestà la Regina. Prego per la Regina e tutta la famiglia reale», ha scritto il primate cattolico di Inghilterra e Galles cardinale Vincent Nichols. Di “servizio” come parola chiave per capire la personalità del marito della regina Elisabetta ha parlato anche il primate anglicano Justin Welby. «Accantonare i tuoi diritti e interessi per servire altri è sempre difficile, ma la vita del duca di Edimburgo ci ricorda quanto è possibile ottenere quando dedichiamo la nostra vita a cause più grandi di noi stessi», ha detto l’arcivescovo di Canterbury. A mezz’asta, oltre che in tutta la Gran Bretagna, sono, fino al giorno del funerale, sabato prossimo 17 aprile, le bandiere di tutti i cinquantaquattro Paesi del Commonwealth, dal ponte sul porto di Sydney, in Australia, all’università di Toronto in Canada.
Fino alle 16 il corpo del marito della Regina Elisabetta II riposerà nella piccolissima cappella privata della sovrana nel castello di Windsor quando verrà poi trasferito nella più ampia cappella di san Giorgio su una Land Rover progettata, in parte, dallo stesso duca. La processione, guidata da alcuni Granatieri Reali, le famose guardie con la giacca rossa e il pesantissimo colbacco, sarà accompagnata da soldati dei “Royal Marines” e di altri reggimenti dell’esercito britannico. Tutto il Paese si fermerà per un minuto. Il feretro verrà poi accolto nella volta e sarà spostato nel coro nord, dove già si trovano i genitori e la sorella della Regina. «Siamo attaccatissimi al duca e siamo venuti per dimostrarlo», ha dichiarato alla Bbc il dottor Qusai Arsiwala che ha portato le figlie Mariya e Ruqaiya, sei e quattro anni, a Windsor a deporre un mazzo di fiori. «Era mio dovere essere qui», ha spiegato il colonnello in pensione Paul Taylor al quale il principe Filippo ha consegnato un’onoreficenza negli anni settanta, «L’ho fatto per i miei genitori. Sono venuti per la Regina madre ma adesso sono troppo anziani e voglio che siano orgogliosi di me».
A centinaia i sudditi, pur in tempi di Covid, hanno insistito per assicurare ai reali il loro affetto in questo difficile momento. A ringraziarli, in elegante completo blu e cravatta nera, è stato il principe Carlo, il nuovo patriarca dei Windsor, dagli schermi televisivi. Tono dimesso, sguardo basso, il volto segnato dalla mancanza, l’erede al trono ha ricordato il padre, così diverso da lui, cosi fondamentale per la famiglia e per il Paese. «Sarebbe stato colpito da tanto affetto», ha detto, «Mi manca tantissimo ma mi consola vedere l’amore che cosi tanti hanno per lui», ha aggiunto. Durante il funerale, sabato prossimo, sarà l’erede al trono guiderà la fila di figli e nipoti che seguiranno la bara del principe mentre la regina arriverà nella cappella di san Giorgio da sola. Solo trenta partecipanti, esclusi i militari. Forse tutti parenti. A farsi da parte è stato il premier Boris Johnson che non parteciperà per consentire al «numero più alto possibile di famigliari di prendere parte».
Il vuoto, per Elisabetta, si farà sentire una volta terminate le esequie quando, salutati i parenti e gli amici, la sovrana si ritroverà sola nel castello di Windsor. Certo le mancheranno i momenti di intimità col marito degli ultimi mesi, uno dei pochi regali delle restrizioni Covid, che hanno portato i due a riunirsi dopo gli anni nei quali il duca in pensione non era più al suo fianco in pubblico. É stato annunciato da tempo che, morto il principe, la sovrana avrebbe diminuito gli impegni. Al suo fianco, spesso al suo posto, invece di Filippo, ci sarà il figlio Carlo. Insieme accoglieranno a Buckingham Palace, il prossimo giugno, il presidente americano Joe Biden, in occasione del G7, che si terrà in Cornovaglia dall’11 al 13 giugno. E insieme incontreranno i sudditi, Covid permettendo, durante le celebrazioni per il giubileo di platino, settant’anni di regno, il prossimo anno. Certo sarà strano vedere al posto di un principe dal tratto deciso e spesso impaziente, pronto alle battute e amante della folla, il figlio più timido e introverso dal tono di voce sempre un po’ incerto e dallo sguardo pensoso. Cosi vuole la tradizione e la corona e forse Carlo, nel suo nuovo ruolo di maschio guida degli Windsor, dimostrerà di assomigliare di più a Filippo di quanto è sembrato fino ad oggi.