Un appello per riportare al centro del dibattito il tema della deforestazione. Oltre cento tra giornalisti, esperti e attivisti ambientali hanno discusso, per tre giorni sulla «vergognosa distruzione del Pianeta attraverso gl incendi, la deforestazione, lo sfruttamento eccessivo delle risorse, l’inquinamento delle falde acquifere, la logica predatoria del profitto monetario a ogni costo». Convocati da Greenaccord, l’associazione culturale che da anni conduce una battaglia di formazione per i giornalisti su questi temi, oltre cento persone da tutto il mondo si sono confrontate sul tema "Il respiro della terra: le foreste" per il XV forum internazionale dell'informazione per la salvaguardia della natura, nella splendida cornice della cittadina toscana di San Miniato per capire quale ruolo vitale svolgono le foreste per la vita umana e per cercare di fermarne il saccheggio. «La crescita smisurata delle attività agricole, estrattive e di disboscamento dell’Amazzonia», ha spiegato il cardinale Lorenzo Baldisseri segretario generale del Sinodo dei vescovi, «ha danneggiato la ricchezza ecologica della regione e ha impoverito la realtà sociale e culturale. Per questo, quando papa Francesco convoca, per il prossimo ottobre, il Sinodo sull’Amazzonia non compie una ingerenza rispetto ai nove Stati in cui la foresta si dispiega, ma difende, ancora una volta, la vita e la dignità umana. Abbattere le foreste può mettere a rischio l’esistenza di un popolo. E non solo di chi abita quella stessa foresta, ma può stravolgere la condizioni di vita dell’intero pianeta». L'Italia ,ha ricordato la giornalista di Avvenire Stefania Falasca, «ha una grande responsabilità nella deforestazione visto che contribuisce, con l'ingente importazione di pelle, a incentivare gli allevamenti a discabito delle foreste. Basti ricordare che, nell'ultimo anno l'Italia ha importato l'intera produzione di pelle del Paraguay»,
I dati parlano chiaro: ottomila anni fa le grandi foreste ricoprivano vaste aeree del pianeta. Oggi, invece, appena un quinto di quelle aeree sopravvive. Tra il 2990 e il 2015, secondo la Fao, abbiamo perso un terzo delle foreste. Nella fascia tropicale scompare un’aerea pari a 40 campi di calcio al minuto e si estinguono 150 specie animali o vegetali. Eppure le foreste continuano a nutrire un miliardo e 200 mila persone e a fornire all’umanità ossigeno, cibo, fibre e medicine. «A preoccupare di più» ha sottolineato il presidente di Greenaccord, Alfonso Cauteruccio, «è la deforestazione nelle tre grandi aeree del modno: l’Amazzonia, il Congo e il sudest asiatico. L’Amazzonia rappresenta il 43 per cento del territorio del Sud America e fornisce il 20 per cento dell’acqua dolce non congelata dell’intero pianeta».
Già oggi viviamo gli impatti negativi della deforestazione, ma, se i Governi non prenderanno misure urgenti per contenere gli effetti della scomparsa delle foreste entro il 2050, in primis i cambiamenti climatici, gli esperti stimano che ci troveremo a dover gestire un miliardo di migranti climatici, il più grande esodo nella storia dell’uomo.