Aiutare l’Africa? Può essere un “gioco” da ragazzi oltre che una bella notizia in mezzo al pessimismo delle cose impossibili. Filip, 10 anni, spiega che può bastare un peluche: «Se lo vendi a 5 euro, si può comprare il cibo per una famiglia per tanti giorni». Per far nascere un bambino sano da madre sieropositivo servono invece 500 euro, bisogna aggiungere altri giochi, «forse tutti quelli che abbiamo raccolto nella mia scuola» dice. «Tu lo sai cos’è l’Aids, vero?», mi chiede invertendo il ruolo con il giornalista. A scanso di equivoci, mi spiega: «Una malattia bruttissima, ma in Europa ti danno le medicine anche se sei povero, in Africa muori».
A lui e ai giovani del Paese dell’Arcobaleno, il movimento di bambini e ragazzini della Comunità di Sant’Egidio, l’hanno spiegato alcuni amici più grandi che d’estate partono per andare in Africa per curare l’Aids. Grazie a quest’alleanza eurafricana, Paesi a molti sconosciuti come il Malawi, sono diventati noti nelle scuole e parrocchie che hanno aderito al “Rigiocattolo per l’Africa”, iniziativa che Sant’Egidio propone dal 1998.
Ecco gli ingredienti: ecologia, giovani e solidarietà. Continua Filip: «Abbiamo fatto il giro di tutte le classi della scuola per dire ai bambini di portare i giochi che non usavano più o che volevano dare per aiutare l’Africa». Lo interrompe Lucia, 8 anni: «Sì, ma non quelli schifosi che si erano rotti, quelli ancora belli». Il principio è semplice: non tutto ciò che non si usa più è da buttare, basta un semplice ritocco e un vecchio giocattolo può diventare un regalo ecologico e solidale. «Con le maestre», riprende Filip, «li abbiamo divisi tra giochi in scatola, peluches e quelli per bambini piccoli, e ora li venderemo». Tra trenini e puzzle, Filip e Lucia saranno a Milano, nella centralissima piazza San Carlo, sabato 13 dicembre e domenica 14 dicembre, ma i Rigiocattoli, con i bambini protagonisti tra le bancarelle, coloreranno tante città italiane ed europee, da Roma a Napoli, da Padova a Palermo, da Würzburg a Barcellona e Madrid.
L’intero ricavato finanzierà il Programma Dream, per combatte l’Aids in Africa
Come spiegheranno i bambini agli acquirenti, l’intero ricavato finanzierà il Programma Dream, con cui la Comunità di Sant’Egidio combatte l’Aids in 10 Paesi dell’Africa sub-sahariana. Iniziato quasi 13 anni fa, «Dream riafferma il diritto alle cure per tutti», spiega la Comunità, «e in particolare per i bambini africani affinché possano avere davanti a sé quella lunga vita cui vorremmo che ogni nostro bambino avesse diritto».
Tra i tanti risultati raggiunti, il progetto ha recentemente festeggiato i 26.800 bambini nati sani da madre contagiata dall’Hiv. E tanti bambini europei cresciuti con uno sguardo di simpatia verso l’Africa, consapevolezza delle diseguaglianze nel mondo ma anche della “facilità” con cui possono impegnarsi per aiutare gli altri. Insomma, hanno vissuto quella solidarietà che, come ha detto papa Francesco, «a una certa cultura sembra invece una parolaccia».
Infine, altri due segreti del Rigiocattolo: tutti possono vivere l’impegno solidale e aiutare gli altri dà dignità anche a chi vive in prima persona un forte disagio sociale. Tra i bambini del Paese dell’Arcobaleno, infatti, molti sono rom. Filip, per esempio, vive in una baracca e sa bene cosa sia la povertà. Come Georgel, rom romeno che è un veterano del Rigiocattolo e spiega: «Noi abbiamo fatto una scoperta: non bisogna mai dire “sono troppo piccolo” o “sono troppo povero”, perché chiunque può aiutare un altro più piccolo o più povero».
L’elenco dei Rigiocattoli in Italia e Europa
http://www.santegidio.org/pageID/3/langID/it/itemID/10324/Tutti_gli_appuntamenti_del_Rigiocattolo_2014.html