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domenica 23 marzo 2025
 
POLITICA
 

Il ritorno di Berlusconi (un po' stanchino)

11/03/2015  Dopo la sentenza di assoluzione piena della Cassazione l'ex Cavaliere riacquista l'agibilità politica e scende nuovamente in campo. Ma a 78 anni deve vedersela con l'ascesa di Salvini,la concorrenza di Alfano e Renzi e la balcanizzazione del partito

S’ode al centro uno squillo di tromba: è Silvio Berlusconi, che dopo aver scontato la condanna per frode fiscale presso i servizi sociali e all'indomani della sentenza di assoluzione definitiva della Cassazione sul caso Ruby, ringrazia i "magistrati coraggiosi", torna nell’agone politico e risolleva i vessilli di Arcore armato di piena agibilità politica. Per la verità qualche nube c’è ancora all’orizzonte, perché è ancora coinvolto in altri procedimenti in corso: le indagini preliminari a suo carico su una tranche del processo Tarantini sulle escort portate a Palazzo Grazioli (l’ipotesi di reato è che l'allora premier avrebbe pagato l’imprenditore pugliese tramite Lavitola) e il rinvio a giudizio sulla presunta mazzetta di tre milioni di euro al senatore Di Gregorio perché traslocasse nel Pdl. L’ex Cavaliere è anche indagato nell’ambito dell’inchiesta Ruby-ter insieme ad alcuni dei suoi legali e altre persone per corruzione in atti giudiziari.

L’assoluzione in Cassazione però gli consente un periodo di tregua giudiziaria durante la quale giocherà ancora un ruolo più incisivo sulla scena occupata da Renzi, nel periodo più nero della sua attività politica dalla discesa in campo del 1994. Gli ultimi sondaggi danno la sua creatura, Forza Italia, all’11,6 per cento, con la Lega Nord in salsa lepeniana - alleata con postfascisti e fascistoidi -  che continua a rosicchiargli voti. In politica, si sa, i successi altrui provocano immediati contraccolpi al proprio interno. E infatti Berlusconi deve vedersela con una fronda interna molto dura, quella di Raffaele Fitto, il “baco” di Forza Italia che ha da tempo lanciato un’opa ostile sulla governance del partito. C’è anche una fronda più gentile, più “affettuosa”, ma non meno insidiosa, quella dei delusi dall’abbandono del Patto del Nazareno: quella dei 17 tra colonnelli e pitonesse che gli hanno rivolto unalettera aperta, delusi dall’abbandono del Patto del Nazareno. Ma il partito è ormai balcanizzato dalle numerose correnti che spuntano come funghi di giorno in giorno, capitanate dai vari Brunetta, Verdini, Gelmini etc. Tutta gente che il 10 marzo 2015 si è alzata dal letto e ha scoperto che in Forza Italia “c’è poca democrazia interna” e osa ruggire, proponendo addirittura le primarie per il Centrodestra.

Appurato che il Patto del Nazareno – dopo il ripudio da parte di uno dei due contraenti -  ha finito per essere un Patto di Matteo Renzi con sé stesso, non resta che attendere le prossime mosse del leader di Forza Italia in vista delle regionali. Il primo problema è quale direzione politica prendere. Davanti a sé Berlusconi ha uno spazio che si chiude da destra dalla Lega e da sinistra dai vari moderati – da Alfano a Passera -  che hanno dato il via alle grandi manovre per un partito di centro in grado di succhiare quel che resta di Forza Italia. Berlusconi, come direbbe Grillo, si sente "un po' stanchino", ma venderà cara la pelle, il ruggito è quello di sempre, anche se ha 78 anni e non è più nella primavera dei suoi anni. Non dobbiamo mai dimenticare che guida pur sempre un partito-azienda dotato di una formidabile “armada” comunicativa, non a caso in pieno ribollimento, da Mediaset, alla Mondadori al Milan.

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