Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 16 marzo 2025
 
Schwazer
 

Il ritorno di Schwazer. Fidarsi non è facile, ma stiamo alla finestra

01/04/2015  Tornare a crederci dopo un tradimento non è facile. Libera e Sandro Donati hanno dato una fiducia che non può essere tradita da un'operazione di marketing. Occasioni da sprecare non ce ne sono più.

Antefatto: Alex Schwazer, pescato positivo all’epo e reo confesso, a pochi giorni da Londra 2012, vuole tornare a marciare. Lo fa dopo avere parlato a lungo con la Procura di Bolzano che indaga sulla vicenda, per cui ha già patteggiato una pena di otto mesi, ma che coinvolge altre persone. Spera di arrivare a Rio 2016 -  ammesso che arrivi uno  sconto nella squalifica sportiva -  e per arrivarci si mette nelle mani di Sandro Donati, ex allenatore, consulente wada, feroce avversatore del doping e autore di un duro saggio sul tema per il gruppo Abele. Con Libera a sorvegliare.  

Saggezza popolare vuole che chi si scotti con l’acqua calda prenda a diffidare anche di quella fredda. Chi ha raccontato il trionfo di Schwazer a Pechino, avendolo difeso, dopo, nella sconfitta a Berlino e a Barcellona, oggi fatica a fidarsene. Pesano le parole dette prima di Londra 2012: «Ho avuto momenti difficili ma sono serviti, oggi mi sento una persona più forte». Salvo scoprire dopo qualche settimana dopo che quella spacciata ai lettori di Famiglia Cristiana era, passateci l’eufemismo, una balla colossale, sbugiardata davanti al mondo, nel modo che ormai tutti conoscono, lacrime comprese.

Scrivemmo allora che l’unico modo di salvare la dignità era andare dalla magistratura a dire tutto, ma proprio tutto il non detto che non reggeva nella narrazione del campione olimpico che si dopa alla spera in Dio come un amatore con la pancetta prominente alla stracittadina. Pare che significativi passi avanti siano stati compiuti  nei giorni scorsi in questa direzione – c’è la conferma della memoria presentata e di un colloquio con i procuratori di Bolzano  – nulla è trapelato dei contenuti. Vedremo.

Una seconda possibilità non si nega a chi mostra ravvedimento. Il professor Sandro Donati e Libera dovrebbero essere una garanzia, anzi lo sono, speriamo intensamente che abbiano le certezze che noi non abbiamo. Speriamo intensamente che questo sia davvero l’esperimento anche scientifico che studia dove si arriva davvero nello sport ad acqua e sapone, magari nella speranza di sbugiardare chi si affida ad altri mezzi (peccato diffuso vista la fine che hanno fatto anche troppi marciatori russi trionfanti in questi anni, ma per niente mezzo gaudio).

Speriamo intensamente che sia un impegno serio e non un'operazione di marketing. Lo speriamo soprattutto per Donati e per Libera, che non meriterebbero di vedere sprecata e tradita la fiducia, impegnativa, che hanno dato. Stiamo alla finestra, disponibili a osservare questa esperienza - ma senza cambiali di fiducia in bianco -, sperando che per lo sport sia davvero un’occasione di conoscenza e di chiarezza da non perdere. Sapendo che il debito di fiducia che lo sport ha contratto in questi anni altre occasioni da sprecare non ne dà.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo