La copertina del libro di papa Francesco in regalo solo con il primo numero della rivista "Maria con te", da oggi in edicola e in parrocchia
La notte è rischiarata dalle candele. Il cammino che dalla Fao, zona Aventino, porta al santuario della Madonna del Divino Amore è carico di fede e di storia. Si passa dalla chiesa del Quo vadis, dove la tradizione dice che Gesù fece tornare indietro Pietro deciso a lasciare Roma, alle Fosse Ardeatine, dove il 24 marzo 1944 i nazisti trucidarono 335 italiani, alla Fondazione Santa Lucia, specializzata nella riabilitazione di chi ha subìto danni cerebrali, alle catacombe di San Callisto, che conservano le tracce delle persecuzioni dei cristiani. Quasi 14 chilometri per arrivare al mattino al santuario per venerare la Madonna del miracolo. Qui è voluto venire papa Francesco, il primo maggio, per inaugurare il mese mariano. Un rosario recitato meditando sui misteri dolorosi, per chiedere pace per la Siria e per il mondo.
Davanti al quadro che ritrae la Vergine con il Bambino, con la colomba alle spalle segno dello Spirito Santo e con le sette lampade che ricordano le sette opere di misericordia, Bergoglio ha ripetuto il gesto di Benedetto XVI, che al Divino Amore venne il primo maggio del 2006, e la preghiera per la pace che fu già di Pio XII. Si deve a quest’ultimo, anche se la realizzazione ha poi tardato, l’idea di costruire un nuovo santuario proprio accanto a quello antico, che continua a custodire il quadro della Madonna. L’adempimento di una promessa, quella che papa Pacelli con tutta la città di Roma fece il 4 giugno del 1944. Con gli alleati alle porte e i tedeschi a occupare la capitale, Pio XII fece leggere un voto, proprio davanti all’immagine di Maria all’epoca spostata nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, in Campo Marzio.
Il Pontefice chiedeva alla Vergine di risparmiare Roma dalla distruzione e di salvare i suoi abitanti. In cambio sarebbe stato eretto un grande santuario, si sarebbero istituite opere di carità e cambiata la condotta morale. Quella sera stessa i tedeschi lasciarono la capitale e Pio XII, nella Messa celebrata l’11 giugno nella chiesa di Sant’Ignazio, dette alla Madonna del Divino Amore anche il titolo di Salvatrice dell’Urbe. Lo ricordano bene i pellegrini, romani ma non solo, che ogni settimana, dal primo sabato dopo Pasqua all’ultimo di ottobre, si mettono in marcia per cantare e pregare. Così come tutti ricordano i tanti miracoli che si sono succeduti dal primo, nel 1740, quando un viandante riuscì a sfuggire all’aggressione di un branco di cani selvatici volgendo lo sguardo al quadro della Madonna posto su uno dei torrioni dell’antico castello di Castel di Leva. Cinque anni dopo, quel quadro viene “intronizzato” nella chiesetta dove è custodito tuttora e dalla quale fu spostato soltanto dopo i bombardamenti del settembre 1943 e fino alla fine della guerra. «La Madonna del Divino Amore fa le grazie a tutte l’ore », ripetono in coro i pellegrini. Lo stesso ritornello che ha accolto papa Francesco. A cantarlo, insieme con gli altri fedeli, le suore della Congregazione delle Figlie della Madonna del Divino Amore, impegnate con i confratelli Oblati ad accudire i 24 ospiti della Casa di riposo intitolata alla Vergine e le mamme e i bambini accolti nella Casa famiglia Mater Divini Amoris. Francesco li ha salutati tutti, al termine del rosario, visitando anche le cappelle laterali della piccola chiesa stracolme di ex voto. Sia gli Oblati della Madonna del Divino Amore che le Figlie sono stati istituiti dopo il voto del 1944, così come le opere di carità. Il grande santuario, invece, per problemi burocratici, ha visto la conclusione solo nel 1999. Il 4 luglio di quell’anno Giovanni Paolo II, visitando la Madonna per la terza volta, concluse la Messa di dedicazione del «nuovo santuario mariano di Roma» chiedendo a Maria che chiunque andasse lì in pellegrinaggio potesse portare «nel cuore la certezza della divina misericordia». «Di questa certezza facciamo esperienza quotidiana», ha dichiarato don Luciano Chagas Costa, rettore del santuario, «i pellegrini, che arrivano anche dall’estero, ci lasciano molti messaggi in tal senso».
Le pagine del servizio di Maria con te sulla visita di papa Francesco al Divino Amore
La nuova rivista dedicata a Maria
Si chiama Maria con te, esce ogni settimana, conta 68 pagine, costa un euro e dal 10 maggio la si può trovare in edicola, in parrocchia e nei santuari. La Periodici San Paolo pubblica questa nuova testata, tutta dedicata alla Vergine nella vita di ogni giorno, la prima del genere in Italia. Alcune delle preghiere mariane più belle e delle riflessioni di Bergoglio sulla Madonna sono raccolte nel volume in omaggio con il primo numero.
Il significato della rivista è tutto nel titolo: Maria con te. Da sempre il popolo cristiano ha manifestato il suo affetto per la Vergine di Nazaret. Perché la sente vicina come Madre che conduce al suo Figlio Gesù.