Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 14 ottobre 2024
 
dossier
 

Il sacrificio di Isacco e quello di Cristo

04/04/2017 

GIUSEPPE. Come può Dio chiedere ad Abramo di offrire in sacrificio la vita del figlio Isacco ed essere considerato capostipite dei “credenti” per aver accettato di programmare un omicidio? A questa logica si può collegare il sacrificio redentore della croce di Cristo accettato in obbedienza al Padre?

L’offerta del figlio è il dono supremo che Dio chiede al credente, ma che in Abramo non si realizza nella morte cruenta di Isacco, in quanto, una volta verificata l’assoluta fiducia espressa nella fede del patriarca, tale morte non è necessaria. A Cristo il Padre chiede il dono totale di sé e il Figlio si abbandona totalmente alla sua volontà, nel Getsemani e sulla croce. È questo atto del dono libero di sé compiuto da Cristo che salva l’umanità dal peccato e dalla morte eterna. Non è il Padre che uccide il Figlio sulla croce. Egli muore di morte violenta perché subisce un’ingiusta condanna in un contesto di peccato e di rifiuto della sua persona e del suo messaggio. Così il martire cristiano non viene ucciso da Dio, ma dagli uomini e, a differenza del kamikaze fondamentalista, non provoca sofferenza e morte, ma subisce, tentando anche di evitarlo, il martirio fisico. Lo stesso Gesù aveva chiesto al Padre, se possibile, di allontanare da lui il calice della passione e della croce, abbandonandosi quindi al Suo volere incondizionatamente.

I vostri commenti
2

Stai visualizzando  dei 2 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo