La cosa peggiore è che un atto del genere rischia di passare sotto silenzio o quasi, classificato come una semplice “bravata” o, peggio, un gioco da ragazzi. Un gioco quanto meno crudele, a danno di un senzatetto che dormiva sotto un portico in zona universitaria, a Bologna. Un gruppo di ragazzi con skateboard si sono divertiti a usarlo come ostacolo per quella che, a quanto pare, in diversi contesti di degrado urbano sta diventando una moda. Il salto del “barbone”.
In gruppo, irriconoscibili con la classica divisa, la felpa con cappuccio calato fino agli occhi, hanno continuato indisturbati, circondati dall’indifferenza di una notte di “sballo” ordinario, tra alcool, schiamazzi e inutili chiamate ai vigili da parte dei residenti finché una ragazza, infastidita dal rumore assordante degli skateboard che andava avanti da oltre un’ora, si è affacciata alla finestra e, inorridita dalla scena, l’ha filmata prima di allertare le forze dell’ordine. A questo punto il senzatetto ha deciso di averne abbastanza e ha raccolto le sue coperte per cercarsi un altro posto per dormire.
È evidente che questi ragazzi difficilmente saranno identificati. Non sappiamo se le forze dell’ordine, oberate dalle tante chiamate, siano mai arrivate sul posto, comunque ormai era tardi. Le immagini del filmato sono terribilmente eloquenti, ma i protagonisti sono in movimento e protetti dalla felpa. Forse non sarebbero nemmeno penalmente perseguibili. Il clochard, per fortuna, si è alzato con le sue gambe e quindi ne è uscito incolume. Apparentemente, perché di certo non può avergli fatto piacere svegliarsi sotto quell’incubo.
La cosa agghiacciante è che dei ragazzi probabilmente “normali”, che di giorno lavorano o frequentano una scuola, possano assumere questi tratti di fredda ferocia. Il clochard che si sono divertiti a saltare per più di un’ora era immobile. Per quanto ne sapevano poteva star male o peggio. Altro che misericordia. Non hanno nemmeno pensato di accertarsi se fosse vivo o morto, l’hanno saltato e basta, come fosse una panchina vuota. C’è da augurarsi che, a mente lucida, questi giovani facciano una riflessione e lo stesso le loro famiglie.