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giovedì 17 aprile 2025
 
miracoli
 

A Napoli si ripete il miracolo di San Gennaro

19/09/2021  Il sangue si è sciolto e la città è in festa. Anche se, è il monito del vescovo, «vi chiedo di non scambiare un segno evangelico per un oracolo da consultare. Il sangue è segno di quello versato da Cristo per amore nostro»

L’annuncio tanto atteso è arrivato dall’altare. «Il sangue si è sciolto». Emozionato il vescovo di Napoli, Domenico Battaglia, ha pronunciato per la prima volta queste parole. «È bello ritrovarsi attorno a questo altare con questo segno bellissimo», dice poi,  ancora commosso, rivolgendo subito l’ampolla verso lo sguardo del cardinale Crescenzio Sepe, che lo ha preceduto.
«Vi chiedo di non scambiare un segno evangelico per un oracolo da consultare», aveva detto all’inizio dell’omelia monsignor Battaglia. «Non cediamo alla tentazione di banalizzare i segni piegandoli alla curiosità e alla superstizione, il sangue sia che si sciolga che resti nella sua solida sacralità è il segno del sangue di Cristo versato per amore e mescolato al sangue di tutti coloro che nei secoli hanno dato la vita per testimoniare l’amore del Signore, la forza del Vangelo e le esigenze di giustizia e pace che ne derivano».
Lo scorso maggio, in occasione del miracolo che rimanda alla prima traslazione delle spoglie da Pozzuoli a Napoli, il sangue non si era sciolto subito, ma solo nel tardo pomeriggio. L’annuncio immediato del prodigio, festeggiato da forti applausi dentro e fuori la cattedrale, aveva commosso i fedeli che don Mimmo, come tutti chiamano il vescovo, ha “invitato” nel Duomo di Napoli.

«Porte aperte ai fedeli», ha ripetuto nei giorni precedenti la festività, cercando gli “ultimi” affinché si possa pregare insieme. Preghiere indirizzate anche alla famiglia del piccolo Samuele, il bimbo di 4 anni finito giù dal balcone di casa e per il quale è stata fermata una persona con l’accusa di omicidio.
Monsignor Battaglia non vuole lasciare indietro nessuno. «Napoli è una pagina di Vangelo per l’intero Meridione», dice. E ricorda gli operai della Whirlpoool oltre che rivolgere un pensiero al prossimo sindaco: «Solo chi ama Napoli potrà amministrarla», ha detto dall’altare, «la politica deve essere progetto e attenzione capacità di vedere lontano e osare un tempo nuovo e Napoli ne ha bisogno. La chiesa partenopea non si sottrarrà a contribuire a scrivere con gli uomini e le donne di buona volontà a partire da chi amministrerà la città nuovi versi di Vangelo e nuove grammatiche di solidarietà».

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