Nel Credo diciamo «una, santa, cattolica e apostolica». Gli ortodossi come pregano?
SERGIO R.
Il Simbolo degli apostoli (la “forma breve” del Credo) e il Simbolo niceno-costantinopolitano (la “forma lunga”) affermano la santità e cattolicità della Chiesa (nel secondo anche l’unità e apostolicità). Queste professioni di fede sono comuni a tutte le confessioni cristiane, quindi appartengono al patrimonio cultuale e credente di tutti i battezzati. Pertanto, l’aggettivo “cattolico” non va interpretato come espressione di una singola confessione ecclesiale, quale la Chiesa cattolico-romana, ma in senso etimologico, come “universale”, sicché la Chiesa, cui si partecipa mediante il Battesimo, ha una sua apertura all’intero villaggio globale e non si configura come un gruppo chiuso o una setta, ma come comunità aperta e ospitale. Un ulteriore equivoco riguarda l’aggettivo “ortodosso”, che nel linguaggio comune si attribuisce ai fratelli separati d’Oriente, mentre in senso proprio e teologico significa fedeltà all’autentica dottrina, per cui è tale chi accoglie integralmente il messaggio rivelato e lo vive nella comunità cristiana, in cui è inserito con il Battesimo. Per il credente “cattolico-romano” l’ortodossia risiede nella Chiesa che, nonostante le sue fragilità e i suoi peccati, non ha mai interrotto la successione apostolica né la tradizione, ma l’ha preservata e vissuta in pienezza, stigmatizzando eresie e scismi, che hanno lacerato la comunione ecclesiale e l’unità che siamo chiamati a ricomporre con tutte le risorse e gli sforzi possibili e con l'aiuto dello Spirito Santo.