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lunedì 09 settembre 2024
 
 

Televoto, l'equivoco più equivoco

15/05/2012  Si rassegna anche Carlo Conti: il televoto è una delle strategie più utilizzate per far votare la canzone o il personaggio preferiti dagli italiani. Ma sicuri che sia tutto regolare?

Televoto, ovvero l’equivoco più “equivoco” usato dalla TV che ormai incita i telespettatori a votare - a pagamento- per una trasmissione, un personaggio una canzone. La massiccia dose di telefonate a pagamento ha ormai costretto la Rai ad avvertire che qualcosa non funziona. Fu proprio Gianni Morandi durante l’ultimo Festival di Sanremo, manifestazione ormai da anni decisa dall’uso del televoto, a recitare un comunicato che avvertiva i telespettatori dell’impossibilità da parte della Rai di verificare la trasparenza delle telefonate, arrivate grazie all’uso dei call center. Esortava anche i telespettatori interessati a non abusarne nemmeno sul proprio telefono - non più di tre voti, raccomandava - arrivando poi all’assurda richiesta che i minorenni non tele votassero, come se da una telefonata si potesse risalire all’età anagrafica di chi chiama.

Non è successo niente. Sanremo è andato come “doveva”, e il televoto è planato nell’eliporto di “Ballando con le stelle”. Milly Carlucci? Stesso annuncio. Quindi è toccato anche a Carlo Conti che, sottolineando di pronunciare quell’avvertimento con soddisfazione personale, ha replicato il monito durante l’Oscar TV, per fortuna assegnato con un plebiscito allo show di Fiorello, “Il più grande spettacolo dopo il week end”.

Fiorello venne votato prima da quattrocento giornalisti che mandarono la loro scheda firmata alla Rai, eleggendolo contemporaneamente personaggio televisivo dell’anno. Poi il televoto “dovette” confermare il plebiscito ottenuto prima dai media che gli avevano assegnato anche il titolo di personaggio maschile della stagione. Quindi un po’ di silenzio ed ecco che rispunta il televoto. Accade in “Tale e quale show”, una trasmissione che la Rai ha voluto sperimentare fuori stagione per verificare se avrebbe potuto diventare una punto fisso dell’autunno-inverno.

L’esperimento è riuscito perfettamente e pertanto “Tale e quale show’ (l’origine del format è tedesco) diventerà un punto di forza della Raiuno con il vestito di lana. L’idea è semplice da raccontare ma complicata da realizzare: si scelgono alcuni personaggi famosi del mondo dello spettacolo (cinema, musica teatro) e altrettanti personaggi più o meno popolari che, in una settimana, devono calarsi nei loro panni: non un’imitazione ma quasi una reincarnazione.

Esperimento riuscito con un Fausto Leali che è diventato l’alias di Joe Cocker e così di seguito. A votare i sosia una giuria resa credibile dalla presenza di una Loretta Goggi, la più brava imitatrice di sempre ma anche una show girl straordinaria (chissà perché la Rai non si ricorda della sua bravura? Nessuno l’ha vista nel suo one-woman-show-teatrale?).

Ci si avvia alla chiusura e, a sorpresa, salta fuori il televoto anticipato con rassegnazione dal conduttore Carlo Conti, sempre più accreditato a diventare il numero uno della Rai, con il consueto pistolotto: “Attenti al televoto non è controllabile….” La domanda che mi e vi faccio è la seguente: perché, con tutti questi dubbi ci si ostina a usare il televoto? Cos’è, una dipendenza da guarire?

Macché. Affidabile o no, la Rai ha il suo bel tornaconto, che non è quello più scontato, cioè alterare i risultati delle gare, bensì quello di far cassa e farne fare tanta alle compagnie dei telefoni che, come è reso evidente dalla tempesta di spot, sono tra le migliori clienti dell’ente televisivo. Quanto ci guadagnano? Quanti sono i televoti che arrivano ogni volta che la Rai finge di trasformare i suoi ascoltatori in giudici inappellabili? Lancio un appello: torniamo tutti minorenni e, come tali, non abilitati a votare. E per finire un augurio a Carlo Conti: sta per sposarsi e lo farà con la consueta discrezione. Lei era la sua prima fidanzata. Si sono reincontrati e si è accesa di nuovo la scintilla. Viva gli sposi!

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