Cari amici lettori, come tutti sapete, la notte del 6 febbraio un potente terremoto (7,8 gradi di magnitudo della scala Richter) ha colpito la Turchia meridionale e la Siria nord-occidentale, causando un altissimo numero di morti (quasi 40.000 a oggi), oltre che migliaia di feriti e di sfollati. Vi raccontiamo uno spaccato di questa emergenza umanitaria, con le testimonianze di fede, carità e speranza che vengono da alcuni cristiani di Siria, nel servizio a pag. 16.
Anche nel buio di una tragedia non mancano piccole luci che vengono da questa piccola ma antica comunità cristiana. In questo drammatico contesto merita una riflessione la situazione particolare della Siria, Paese controllato da un regime dispotico e sottoposto a pesanti sanzioni internazionali, che vanno a colpire una popolazione già stremata da anni di guerra e dalla povertà e insicurezza che ne derivano. La particolare situazione siriana ha reso più lento l’arrivo di aiuti umanitari dall’estero, appunto per via dei tesissimi rapporti politici con la comunità internazionale. Se da una parte si esitava a revocare le sanzioni (gli Usa lo hanno fatto, temporaneamente, il 10 febbraio), per venire incontro a un’emergenza umanitaria, per la fede cristiana non ci sono dubbi sulla risposta da dare. L’ha espresso con estrema chiarezza papa Francesco, con l’appello lanciato il 9: «È tempo di compassione, è tempo di solidarietà. Basta con l’odio, basta con le guerre e le divisioni che portano all’autodistruzione.
Nel dolore uniamoci, aiutiamo chi soffre in #Turchia e #Siria, costruiamo la pace e la fraternità nel mondo». Questo tocca in qualche modo il tema – di cui vi parliamo nello Zoom di questo numero – del perdono: un’esigenza che è posta dal Vangelo, e che ci sarà ricordata nel cammino quaresimale che ci sta davanti. Il perdono non è solo una questione individuale, ma ha anche risvolti sociali: significa riconciliazione, capacità di guardare oltre i torti e le ingiustizie per arrivare a riconoscersi come fratelli e sorelle accomunati dalla stessa umanità. In proposito, il pensiero cristiano ha uno spunto originale da offrire. Non per niente, papa Francesco ha scritto un’enciclica dedicata all’“amicizia sociale”, Fratelli tutti (del 2020), oggi di stringente attualità.
Si tratta di un tema di grande portata non solo nelle nostre vite individuali e familiari, dove non mancano ferite da sanare, torti subiti o anche inflitti che richiedono riconciliazione, ma anche a livello sociale, tra le nazioni. «Quanti perdonano davvero non dimenticano, ma rinunciano a essere dominati dalla stessa forza distruttiva che ha fatto loro del male. Spezzano il circolo vizioso, frenano l’avanzare delle forze della distruzione», dice il Papa nella Fratelli tutti (n. 251). Un processo difficile e complesso, a cui speriamo che la solidarietà mostrata su tanti fronti in questi giorni possa dare una piccola spinta. Perché «la vendetta non risolve nulla». Così come l’inimicizia, l’odio, le barriere. Mai