logo san paolo
giovedì 01 giugno 2023
 
 

Il Papa all'Angelus: "Siamo a un bivio"

17/02/2013  Il tema delle tentazioni e del falso bene al centro del penultimo Angelus di Benedetto XVI. Il calore di piazza San Pietro.

Parla delle tentazioni il Papa, al penultimo Angelus del suo Pontificato, il primo da quando ha dato l’annuncio di aver rinunciato al ministero petrino. Gesù nel deserto tentato in modo subdolo. “Il tentatore”, dice Benedetto XVI, “non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari”. Nelle tentazioni, spiega papa Ratzinger, “è in gioco la fede. Siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguite l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?” E mette in guardia da chi strumentalizza Dio “dando più importanza al successo e ai beni materiali”.


Accolto da calorosi applausi, il Papa, dopo l’Angelus, ha salutato i pellegrini di lingua francese, inglese, tedesca. A quelli di lingua spagnola ha chiesto “di continuare a pregare per me e per il prossimo Papa”, a quelli di lingua polacca, “di combattere contro il male, di rompere con il peccato, di servire Dio soltanto”. 

Infine “un caloroso saluto” lo ha riservato ai “pellegrini di lingua italiana” A loro ha detto “grazie per la vostra presenza, grazie di essere venuti così numerosi! Anche questo è un segno dell’affetto e della vicinanza spirituale che mi state manifestando in questi giorni". A tutti poi ha chiesto di accompagnarlo spiritualmente durante “gli esercizi spirituali che cominceranno questa sera e di continuare il vostro orante sostegno e la vicinanza spirituale in questi giorni particolari per la Chiesa e per me".

Cari fratelli e sorelle,

mercoledì scorso, con il tradizionale Rito delle Ceneri, siamo entrati nella Quaresima, tempo di conversione e di penitenza in preparazione alla Pasqua. La Chiesa, che è madre e maestra, chiama tutti i suoi membri a rinnovarsi nello spirito, a ri-orientarsi decisamente verso Dio, rinnegando l’orgoglio e l’egoismo per vivere nell’amore. In questo Anno della fede la Quaresima è un tempo favorevole per riscoprire la fede in Dio come criterio-base della nostra vita e della vita della Chiesa. Ciò comporta sempre una lotta, un combattimento spirituale, perché lo spirito del male naturalmente si oppone alla nostra santificazione e cerca di farci deviare dalla via di Dio. Per questo, nella prima domenica di Quaresima, viene proclamato ogni anno il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto.
Gesù infatti, dopo aver ricevuto l’“investitura” come Messia – “Unto” di Spirito Santo – al battesimo nel Giordano, fu condotto dallo stesso Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. Al momento di iniziare il suo ministero pubblico, Gesù dovette smascherare e respingere le false immagini di Messia che il tentatore gli proponeva. Ma queste tentazioni sono anche false immagini di uomo, che in ogni tempo insidiano la coscienza, travestendosi da proposte convenienti ed efficaci, addirittura buone. Gli evangelisti Matteo e Luca presentano tre tentazioni di Gesù, diversificandosi in parte solo per l’ordine. Il loro nucleo centrale consiste sempre nello strumentalizzare Dio per i propri interessi, dando più importanza al successo o ai beni materiali. Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari. In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce. In ultima analisi, nelle tentazioni è in gioco la fede, perché è in gioco Dio. Nei momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?
Come ci insegnano i Padri della Chiesa, le tentazioni fanno parte della “discesa” di Gesù nella nostra condizione umana, nell’abisso del peccato e delle sue conseguenze. Una “discesa” che Gesù ha percorso sino alla fine, sino alla morte di croce e agli inferi dell’estrema lontananza da Dio. In questo modo, Egli è la mano che Dio ha teso all’uomo, alla pecorella smarrita, per riportarla in salvo. Come insegna sant’Agostino, Gesù ha preso da noi le tentazioni, per donare a noi la sua vittoria. Non abbiamo dunque paura di affrontare anche noi il combattimento contro lo spirito del male: l’importante è che lo facciamo con Lui, con Cristo, il Vincitore. E per stare con Lui rivolgiamoci alla Madre, Maria: invochiamola con fiducia filiale nell’ora della prova, e lei ci farà sentire la potente presenza del suo Figlio divino, per respingere le tentazioni con la Parola di Cristo, e così rimettere Dio al centro della nostra vita.

Domenica 17 febbraio 2013, ore 13.21: la folla è in piazza già dalle prime ore dell’alba. Quasi centomila persone a San Pietro per ascoltare il primo angelus del dopo dimissioni, il penultimo di tutto il Pontificato. Nel pomeriggio il Papa si ritirerà in preghiera con tutta la curia romana per gli esercizi spirituali di Quaresima. Già previsti, come ogni anno, quest’anno le meditazioni predicate dal cardinale Gianfranco Ravasi avranno un tono senz’altro diverso.


Ma in piazza si pensa soprattutto al presente, al Papa che sta per affacciarsi, al Papa che si è affacciato, a quello che succederà adesso. C’è emozione. Dall’Italia di sono mosse, oltre alla diocesi di Roma, quelle di Verona, Brescia, un gruppo folto di Seregno che il Papa saluta dalla finestra. E poi tanti striscioni di affetto, cartelloni “Forza Papa”, invocazioni a Maria per sostenere la Chiesa in questo difficile passaggio. Moltissimi giovani, tante famiglie con passeggini, suore e preti che non hanno voluto far mancare la propria vicinanza. 

Il Papa si commuove e ringrazia. “Grazie a tutti”, “grazie per la vostra presenza”, “grazie per la preghiera”. Benedetto XVI aggiunge a braccio le sue emozioni “sono particolarmente grato per il vostro affetto”. Non ci sono altre parole. Quasi timido, continua ad alzare le mani, mentre la folla non smette di acclamarlo. Un bagno di folla e di calore che continua a non muoversi da San Pietro anche dopo che il Papa si è ritirato dalla finestra. In tanti entrano nella basilica, molti seguono l’invito alla preghiera e cercano le chiese vicine per continuare a essere spiritualmente vicini a Papa Ratzinger.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo