Lo aveva già fatto al termine dell'Angelus. Il Papa, al termine della cerimonia al cimitero Verano, di Roma, aggiunge una preghiera «speciale per questi fratelli e sorelle nostri che in questi giorni sono morti mentre cercavano una liberazione, una vita più degna. Noi abbiamo visto le fotografie, la crudeltà del deserto, abbiamo visto il mare dove tanti sono affogati. Preghiamo per loro. E anche preghiamo per quelli che si sono salvati, e in questo momento sono in tanti posti d’accoglienza, ammucchiati, sperando che le pratiche legali si affrettino per potersene andare da un’altra parte».
Ha parlato a braccio, papa Francesco. Accolto dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, che era arrivato pochi minuti prima in bicicletta. Uno scambio di battute, il saluto ai tanti assiepati davanti al portone principale per ascoltare le sue parole. Parole rassicuranti che parlano di speranza. «La speranza è un po’ come il lievito, che ti fa allargare l’anima», ha detto Francesco. «Ci sono momenti difficili nella vita, ma con la speranza l’anima va avanti e guarda a ciò che ci aspetta. Oggi è un giorno di speranza. I nostri fratelli e sorelle sono alla presenza di Dio e anche noi saremo lì, per pura grazia del Signore, se cammineremo sulla strada di Gesù. Conclude l’Apostolo Giovanni: "Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso". Anche la speranza ci purifica, ci alleggerisce; questa purificazione nella speranza in Gesù Cristo ci fa andare in fretta, prontamente».
E guardando il cielo di Roma il Papa ha aggiunto: «In questo pre-tramonto d’oggi, ognuno di noi può pensare al tramonto della sua vita: “Come sarà il mio tramonto?”. Tutti noi avremo un tramonto, tutti! Lo guardo con speranza? Lo guardo con quella gioia di essere accolto dal Signore? Questo è un pensiero cristiano, che ci da pace. Oggi è un giorno di gioia, ma di una gioia serena, tranquilla, della gioia della pace. Pensiamo al tramonto di tanti fratelli e sorelle che ci hanno preceduti, pensiamo al nostro tramonto, quando verrà. E pensiamo al nostro cuore e domandiamoci: “Dove è ancorato il mio cuore?”. Se non fosse ancorato bene, ancoriamolo là, in quella riva, sapendo che la speranza non delude perché il Signore Gesù non delude».