Riccardo Muti è tornato a dirigere un’opera al Teatro San Carlo di Napoli, la sua città natale.Un evento da non perdere, sia perché l’occasione era l’inaugurazione della nuova stagione del teatro napoletano, sia perché Muti non dirigeva un’opera al San Carlo dal 1984.
Muti ha scelto un titolo di lusso, “Così fan tutte”, uno dei grandi capolavori non solo di Mozart, ma dell’intero repertorio lirico. “Si tratta di una delle opere più difficili del repertorio settecentesco e ottocentesco”, spiega Muti, “perché parte da una situazione di gioco in cui si inserisce un elemento drammatico. Non a caso si tratta di un dramma giocoso. Anche per questo motivo alla fine dilato i tempi e divento più lento, per far emergere la malinconia di questo capolavoro firmato da Mozart e dal librettista Da Ponte”.
Muti ha tirato fuori il meglio dall’orchestra del San Carlo, con una direzione raffinatissima, che ha valorizzato i tanti gioielli della partitura.
Per la regia Muti si è affidato alla figlia Chiara. “Chiara conosce il mondo mozartiano fin da bambina e inoltre conosce me. Quindi non provoca e non prevarica”, spiega il maestro. Chiara Muti sembra aver preso alla lettera quanto scriveva in uno dei suoi saggi mozartiani il grande musicologo Massimo Mila: “qui tutto è alla luce del sole, o quella artificiale della ribalta, ma comunque una luce violenta e spietata, che invade tutti gli angoli e non lascia luogo ad ombre, mette in evidenza spigoli e profili, in un ambiente di artificiosa limpidezza”.
La luce riempie la scena, fin dall’inizio, quando, all’apertura del sipario troviamo i due amici Gugliemo e Ferrando con le racchette in mano, impegnati in una sfida al jeu de paume (l’antenato del tennis). Ogni scena, nel seguito dell’opera, diventa un concentrato di grazia ed eleganza.
I quattro protagonisti sono tutti giovani, belli (perciò del tutto credibili in un’opera di gioco e passioni amorose) e anche molto bravi: Maria Bengtsson (Fiordiligi), Paola Gardina (Dorabella), Alessio Arduini (Guglielmo) e Pavel Kolgatin (Ferrando). All’altezza il Don Alfondo di Marco Filippo Romano e la Despina di Emmanuelle de Negri.
Applausi convinti per tutti in una serata in cui Napoli si è messa in ghingheri per festeggiare il ritorno sul podio del grande maestro, Nel palco reale c’erano la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, i ministri Giovanni Tria e Sergio Costa, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora.
Previste tre repliche fino al 2 dicembre.