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domenica 18 maggio 2025
 
Manovra
 

«Ma lavorare al nono mese di gravidanza può essere un ricatto del datore di lavoro»

06/12/2018  Commenta così Emma Ciccarelli, Vice Presidente del Forum delle Associazioni Familiari l’emendamento della Lega che propone per chi lo vorrà (con via libera del medico) di rimanere al lavoro fino al nono mese, portandosi “in dote” l'intero periodo di astensione di 5 mesi a dopo il parto.

«Credo che questa scelta sia stata dettata dalle pressioni che facciamo da tempo sul tema della conciliazione famiglia- lavoro» dice Emma Ciccarelli, Vice Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, consulente familiare e formatore, moglie e mamma di quattro figli. «Risponde a un’esigenza di flessibilità lavorativa che tiene conto di tante realtà come quella delle libere professioniste che non hanno garanzie. Siamo consapevoli che un’azione del genere può aumentare le forme ricattatorie del datore di lavoro; sta poi al buon senso dello stesso e alla fermezza delle donne non farsi prevaricare».

Certo che non è il massimo che sia una donna a dover decidere se vivere al lavoro un mese così delicato.

«Il problema è proprio questo, lasciare all’autodeterminazione della donna una scelta del genere. Il che può essere positivo, ma anche vessatorio soprattutto se la donna non lavora in condizioni di serenità, a maggior ragione se il clima è ostile. Ancora una volta è sempre la donna a pagare le conseguenze delle sue scelte. Io credo che se passa questo emendamento sia importante prevedere una fase di monitoraggio per capire se può diventare strutturale. Oltretutto queste tutele sono destinate solo a chi ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Mentre se vogliamo fare politiche serie dobbiamo garantire tutte le donne, che oggi soprattutto lavorano con contratti saltuari».

Qual è il tema centrale dal vostro osservatorio?

«Il tema grosso che ancora non viene affrontato è mettere al centro il valore sociale della maternità. Se si segue questo principio penso che si daranno risposte più organiche alla conciliazione famiglia- lavoro restituendo valore a un periodo della donna che è non è solo privato, ma di tutta la società civile e che chiede azioni di responsabilità di tutti gli attori economici e non. Noi stiamo spingendo affinché si affronti con coraggio il tema della denatalità in Italia, affrontato con misure strutturali e non slegate tra loro. Per affrontare con serenità una gravidanza le future mamme devono sentirsi protette e custodite nel servizio che svolgono alla vita».

State facendo delle proposte come Forum?

«Per esempio stiamo lavorando molto sulla standardizzazione dello smart warking:lì per primi vanno formati i quadri aziendali che capiscano che la flessibilità è un vantaggio anche per l’azienda sia in termini di rendimento lavorativo dell’impiegato sia in termini di fidelizzazione del dipendente. Questo, infatti, è il quarto anno del premio Aziende family friendly ovvero che aiutano e favoriscono la flessibilità lavorativa. Che non può essere solo nel periodo di maternità, ma può capitare anche per i genitori anziani. Va fatto un patto etico e di fiducia tra lavoratore e datore di lavoro. Tradotto, mi fido di te e quindi tutto funziona. Perché se aiuti a curare le relazioni familiari avrai un dipendente di certo più sereno».

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