Monsignor Luigi Infanti della Mora.
«L’acqua è un bene di Dio per tutti, non va privatizzata». Per dirlo, monsignor Luigi Infanti della Mora, friulano, religioso dei Servi di Maria, è arrivato dalla fine della Terra nella Milano dell'Expo, per l’incontro “Nutrire il pianeta o le multinazionali?”. È vescovo della diocesi di Aysen, in Patagonia, profondo sud del Cile, una delle regioni con più acqua al mondo. Laghi, fiumi e ghiacciai. «La Costituzione in vigore – spiega – è quella del dittatore Pinochet, ispirata a politiche neoliberiste estreme. Tutta l’acqua dolce cilena, un bene comune, è privatizzata». O meglio nelle mani di un monopolista che controlla l’82% in tutto il Cile e il 97% in Patagonia.
«Così può decidere – continua il vescovo – se concedere o meno l’utilizzo di un torrente ai contadini, mentre l’acqua della zona viene venduta come bene di lusso in Canada, Usa e Cina a 20 euro la bottiglia». Da anni gli abitanti di Aysen si dividono tra favorevoli e contrari a un progetto di cinque grandi dighe per produrre l’energia idroelettrica. Tradotto, vorrebbe dire la distruzione dell’attuale ecosistema. Spiega il vescovo: «Nelle famiglie genitori e figli litigavano perché i poteri economici, insieme a quelli politici, cercavano di comprare il favore delle persone. Ci hanno provato anche con la Chiesa in cambio di aiuti alle parrocchie, ma abbiamo preso una forte posizione contro il progetto. Pochi mesi fa il nuovo Governo lo ha finalmente bloccato».
Dell’acqua in Patagonia, così come della foresta in Amazzonia, si parlò anche ad Aparecida nel 2007, nella conferenza dei vescovi latinoamericani che rappresenta un faro per papa Francesco. Monsignor della Mora è stato più volte invitato «a non immischiarsi, a tornare nelle sacrestie», ma non si è fermato e ha scritto la lettera pastorale “Dacci oggi la nostra acqua quotidiana”. «Non parlo – aggiunge – a titolo personale, ma di tutti i vescovi della Patagonia, argentini e cileni insieme». Le loro riflessioni sono citate nell’enciclica Laudato si’: «Non è un caso – conclude – che un Papa sudamericano abbia voluto soffermarsi sull’ambiente e i rapporti tra sud e nord del mondo».