Papa Francesco si recherà dal 6 all’11 settembre in Colombia, sesta nazione latinoamericana a essere visitata dall’inizio del suo pontificato. Si tratta di un viaggio legato in gran parte al sofferto processo di pace nel Paese bolivariano. Sebbene la diplomazia della Santa Sede abbia svolto un ruolo significativo nel favorire l’intesa tra il Governo del presidente Manuel Santos e i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), il cammino è ancora lungo.
Il Pontefice – è bene rammentarlo - aveva posto come condizione essenziale, sul volo di ritorno dall’Azerbaijan (2 ottobre 2016), prima di impegnarsi a realizzare la sua visita apostolica in Colombia, di «andare, quando tutto sarà “blindato”». I n effetti, il processo di pacificazione è in corso e le principali condizioni attuative sono state rispettate sia da parte del Governo sia dall’ex guerriglia. Per rendere, comunque, questo processo ancora più incisivo, a parte l’accordo di pace ancora mancante con il secondo gruppo armato, l’Esercito di liberazione nazionale (Eln), è necessario affrontare, per il popolo colombiano, la sfida culturale che ha una duplice valenza: l’impegno contro il fatalismo e lo scontento.
Da una parte, infatti, vi sono vasti settori dell’opinione pubblica che essendo, per così dire, nati e cresciuti nella violenza endemica, sono giunti a legittimarla nella sua ordinarietà; dall’altra vi è una diffusa sfiducia e rassegnazione nei confronti delle classi dirigenti, che da lungo tempo strumentalizzano i temi della pace o del ricorso alle armi come artifici demagogici per manipolare le coscienze. Col risultato che il consenso popolare e le conseguenti fortune elettorali di molti politici hanno vanificato i cambiamenti, in un contesto segnato da una gravissima esclusione sociale. L’intento di papa Bergoglio, in linea con il suo illuminato magistero, è quello di affermare i valori del Regno: pace, verità, giustizia e riconciliazione, dopo 70 anni di guerra civile ininterrotta e strisciante, costata la vita a oltre 500 mila persone. Da rilevare che papa Francesco conosce bene la Colombia avendola visitata in più circostanze nel corso delle sue attività legate al Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), che dalla sua fondazione, nel 1956, ha sede nella capitale Santa Fe de Bogotá.
E proprio perché la priorità è quella di riaccendere la speranza per l’agognato cambiamento, il cuore del XX viaggio internazionale del Papa sarà la celebrazione eucaristica in cui avverrà la beatificazione di monsignor Jesús Emilio Jaramillo Monsalve e padre Pietro Maria Ramírez Ramos, due coraggiosi e scomodi operatori di pace tra le violenze che hanno insanguinato la Colombia in questi anni.