Una delle notizie più commentate in questi giorni sui social è il video casalingo postato da Carlo Verdone su Facebook in cui, in pantaloncini e maglietta, parla del grande sollievo che prova per il fatto che il delicato intervento chirurgico a cui si è sottoposto la scorsa settimana, un’operazione a entrambe le anche per liberarlo dall’artrosi che lo affliggeva da sette anni, sia andato talmente bene da consentirgli, sia pure per pochi minuti, di camminare senza stampelle. Molti si sono stupiti del fatto che un artista solitamente così schivo come Verdone abbia voluto condividere un evento così privato, ma una spiegazione, forse, c’è.
A differenza del suo maestro Alberto Sordi, Verdone non ha mai fuggito il rapporto con il pubblico. Nel quartiere dove abita, tutti lo conoscono perché va a fare la spesa, a comprare il giornale, a scambiare quattro chiacchiere come una persona normalissima. Solo solo sulla sua vita privata ha sempre mantenuto il più stretto riserbo.
Tutto è cambiato con l’emergenza Coronavirus. Il nuovo film che aveva appena finito di presentare alla stampa, Si vive una volta sola, è stato bloccato prima dell’uscita programmata in sala e rimandato a data da destinarsi. È stato lui stesso a comunicarlo su Facebook in un video in cui traspariva, non tanto la sua delusione, ma soprattutto la preoccupazione per la sconcertante situazione che tutti stavamo vivendo. Da allora, Carlo ha iniziato a postare con regolarità, anche se non con assiduità, video con cui ha cercato e cerca di mantenere quel rapporto con il pubblico di cui evidentemente non può fare a meno. In più, non ha mai fatto mistero di essere un ipocondriaco, tema che è al centro di uno dei suoi film più belli, Maledetto il giorno che ti ho incontrato. I social sono quindi diventati anche un modo per esorcizzare la paura, condividendola con le quasi 800 mila persone che, sia pure a distanza, lo seguono e gli vogliono bene. Anche altri celebri personaggi, Vasco Rossi su tutti, fanno lo stesso pubblicando sui social post in cui ci aggiornano sul loro stato di salute e invitano tutti a rispettare le regole per contenere il rischi di contagiare e di essere contagiati dal Covid-19.
Il 13 marzo, in pieno lockdown, ha postato un video in cui invitava i cittadini a donare il sangue, vista la drammatica carenza negli ospedali, aggiungendo: «Fatemi anche mandare un pensiero, che ovviamente è anche il vostro, ai tanti medici, infermieri e operatori sanitari verso i quali dobbiamo avere rispetto e ammirazione per quello che stanno facendo. Queste persone sono un bell' esempio per tutti noi. Abnegazione e passione per la loro missione. E non dimentichiamo neppure i farmacisti che vengono poco menzionati. Anche loro stanno dando il massimo in una situazione di costante pericolo».
Poi ha iniziato a pubblicare foto che lo ritraggono con persone care: suo padre, Sergio Leone, Massimo Troisi. Quella con il comico napoletano è stata scattata in un cinema in cui entrambi si erano confusi tra il pubblico. L’ha accompagnata con questo commento: «Pigro, geniale, lento, creativo e spiritoso come pochi, Massimo usciva molto poco da casa. Ero l' unico che riusciva a portarlo al cinema. Ma si raccomandava di andare sempre al primo spettacolo, non voleva essere assalito dalle persone. Ma quel giorno la sala era piena pure alle 15,30. Non ricordo quale film fosse, di sicuro eravamo al cinema Gioiello, piccola sala sulla via Nomentana. Un paparazzo ci seguì e scattò questa foto. E che ora un mio amico fotografo, trovata nel suo archivio, mi regala. Prendiamo questo scatto dei primi anni '80 come l'auspicio di poter tornare in sala in piena sicurezza. La sala è il tempio del cinema. Uno dei pochi luoghi a noi rimasti di aggregazione e condivisione».
E arriviamo così al video di commento del suo intervento: «Cari amici oggi per me è una giornata molto importante anche se questo vi sembrerà un video banale», ha esordito. E poi ha continuato: «Non potendone più dal dolore nell’ultimo mese, mi sono operato in un colpo solo a entrambe le anche». Poi, a piedi nudi, fa due passi per la stanza. «Avrei dovuto buttare le stampelle alternate ma oggi per due minuti cammino da solo e vi faccio questo video perché mi sembra una cosa miracolosa, mi sembra un sogno».
I commenti sono migliaia. Eccone alcuni: «Adesso oltre che esperto farmacista mi diventi anche esperto in interventi ortopedici e in riabilitazione. Buona ripresa!!» «Caro Carlo, essendo io un’anestesista romana che lavora con gli ortopedici, ti confermo che quello che hai avuto il coraggio di fare è una grande impresa. Bravi gli ortopedici ma anche bravo tu ad aver avuto una ripresa così veloce. Sei una forza della natura. Un abbraccio». «Ti capisco avendo la poliartrite reumatoide ho tutte le articolazioni rovinate con dolori atroci. Altro che miracolo poter camminare...sono strafelice per te visto che ti adoro».