Silvio Berlusconi nel 1994.
Lo so, è malinconico dirlo. Ma il video che Silvio Berlusconi ha girato per parlare di sé e dei propri problemi in realtà parla di noi e dei nostri problemi. Anzi, del problema sommo che non riusciamo a risolvere: l'immobilismo in cui siamo precipitati.
Quel cerone. Quella finta libreria. Le foto dei familiari esibite sulla scrivania. Ma soprattutto il risuonare stanco degli argomenti (la persecuzione giudiziaria, i brogli elettorali, i comunisti in agguato...) ci hanno riportato di botto al 1994, cioè a un'epoca che questo Paese dovrebbe essersi da un pezzo lasciata alle spalle.
E invece no, siamo sempre lì. Nel 1994 scese in campo Berlusconi ma si suicidò Kurt Cobain, leader dei Nirvana. Morì Ayrton Senna a Monza. Dal carcere di Padova evase Felice Maniero, capo della "mala" del Brenta. Erich Priebke venne scovato in Argentina e il terrorista Carlos arrestato. Il Brasile vinse i mondiali di calcio negli Usa, la Finlandia aderì all'Unione Europea, Rabin e Arafat ebbero il premio Nobel per la Pace.
Siamo andati oltre nel calcio, nell'Unione Europea, con i criminali e con i premi Nobel. Ma con Berlusconi no, siamo sempre lì: sono una vittima, no sei un delinquente. E poiché sono numerosi sia quelli che lo vedono vittima sia quelli che lo pensano delinquente, eccoci fermi lì. Come se Maniero evadesse da vent'anni o il Brasile continuasse, di anno in anno, a vincere il mondiale americano.
E' una situazione che forse esalta Berlusconi e la sua capacità di "occupare" la politica, ma che condanna tutti gli altri. Condanna la destra, che dopo vent'anni trascorsi in buona parte al potere ha bisogno dei guai del Capo per lasciare il segno. E condanna la sinistra che in vent'anni non ha saputo affermare una narrazione del Paese che sappia prescindere da Berlusconi. Anzi: che possa infischiarsene di lui.
Stasera, tornando a casa, potremo dare una buona notizia ai nostri figli: tranquilli, avete un sacco di tempo davanti, siamo solo nel 1994. E pazienza se noi, inchiodati al passato che non passa, avremo come al solito gli incubi.