E il Terzo settore scese in piazza
«I tagli decisi dalla legge di stabilità di Bilancio 2011 appena approvata
avranno pesanti ripercussioni sulle fasce più deboli del nostro Paese. Il taglio
di oltre il 66 per cento delle risorse destinate alle politiche sociali, che dai circa
1500 milioni di euro del 2010 scendono per il 2011 a circa 550, impediranno
l’accesso ai servizi base di sostegno, cura, assistenza proprio a quelle persone
che più ne hanno necessità. E anche gli Enti locali si troveranno privati delle
risorse necessarie per fornire servizi minimi. La riduzione del 75 per cento delle
risorse destinate al 5 per mille tradisce le scelte dei cittadini. Il Servizio
Civile come diritto per i giovani di vivere un’esperienza di cittadinanza attiva
viene praticamente azzerato».
Con queste considerazioni il Forum del Terzo settore
spiega il perché della manifestazione indetta per giovedì 16 dicembre a Roma davanti al
ministero delle Finanze, a partire dalle 11.30. E Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli nonché portavoce del Forum,
spiega: «La legge di stabilità sarebbe più opportuno definirla
d’instabilità, dal momento che contribuisce a minare alla base la coesione
sociale del nostro Paese. Questi sono i motivi che ci hanno portato a decidere
il presidio davanti al Ministero dell’Economia: per chiedere che, a partire dal
prossimo ‘decreto mille proroghe’ si assista ad un concreto cambiamento d’indirizzo che
porti ad un aumento delle risorse destinate alle politiche sociali, nonché al
ripristino di quelle previste per il 5 per mille, e che quest’ultimo venga quanto
prima stabilizzato».
Al presidio
hanno detto di voler prendere parte il portavoce del Forum del Terzo settore, Andrea Olivero, tutti
i membri del Coordinamento (Pietro Barbieri, Rita Battaglia, Paolo Beni,
Gabriele Brunini, Fausto Casini, Antonio Di Matteo, Filippo Fossati, Alessandro
Geria, Gian Paolo Gualaccini, Maurizio Gubbiotti, Michele Mangano, Sergio
Marelli, Paola Menetti e Elide Tisi), oltre 50 tra presidenti e rappresentanti
delle principali organizzazioni el mondo del volontariato e del non profit italiano tra cui Emma
Cavallaro, Oberdan Ciucci, Fiore Crespi, Agostino D’Ercole, Tommaso D’Aprile,
Gianluca Felicetti, Marco Granelli, Maria Guidotti, Fabio Mangani, Lamberto
Martellotti, Sergio Marelli, Marzia Masiello, Riccardo Pezzana, Carlo Pileri,
Marta Schifano, Francesca Zagni; rappresentanti dei Forum Regionali e locali.
Hanno inoltre dato l’adesione garantendo la presenza di loro esponenti: Vita.it,
Adoc, Anlaids, Assif, Ciai, Convol, CSVnet, Istituto Italiano Donazione, Lav,
Turisport Europe e Progetto Italia.
Cos'è il 5 per mille
Con il termine “cinque per mille” viene definito il meccanismo con cui cittadino-contribuente può vincolare, appunto, il 5 per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) al sostegno di enti che svolgono attività ritenute socialmente rilevanti: non profit, attività di ricerca scientifica e sanitaria, ma anche attività sportiva dilettantistica riconosciuta dal Coni.
Il 5 per mille è un istituto che è stato previsto in via sperimentale con la legge finanziaria per il 2006 (relative quindi ai redditi dell’anno 2005) e poi confermato negli anni successivi. E fin dal primo anno della sua applicazione il meccanismo ha ottenuto, da parte dei contribuenti italiani, un’adesione maggiore di ogni previsione: proprio nel 2006 quasi 16 milioni di contribuenti hanno effettuato la destinazione, su un totale di 26.391.963 dichiarazioni (superate le previsioni fatte in sede di finanziaria per il 2006 che ipotizzavano un’adesione intorno al 40 per cento; questa ha invece superato il 60 per cento). Si tratta di un meccanismo che valorizza la scelta del contribuente, mira a finanziare attività importanti senza oneri aggiuntivi per lo Stato e che nasce sulla scia di un’altra popolare misura, stavolta mirante a destinare una quota dell’imposta Irpef alla Chiesa: l’8 per mille. Con due differenze: la prima è la tipologia e il numero degli enti. Del 5 per mille beneficiano come abbiamo visto enti di natura privata che promuovono attività solidaristiche. L’8 per mille è invece destinato a sei confessioni religiose e allo Stato. La seconda differenza sta nella destinazione di quella parte di fondi che non sono stati assegnati ad alcun soggetto. Se il contribuente non sceglie, la parte del 5 per mille viene trattenuta dallo Stato per la spesa corrente. Nel caso dell’8 per mille, invece, la stessa parte viene distribuita proporzionatamente tra gli enti.
Il primo anno (2006) le risorse erogate totali sono state 345 milioni di euro (dei quali 192 milioni destinati al volontariato); nel 2007 le risorse (fu messo un tetto per 400 milioni di euro) sono state 371 milioni; l'anno successivo 415 (ancora una volta con un tetto di 400 milioni), per gli anni 2009-2010 non ci sono ancora i dati sull'erogato, ma c'è un tetto di 400 milioni. E per il 2011, al momento, il tetto è stato fissato a 100 milioni, con una riduzione del 75 per cento, una cifra chiaramente inferiore alle preferenze di solito espresse dai contribuenti . Fatto, questo, che ha scatenato le proteste di enti e associazioni.
Riconoscimento
Possono iscriversi negli elenchi degli enti destinatari del 5 per mille le associazioni e le fondazioni che abbiano ottenuto il riconoscimento e che operino senza scopo di lucro. I settori di attività che danno diritto (qualora gli enti abbiano vista riconosciuta la loro personalità giuridica) a partecipare al riparto della quota del 5 per mille sono: assistenza sociale e socio-sanitaria; assistenza sanitaria; beneficenza; istruzione; formazione; sport dilettantistico; tutela, promozione e valorizzazione delle cose d’interesse artistico e storico; tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente (con esclusione dell’attività esercitata abitualmente di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani); promozione della cultura e dell’arte; tutela dei diritti civili; ricerca scientifica di particolare interesse sociale.
Gli elenchi dei beneficiar i
L’elenco del volontariato è curato dall’Agenzia delle Entrate. L’Agenzia effettua il censimento delle dichiarazioni sostitutive (il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri prevede che vada inviata, a pena di decadenza dal beneficio, una dichiarazione sostitutiva entro un certo termine. Dunque, chi non la presenta o la presenta oltre il termine indicato viene escluso). Poi ci sono i controlli amministrativi sulla veridicità delle dichiarazioni, che vengono effettuati sulle dichiarazioni validamente presentate (cioè quelle pervenute entro il termine stabilito). In particolare le Direzioni regionali delle Entrate sono chiamate a verificare e se un ente dichiara di possedere i requisiti per accedere al beneficio: se in sede di controllo viene riscontrato che non li possiede viene, ovviamente, escluso. Naturalmente ciascuna Amministrazione (Coni, Ministero della Salute, Ministero della Ricerca ecc… ) effettua i controlli sugli enti di propria competenza e trasmette, poi, all’Agenzia delle entrate, per la pubblicazione, l’elenco dei soggetti ammessi e quello dei soggetti esclusi dal beneficio.
L’iter seguito dalla Pubblica amministrazione per la corresponsione del 5 per mille è poi particolarmente complesso e nella pratica si è rivelato fonte di notevolissimi e ingiustificati ritardi nell’assegnazione delle somme ai beneficiari.
La platea dei potenziali beneficiari nel 2010…
Per il 2009 e il 2010 ancora risulta difficile sapere numeri e importi e la lista definitiva non è stata ancora ufficializzata. Secondo quanto reso noto dall’Agenzia delle Entrate, per il 2010 sono 55.364 i soggetti “accreditatisi” per il 5 per mille. Ai 47.261 enti iscritti nei quattro elenchi pubblicati, vanno infatti aggiunti gli 8.100 comuni italiani, i quali potranno ricevere le preferenze dei cittadini residenti in ciascuno di essi, da destinare al finanziamento delle attività sociali svolte. In sintesi, i beneficiari potenziali (qualora abbiano dimostrato di avere i requisiti in regola) sono: 40.570 enti di volontariato (onlus, associazioni di promozione sociale, fondazioni); 239 tra enti di ricerca scientifica e università; 6.358 associazioni sportive dilettantistiche; 97 enti della salute.
… e quella nel 2009
Secondo i dati dell'Agenzia delle Entrate, c’è stata una crescita significativa rispetto al 2009 nel numero dei potenziali beneficiari, ma sono diminuiti gli enti dell'Università e della ricerca. In particolare, nel 2009 i beneficiari erano 46.361, tra i quali figuravano: 31.884 enti di volontariato (31.849 nel 2008), 5861 associazioni sportive dilettantistiche (5855), 423 enti di ricerca e università (421), 93 enti di ricerca sanitaria (93). Più, ovviamente, i comuni italiani. Per sapere quanti sono effettivamente i beneficiari, l’ultimo riferimento utile è quello del 2008, anno in cui per esempio (come vedremo) si sono iscritte agli elenchi un gran numero si associazioni sportive dilettantistiche. Di queste, però, sono una parte esigua è stata ammessa. Da qui probabilmente il calo del numero di iscritti nel 2009 e nel 2010.
Qual è stato l’importo delle donazioni relative al 5 per mille degli italiani? Su quali enti o associazioni si sono indirizzati? Chi è che fa la parte del leone e chi, invece, deve accontentarsi delle “briciole”? Il 2008 è l’ultimo anno su cui è possibile avere dei dati dall’Agenzia delle Entrate. Siamo andati a vedere, allora, come è andata nell’anno in questione e abbiamo cercato di fare dei raffronti con l’anno precedente, il 2007.
Oltre 400 milioni di euro nel 2008
L’importo complessivo del 5 per mille nel 2008 è stato di 415.615.826 euro (da tale importo vanno sottratti gli importi attribuiti a enti esclusi dal beneficio, una somma che è stata pari a 18.095.007 euro). Nello specifico, ai 26.596 enti del volontariato ammessi sono andati 265.854.389; ai 333 enti di ricerca ammessi sono andati 63.994.402, ai 90 enti della ricerca sanitaria 65.935.828 euro e alle 1.152 associazioni sportive dilettantistiche ammesse (ben 41.589 sono state escluse) sono andati 1.736.200 euro.
Sono stati oltre 14 milioni (14.652.686) i contribuenti che hanno espresso la loro preferenza per un settore di attività o per un singolo ente. I due terzi delle scelte vengono espresse con l’utilizzo del Modello 730 (10.413.306), mentre solo il 28 per cento dei contribuenti che utilizzano l’Unico (4.091.613) decide di attribuire il proprio voto. Per quanto riguarda il 2007, invece, 15.618.714 sono stati i contribuenti che hanno espresso la loro preferenza per un settore di attività e per un singolo ente. Per 2.075.150 di questi contribuenti la scelta è stata tuttavia ininfluente (la loro dichiarazione ha presentato un’imposta pari a zero). La maggior parte dei contribuenti (9.861.142) ha espresso il proprio volto in favore di uno specifico ente, mentre 3.682.422 si sono pronunciati a favore di un settore generico. Nelle scelte singole risultano premiati ampiamente gli enti del volontariato (7,9 milioni di voti), seguiti dagli enti della ricerca scientifica (1.071.768) e dagli enti della sanità (815.870).
Importi medi
Facendo un raffronto per i primi tre anni di applicazione del 5 per mille, si nota una costante crescita della misura, che sembra incontrare il favore degli italiani (eccezion fatta per una leggera flessione del 2007). In generale, nel 2006 ai 37.260 enti iscritti (ammessi e non ammessi) sono andati 345.292.477 euro; nel 2007, a 32.365 enti sono andati 371.669.635,34 euro. E nel 2008, ai 77.015 enti sono toccati 415.615.826 euro. Ma a fronte di un ingente importo generale e di enti che riescono a canalizzare un importante volume di donazioni, va detto che gli importi medi sono decisamente modesti. Dai conteggi effettuati, infatti, si rileva che la media degli importi è di 28,36 euro (nell’anno precedente era stato di 27,14 euro).
Distribuzione delle scelte
In fatto di 5 per mille, le scelte espresse a favore dei singoli soggetti sono concentrate, in larga massima, su un numero di enti limitato e ovviamente molto noti per le attività svolte. Gli altri “voti” risultano in gran parte polverizzati tra una platea di beneficiari davvero molto ampia. E in questo contesto molto modesta risulta l’incidenza delle scelte destinate alle associazioni sportive dilettantistiche. Nel 2008 11 beneficiari (di cui 8 enti del volontariato) hanno ottenuto oltre 100 mila scelte, 13 soggetti hanno ottenuto tra 50.001 e 100 mila voti, 66 soggetti beneficiari hanno avuto da 10.001 a 50 mila scelte e via via a crescere. La fetta più ampia dei beneficiari (7.313) ha avuto da 21 a 50 scelte. In totale le scelte “espresse” dai contribuenti italiani sono state 11.159.516.
Quanto agli importi, 2 soli i soggetti beneficiari che hanno avuto oltre 10 milioni di euro, entrambi del settore ricerca e sanità. In 39, invece, hanno ottenuto tra 1.000.001 e 10 milioni di euro. La maggior parte (11.543 enti) ha ricevuto tra 1001 e 5 mila euro . La quasi totalità di questi (11.424) sono associazioni di volontariato. Da segnalare che 2537 soggetti (tra i quali 2534 associazioni di volontariato) non hanno ricevuto alcuna somma. Anche per il 5 per mille del 2007, la fetta più consistente risulta appannaggio di pochi enti di ricerca scientifica e sanitaria. A tre di loro sono andati infatti importi per oltre 10 milioni di euro (1 ente di ricerca, 2 sanitari), mentre la parte residua è stata distribuita in maniera modesta su una vastissima platea di soggetti. Anche in questo caso la maggior parte di beneficiari (11.306, si cui 11.135 enti di volontariato) ha avuto da 1001 a 5 mila euro. Quest’ultimo dato non va comunque sottovalutato: se è vero che mille euro possono essere considerati un supporto economico e poco altro, va anche detto che una somma tra mille e 5 mila euro può rappresentare anche una bella fetta di bilancio per moltissime associazioni, molte delle quali piccole o medio-piccole.
Il 5 per mille, nonostante i ritardi delle erogazioni, si conferma nel tempo uno strumento su cui ben il 90 per cento delle organizzazioni non profit fa affidamento. Il dato emerge dall’indagine “La generosità batte la crisi? Rilevazione giugno 2010”, realizzata dall’Osservatorio di sostegno al non profit sociale dell’Istituto italiano della donazione, che incrocia i suoi dati con quello che riflette l’incidenza del 5 per mille sul totale delle entrate delle associazioni. L’indagine ha analizzato un campione di 104 realtà e ha rilevato come il 52% delle organizzazioni italiane attribuisce agli introiti derivanti dal 5 per mille un’incidenza maggiore del 5 per cento sul totale dei propri proventi. E di questa percentuale (52 per cento), il 18 per cento segnala un’incidenza degli introiti 5 per mille superiore al 15 per cento del totale delle proprie entrate.
Vincono le grandi
Abbiamo visto che spetta agli enti di ricerca e sanità la quota di fondi maggiore negli anni 2008 e 2007. Pochi in numero, ingente il volume delle donazioni. Interessante, però, è anche la verifica della distribuzione delle scelte e degli importi destinati agli enti di volontariato ammessi. In questo caso il raffronto è tra i dati del 2008 e quelli del 2006. Sia nel 2008 che nel 2006, in cima alla lista degli enti di volontariato “premiati” dai contribuenti ci sono grandi e famose organizzazioni. Tra le prime 15-20 troviamo infatti Medici senza Frontiere, Emergency, Unicef, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), l’Ail, le Acli, la Lega del Filo d’Oro, l’Auser, la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, l’Ant, nonché l’associazione Radio Maria, il Movimento cristiano lavoratori, la Fondazione Ospedale pediatrico Meyer, Vidas, l’Associazione Opera San Francesco per i poveri, l’Associazione italiana celiachia, il Wwf, Actionaid, ecc…
Cambia magari la posizione, ma sempre loro sono ai primissimi posti della potenziale classifica. Nel 2008, nello specifico, Medici senza Frontiere è stata premiata con 229.275 scelte, per un importo di 9.201.601 euro. Emergency ha avuto invece 262.461 scelte e 9.111.565 euro. Terza l’Unicef Italia, con 237.318 scelte e 7.654.163 euro. Sopra le 200 mila scelte (204.802) anche l’Airc, cui sono andati 5.972.402 euro, e l’Auser (213.405) premiata con 3.478.234 euro.
Incidenza
Interessante verificare quanto le prime associazioni per importi ricevuti incidano sul totale delle “donazioni” effettuate nel 2008 a favore del volontariato. Bene: le prime 25 della lista hanno ricevuto 75.209.773,64 euro, pari quasi al 30 per cento (per la precisione 28,29 per cento) dell’intero ammontare degli importi devoluti alla categoria (in totale 265.854.389,34 euro). Ma andiamo avanti: le prime 50 associazioni hanno preso il 60% degli introiti generali (159.999.246,68), le prime 100 il 68,7 per cento (182.599.625,43), le prime 200 associazioni ben il 72,8 cento (193.575.079,3). In sostanza, lo 0,75 per cento (200) delle 26.596 associazioni di volontariato aventi diritto riesce a portare a casa quasi il 73 cento delle erogazioni, vale a dire i tre quarti della “torta”.
5 per mille - Distribuzione delle scelte e degli importi per onlus ed enti del volontariato ammessi al beneficio alla data del 10 Febbraio 2010 – Importi relativi al 2008
Denominazione
N. scelte
Importo totale
1
Medici senza frontiere
229.275
9.201.601,47
2
Emergency
262.461
9.111.565,37
3
Unicef Comitato italiano
237.318
7.654.163,52
4
Ass. italiana ricerca sul cancro
204.802
5.972.402,11
5
Ail – Ass. italiana contro le leucemie
157.596
4.892.048,54
6
Ass. cristiane lavoratori italiani
196.151
4.008.272,95
7
Auser
213.405
3.478.234,07
8
Lega del filo d’oro
96.681
3.367.441,29
9
Fondazione Piemontese ricerca sul cancro
103.430
3.019.372,13
10
Fondaz. Ant Italia
92.056
2.759.420,23
11
Ass. World Family of Radio Maria
73.365
2.196.734,00
12
Movimento cristiano lavoratori
95.912
1.930.144,01
13
Fondaz. Ospedale pediatrico Meyer
62.075
1.869.219,50
14
Vidas
33.226
1.797.271,21
15
Ass. Opera S. Francesco per i poveri
38.221
1.650.843,32
16
Fondaz. L’albero della vita
49.058
1.573.954,58
17
Ass. italiana celiachia
51.061
1.559.501,21
18
Wwf
37.037
1.336.51,96
19
Actionaid
35.625
1.324.805,81
20
Ass. Missioni don Bosco-Valdocco
35.329
1.293.482,59
21
Lav – Lega antivivisezione
38.155
1.215.334,11
22
Save the children
27.625
1.169.538,59
23
Inipa – Ist. Istruz. Prof. agricola
75.020
1.013.851,41
24
Amref Italia
26.388
936.712,39
25
Fondaz. Grigioni per morbo Parkinson
22.969
877.207,27
26
Amnesty International Sez. Italia
22.109
846.910,49
27
Fondazione italiana per il notariato
1.081
776.509,95
28
Fondazione Città della speranza
21.213
718.639,14
29
Pimedit Onlus
18.968
706.784,41
30
Croce rossa italiana
24.699
679.532,64