Don Lucio Galbiati, responsabile della comunità pastorale “Regina dei Monti”, cinque parrocchie in altrettanti comuni in Valsassina, provincia di Lecco, diocesi di Milano afferma che loro di orari sostanzialmente non ne hanno. «Anche in passato, quando sono stato parroco in pianura, si cercava di essere il più possibile disponibili e di tenere la chiesa e la segreteria parrocchiale aperte per incontrare le persone. La parrocchiale apre la mattina verso le 6.20 e chiudiamo alle 19. Personalmente cerco anche di essere presente in confessionale, soprattutto il sabato pomeriggio. Quando, per forza di cose, la chiesa o la segreteria sono chiuse la gente sa che può trovarci, o telefonando oppure a casa. In questo senso la disponibilità è massima».
«Andare oltre gli orari: avere questo coraggio, di trascurare e andare oltre gli orari». Lo ha affermato papa Francesco durante il Giubileo dei diaconi in Vaticano. Il pontefice ha detto a chiare lettere: «Mi fa male il cuore quando in una parrocchia vedo l’orario: “Dalla tal ora alla tal ora”. Invitando poi le parrocchie a essere il più possibile aperte e disponibili alla gente».
«Esserci in modo costante per incontrare persone e facilitare l’incontro di chi entra in chiesa con Gesù» è il segreto secondo don Mauro Mergola, direttore dell’Oratorio san Luigi e parroco di Santi Apostoli Pietro e Paolo a Torino, dell’afflusso continuo di giovani nella chiesa aperta nel quartiere San Salvario il sabato sera. Un’iniziativa nata per accogliere i ragazzi della movida torinese che affollano la piazzetta antistante «una chiesa sempre aperta, custodita e accogliente che il sabato sera apre le porte dalle 21.30 alle 2, 3 di notte».
Alla richiesta di accogliere sempre don Umberto Rotili, da sei mesi parroco alla Beata Maria Vergine della Misericordia, nel centro di Fabriano fa una precisazione: «È possibile e doveroso, ma distinguiamo chi ha realmente bisogno da chi viene in parrocchia all’ora che gli pare solo per un “capriccio”. Qui da noi siamo sempre disponibili e abitando nella canonica la gente viene a qualunque orario. La porta è sempre aperta e chi ha bisogno trova da mangiare, da vestire o comunque una risposta, ma ci vuole anche l’accortezza di educare al rispetto degli orari altrui, distinguendo il reale bisogno dal ‘capriccio’, che porta a venire fuori orario per maggiore comodità».
Per don Concetto Reveruzzi, parroco di Santa Maria Annunziata di Colonnella a Rimini, «l’invito del Papa “ad avere coraggio di andare oltre gli orari” nelle parrocchie è fondamentale. Io ci credo molto. La prima cosa che ho fatto quando sono arrivato a Rimini meno di un anno fa è stata tenere aperta la chiesa dalle 7 del mattino alle 20, subendo anche qualche critica da parte di alcuni parrocchiani che avevano paura dei ladri. Ma c’è stata una gratificazione grande di tante persone anche perché siamo vicini all’ospedale in una zona di continuo passaggio. Una scelta apprezzata anche da chi lavora, che spesso viene in pausa pranzo fermandosi in preghiera davanti al Santissimo».
Don Reveruzzi condivide l’importanza di una presenza costante: «La gente ha bisogno di un riferimento, soprattutto in alcuni momenti particolarmente difficili o drammatici. Un impegno che non è solo del parroco, ma anche dei diaconi e dei laici che collaborano; il risultato è che c’è tanta gioia, perché se ti spendi per gli altri il Signore ti ricompensa». «Se non ci si apre, invece, c’è il rischio di parlarci addosso, pensando ai nostri gruppetti. La chiusura crea invece tensione. Se noi avessimo tenuto chiusa la chiesa in certi orari, magari non saremmo venuti a conoscenza di persone o situazioni di sofferenza o di povertà materiale che invece abbiamo potuto avvicinare».
C'è poi una chiesa, a Genova, che ha preceduto l'appello del Papa a rimanere sempre aperta. È quella del Santissimo Sacramento e Adorazione Perpetua di Genova Sampierdarena. «La cappella adiacente alla nostra chiesa è sempre aperta, tutti i giorni, anche alla notte, e se arriva una persona nel bisogno, c'è sempre qualcuno in grado di accoglierla: laico o sacerdote. Io stesso, come altri sacerdoti, sono presente ogni settimana per almeno un turno di adorazione notturno», dice il parroco don Nazario Caviglia.
Nella cappella adiacente alla chiesa, infatti, si svolgono turni di preghiera continuata, 24 ore su 24 tutto l'anno». «Per venire da noi - ha aggiunto don Guido Oliveri, padre spirituale del Seminario di Genova - non è necessario o obbligatorio avere qualche turno da coprire. Basta venire, entrare senza chiedere permessi, e stare quanto si vuole senza dover avvisare nessuno. Il locale a disposizione è riscaldato, è provvisto dei servizi igienici. Inoltre la parrocchia mette a disposizione anche un piccolo parcheggio».
L'esperienza dell'adorazione perpetua è iniziata il 1 maggio del 2004 e da allora circa 500 persone, sacerdoti e laici, si alternano in maniera continuata per sostare in preghiera nella cappella e per garantire accoglienza a chi volesse partecipare. «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro, ha detto Gesù» ricorda don Olivieri. «Chi viene da noi a pregare prega come crede e ama, come sa e può, e può mettere di fronte al Signore quello che ha in cuore e a cuore; pensieri e desideri, pene e preoccupazioni, problemi e guai, bisogni materiali e spirituali, mali e peccati».
Don Enrico Campino, infine, è il parroco della chiesa Santissimo Salvatore di corso dei Mille, a Palermo, la parrocchia di origine di don Pino Puglisi, dove il sacerdote ucciso dalla mafia è cresciuto e ha vissuto i suoi primi 4 anni di sacerdozio. Dall’ottobre 2013 ha iniziato l’esperienza dell’adorazione eucaristica perpetua, in cui sono coinvolte più di 200 persone. “La nostra chiesa – spiega don Campino, commentando le parole pronunciate domenica dal Papa – resta aperta senza interruzioni tutti i giorni e tutte le notti, anche a Ferragosto e a Capodanno, grazie al contributo determinante dei laici, perfettamente organizzati con una turnazione rigorosa a cui io, unico sacerdote, faccio da supervisore”.
A ciò si accompagnano le attività tradizionali della parrocchia, che comprende, tra gli altri, gli Scout, i Focolarini, la Caritas, l’Azione cattolica (il gruppo più numeroso della diocesi). A breve è prevista inoltre l’apertura di una mensa per i poveri. L’adorazione perpetua resta per don Campino “il vero miracolo”, perché “attira un flusso continuo di fedeli e tantissima gente che magari non metteva piede in chiesa da anni”. “Anche nei giorni feriali – prosegue – la parrocchia pullula di gente come nei giorni festivi, e perfino nel mese di agosto, in cui tradizionalmente si svuotava”. La differenza rispetto al passato si vede, a partire dalle confessioni, in continuo aumento.