Nel giorno in cui si celebra una delle ricorrenze più sentite dai napoletani, l'Immacolata Concezione, dalla Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli si leva un appello, quasi un grido. Durante la celebrazione eucaristica e l'atto di affidamento di Napoli all'Immacolata Concezione la voce che si leva è di speranza, di riscatto ma anche di ribellione. È quella che viene dalle parole dell'arcivescovo Mimmo Battaglia, che nella sua accorata omelia nel ricordare la gioia e l'amore della Vergine Maria per quel sì detto all'arcangelo Gabriele, riporta il discorso alla dimensione quotidiana di amore e riscatto.
“Dove sei uomo, dove sei donna, dove sei Napoli, dove sei umanità, dove sei terra?” si chiede don Mimmo Battaglia. Così ci chiede la Chiesa. Una Chiesa, comunità, che analizza il vero problema, il vero peccato originale cioè l'indifferenza. “Ecco il vero problema: il nostro essere in fuga”, spiega il vescovo, “E questa è la vera macchia, questo è il peccato: essere in fuga o, se volete, essere nella diffidenza. Credo che questa sia anche la radice dei mali che oggi attraversano la nostra città. La diffidenza che si trasforma nel lavarsi le mani nei confronti dell’altro, nel disinteressarsi di lui, nell’indietreggiare rispetto alla responsabilità della comune vocazione, nel rifiutare un destino condiviso di luce per pensare unicamente al proprio percorso ombroso”.
Il pensiero di Battaglia non esula mai dall'amore per la sua comunità, per la sua città. “Il contrario dell’indifferenza è la cura! E Dio sa quanto la nostra città ha bisogno di ripartire dall’etica della cura. Napoli, tu hai bisogno dell’eccomi di tutti i tuoi figli! Hai bisogno che tutti, a partire dalla loro condizione e responsabilità, facciano un passo avanti nel sentiero della cura. Sei tu, terra nostra, a chiederci con insistenza e urgenza quest’impegno del cuore e della mente. E per chi crede, è attraverso il tuo grido di città ferita che Dio parla, interpella, chiama la Chiesa”.
Non parla per astratto, don Mimmo. Il suo cuore è rivolto ai figli, a quelli meno fortunati. A quella Napoli che chiede “di prenderci cura di loro: del loro bisogno di relazioni autentiche, della loro necessità di luoghi di aggregazione sani, del loro appello ad un mondo adulto che troppe volte non riesce a vederli o peggio, inquinato dalle logiche del mercato e del consumo, li usa come passivi destinatari di messaggi occulti”.
Ed è per questo che don Mimmo Battaglia ha deciso di fare visita ai piccoli pazienti dell'ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove ha incontrato il personale medico e paramedico impegnato ogni giorno ad alleviare sofferenze e ad occuparsi per più piccoli. Il vescovo ha inaugurato la “stanza delle meraviglie”, uno spazio con giochi, libri e colori per far sentire a casa i bimbi che sono ricoverati, una stanza speciale inaugurata con una musica composta per i più piccoli dal maestro Giovanni Allevi.
Don Mimmo ha visitato anche il reparto di Neurochirurgia dell'ospedale napoletano fermandosi a parlare con pazienti, familiari e operatori sanitari. Non sono mancati i doni grazie all’associazione "Artis Suavitas Aps" dell’avvocato avellinese Antonio Larizza che ha provveduto non solo alla stanza delle meraviglie ma anche al sorriso dei bimbi grazie ad un Babbo Natale che ha consegnato loro regali semplici.
“Per noi la solidarietà è parte della cura” ha spiegato Rodolfo Conenna, direttore generale dell'Aorn Santobono Pausillipon. Battaglia, visibilmente emozionato, ha sottolineato che quella di oggi è stata la prima visita da arcivescovo nell'ospedale pediatrico, dove in passato si era recato per fare visita ai bimbi della comunità sannita. Perchè da sempre i più piccoli sono al centro del cuore di don Mimmo. “A volte corriamo il rischio di credere che l’emergenza riguardi solo alcune zone della città, solo alcuni strati della popolazione giovanile ma non è così: i nostri ragazzi hanno bisogno di cura, di attenzione, di un solido mondo adulto capace di indicare con materna disponibilità e con cura paterna direzioni di senso, orientamenti di vita, strade di significato”.