Una preghiera per dire la vicinanza al popolo romano, per affidarlo alla Madonna e per chiedere che quanti fanno più fatica siano ascoltati soprattutto dalle istituzioni. Papa Francesco, a piazza di Spagna, come tutti gli anni, rende omaggio all’Immacolata. Lo fa con una sua preghiera che recita ad alta voce: «Nel giorno della tua festa, tanto cara al popolo cristiano, vengo a renderti omaggio nel cuore di Roma», dice Bergoglio «Nel mio animo porto i fedeli di questa Chiesa e tutti coloro che vivono in questa città, specialmente i malati e quanti per diverse situazioni fanno più fatica ad andare avanti». Ringrazia per quanti hanno «sperimentato la tua intercessione». Penso, dice Francesco, «anche a una grazia ordinaria che fai alla gente che vive a Roma: quella di affrontare con pazienza i disagi della vita quotidiana. Ma per questo ti chiediamo la forza di non rassegnarci, anzi, di fare ogni giorno ciascuno la propria parte per migliorare le cose, perché la cura di ognuno renda Roma più bella e vivibile per tutti; perché il dovere ben fatto da ognuno assicuri i diritti di tutti».
Prega per i governanti, con al fianco anche la sindaca Virginia Raggi e il presidente della Regione Nicola Zingaretti, «pensando al bene comune di questa città». «Ottieni per loro saggezza, lungimiranza, spirito di servizio e di collaborazione», dice Francesco. E poi affida alla Madonna anche «i parroci, i viceparroci, i preti anziani che col cuore di pastori continuano a lavorare al servizio del popolo di Dio,
i tanti sacerdoti studenti di ogni parte del mondo che collaborano nelle parrocchie». E, infine, chiede «in questo tempo di Avvento, pensando ai giorni in cui tu e Giuseppe eravate in ansia per la nascita ormai imminente del vostro bambino, preoccupati perché c’era il censimento e anche voi dovevate lasciare il vostro paese, Nazareth, e andare a Betlemme… Tu sai cosa vuol dire portare in grembo la vita e sentire intorno l’indifferenza, il rifiuto, a volte il disprezzo». Ed è per questo, conclude papa Francesco, che «ti chiedo di stare vicina alle famiglie che oggi a Roma, in Italia, nel mondo intero vivono situazioni simili, perché non siano abbandonate a sé stesse, ma tutelate nei loro diritti, diritti umani che vengono prima di ogni pur legittima esigenza».
Al termine della preghiera papa Francesco, andando verso Santa Maria Maggiore si è poi fermato nella sede del Messaggero per salutare dirigenza e lavoratori del quotidiano romano che compie 140 anni.