Al 27 settembre 2011 erano 6.946, sparsi in tutta Italia. Quelli in comunità, oggi, sono 2.456. I minori extracomunitari non accompagnati, giunti nel nostro Paese oltre un anno fa, rischiano di essere nuovamente allo sbando. Perché il Governo non versa più i fondi necessari a chi li assiste.
«Quanto possiamo resistere? Il tempo di arrivare al 30 luglio. Poi, diciamo a ottobre-novembre, saremo tutti costretti a chiudere». Antonio Di Pinto è uno delle centinaia di responsabili di comunità di accoglienza che si sono fatte carico dei minori stranieri arrivati all’epoca delle “primavere arabe” dal Nordafrica, provenienti soprattutto dalla Tunisia e dalla Libia. Ed è anche il coordinatore della sessantina di comunità che hanno lanciato nei giorni scorsi un appello disperato per ottenere finalmente il pagamento dei fondi che il Governo non versa da oltre un anno. «Sedici mesi, per l’esattezza», aggiunge Di Pinto.
Una vicenda paradossale e incredibile, cominciata all’epoca degli
sbarchi massicci sulle coste di Lampedusa e della Sicilia, nella
primavera del 2011. Insieme alle migliaia di uomini e donne,
attraversarono il Mediterraneo tanti bambini e ragazzi, molti di loro
non accompagnati. Quanti erano? Lo dice con precisione la Relazione sui
minori stranieri non accompagnati elaborata dalla Commissione
parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, del 27 marzo 2012: «Se nel
2010 il totale dei minori giunti nel nostro Paese ammontava a 1.035, di
cui 698 non accompagnati, dal primo gennaio 2011 al 24 settembre, cioè
in nove mesi, ne sono arrivati 4.012, di cui ben 3.739 non
accompagnati».
Alla data del 27 settembre 2011 erano 6.946.Il documento parlamentare spiega anchecosa ne è stato di loro. «Sono
348 quelli che hanno chiesto asilo perché divenuti maggiorenni; 163
hanno presentato istanza di protezione internazionale; 835 si sono resi
irreperibili». «Attualmente», conclude la relazione,«2.456 minori sono
collocati in strutture alloggiative», ossia nelle comunità di
accoglienza di tutto il territorio nazionale, che allora risposero
all’appello del Governo italiano rendendosidisponibili a ospitare i
minorenni stranieri. Se ne presero carico, ma il Governosi dimenticò di
loro: dopo aver stanziato leprime somme nell’emergenza, non ha ma ipiù
pagato un euro.
«Bambini traditi due volte», dice senza mezzi termini l’onorevole Sandra Zampa, del Partito democratico, membro della Commissione per l’infanzia. «La prima quando non fummo in grado di impedire che più di ottocento di loro sparissero,
ossia finissero preda della criminalità e dello spaccio, schiavizzati
nel lavoro nero o, nel caso delle ragazze, imbrigliate nel giro della
prostituzione. Adesso per la seconda volta, perché stiamo portando al tracollo le comunità che li accolsero. Se queste strutture chiuderanno, i ragazzifiniranno su una strada».
La situazione è drammatica. Le comunità più in crisi sono quelle
del Sud, dove Regioni e Comuni hanno potuto anticipare meno, o non
l’hanno fatto per nulla. «Ora le richieste d’aiuto sono disperate»,
sottolinea l’onorevole Sandra Zampa. «C’è chi non riceve soldi da 6
mesi, chi da un anno e oltre. Il rischio di chiusura è imminente».
Pinto: «Il coordinamento che rappresento», dice, «è composto dalle 60
comunità d’accoglienza che hanno lanciato l’appello: ossia 500
operatori, molti dei quali ormai non ricevono lo stipendio da mesi. Ma
siamo una piccola parte del totale. Noi stiamo assistendo 300 minori
stranieri. In totale, i Comuni coinvolti sono 220. Quelli di media e
grande dimensione hanno diverse strutture d’accoglienza, per cui stiamo parlando di almeno 300 realtà sull’orlo del fallimento.
Ci siamo indebitati fin sopra i capelli e le banche hanno smesso da
tempo di anticipare le risorse. Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo per
questi ragazzi, ma ora siamo alla fine».
Dopo il danno c’è il rischio della beffa. Finalmente, nel decreto sulla spending review
(che dovrebbe essere approvato prima della pausa estiva delle Camere) è
stato annunciato un finanziamento di 500 milioni per tuttal’emergenza
Nordafrica, fino a fine 2012. «Il problema», denuncia l’onorevole Zampa,
«è che lo stanziamento arriverà comunque troppo tardi: tra approvazione
del decreto, pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale ed erogazione,
passeranno ancora dei mesi. I fondi arriveranno se va bene tra ottobre e
novembre, mentre servono domani». Per far fronte all’emergenza, Natale
Forlani, direttore generale all’immigrazione del ministero del Lavoro e
politiche sociali, ha convocato un incontro per il 30 luglio prossimo.
Incontro che le comunità d’accoglienza considerano decisivo per la loro
sopravvivenza: «Occorre una soluzione immediata», conclude Antonio Di
Pinto, «o un anticipo dei fondi da parte del Governo, oppure l’accordo
con una banca che metta a disposizione le somme fino all’autunno. Va riconosciuto per altro che, seppure in totale penuria di risorse, il ministero ha fatto un grosso lavoro di coordinamento».
Che i finanziamenti stiano per arrivare lo conferma il sottosegretario al Lavoro e politiche sociali Cecilia Guerra: «Dei 500 milioniprevisti nel decreto spending review», dice, «per i minori stranieri ci saranno 30 milioni, sia
per sanare il pregresso sia per coprire ilfabbisogno dell’intero 2012. È
vero però che, considerati i tempi di approvazione, il finanziamento
non arriverà prima di settembre. Data l’estrema urgenza, sono certa che
tutti, sia noi sia la Protezione civile – che ha la competenza anche sui
minori –, faremo il possibile per accelerare i tempi. Nel 2011 la
risposta all’emergenza è stata pronta. Lo faremo anche ora. Non va
dimenticato che sono stati realizzati interventi importanti: si sta
completando il sistema informatico che permette lo scambio di
informazioni in tempo reale, e stiamo lavorando a un progetto di tutela e
integrazione per il quale le risorse sono già disponibili:abbiamo
avviato un programma d'iformazione e avvio al lavoro che prevede una
dotazione di 5 mila euro per 840 minori».