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venerdì 28 marzo 2025
 
 

Immigrati, la Firenze multietnica abbraccia il Papa

09/11/2015  Sono circa mille gli stranieri previsti allo stadio Artemio Franchi per la Messa celebrata da Bergoglio, che il 10 novembre interviene al quinto Convegno ecclesiale nazionale. Francesco arriva da Prato, che ospita 35 mila stranieri provenienti da 120 nazioni diverse, di cui 15 mila cinesi.

Saranno circa un migliaio i cittadini immigrati che vivono a Firenze e che domani parteciperanno alla Messa celebrata da Papa Francesco allo Stadio “Artemio Franchi”. Tra questi circa 400 quelli che saranno accompagnati dall’Ufficio Migrantes della diocesi fiorentina. A Firenze, secondo i dati del Comune, nel 2013 vivevano oltre 55 mila cittadini stranieri, il 14 per cento della popolazione. Tra le comunità presenti la maggioranza proviene dalla Romania, dal Perù, dall’Albania, dalla Cina e dalle Filippine.

Domani però non sarà il solo incontro che il Pontefice avrà con i migranti in occasione della sua prima visita in Toscana. Papa Bergoglio, infatti, nella prima mattinata, arriverà a Prato, una città che ospita circa 35mila stranieri provenienti da 120 nazioni diverse, di cui circa 15 mila cinesi. La comunità cattolica cinese di questa città - oltre un centinaio di persone -  si riunisce da quindi anni ogni domenica nella parrocchia dell’Ascensione al Pino affidata oggi dal vescovo Franco Agostinelli, membro della Commissione Cei per le Migrazioni, ai francescani. E sarà proprio un frate di questa comunità, padre Paolo Hui, che celebra la messa in cinese ogni domenica, a portare il suo saluto al Pontefice. «Devo dire che la comunità cinese è in fibrillazione perché vorrebbero non solo poter vedere e ascoltare il Papa ma anche parlargli, dirgli qualcosa», ha detto alla Radio Vaticana padre Roberto Bellato, uno dei frati francescani che guidano la parrocchia.

Una realtà molto eterogenea quella dei migranti a Prato «veramente», dice il vescovo Agostinelli, «una multiforme e variegata presenza che si impegna dal punto di vista sociale e dal punto di vista ecclesiale, al fine di quell’evangelizzazione con la quale vorremmo confrontarci con questi nostri fratelli che vengono da lontano». Nella stessa città vivono, oggi, anche trecento richiedenti asilo che, in attesa dell’ottenimento dello status di rifugiato politico, si impegnano in corsi di italiano e attività di volontariato.

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