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sabato 12 ottobre 2024
 
 

Immigrati, da noi è sempre emergenza

12/04/2012  Siamo alla vigilia, come ogni anno in primavera, di nuovi sbarchi di migranti sulle nostre coste. Eppure siamo sempre in "emergenza", mai davvero pronti e organizzati.

Ogni anno con la primavera arrivano anche i migranti via mare. Dov’è la novità? Eppure, nonostante il costante ripetersi dell’evento, tra le autorità si riscontra sempre una certa sorpresa, come se ogni anno ci si aspettasse il miracolo. Nonostante la geopolitica ci suggerisca di stare allerta – una perdurante instabilità in Libia, la violenza e la carestia nel Corno d’Africa, lo Yemen stremato dalla repressione del regime – questo ostinato ottimismo non induce a predisporre piani d’intervento e dunque ogni volta ci si ritrova immancabilmente in “emergenza”.

A complicare le cose poi, quest’anno, ci sono anche altri fattori sopraggiunti. Il centro d’accoglienza di Lampedusa è chiuso da quando in settembre è stato dato alle fiamme e questo significa che sull’isola non vi è una struttura attrezzata per il primo soccorso dei migranti. Anche uno sbarco di 80 persone rischia di diventare un problema. Inoltre Lampedusa, con un’ordinanza del ministero dei Trasporti del 24 settembre scorso, è stata dichiarata “porto non sicuro”. Il che non consente lo sbarco dei migranti soccorsi in mare e impone a chi li ha salvati di portarli fino in Sicilia, cioè di affrontare altre sette ore di navigazione.


Per le imbarcazioni commerciali questo onere diventa molto pesante e in alcuni casi potrebbe addirittura scoraggiare il salvataggio. Per la Guardia costiera e la Guardia di finanza, invece, significa sguarnire il mare intorno a Lampedusa di mezzi navali e di non essere in grado di intervenire in caso di ulteriori necessità. Un’ordinanza che discrimina poiché è rivolta ai soli migranti.

Dall’inizio dell’anno sono giunte sull’isola circa 900 persone, in maggioranza somali ed eritrei in cerca di protezione. Un numero modesto se paragonato ai 22 mila dello stesso periodo del 2011, ma tanto è bastato per farsi trovare impreparati. Come d’abitudine, siamo alla vigilia di una nuova “emergenza”.

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