Un sottile strato di ghiaccio sul sentiero e in un attimo si può perdere l’equilibrio. Quando si parla d’incidenti in ambiente nevoso si pensa subito alle valanghe o a situazioni di alpinismo estremo. Ma non è così, dato che un gran numero d’incidenti avviene per “semplici” cadute che niente hanno a che vedere con percorsi impegnativi o salite lungo le cascate di ghiaccio.
Ogni anno nel nostro Paese gli interventi del Soccorso alpino sono circa 7 mila. «Oltre al rischio valanghe o scivolate, in inverno anche l’ipotermia può giocare brutti scherzi: quando tira vento la temperatura atmosferica si abbassa velocemente e il corpo ne risente subito», spiega Elio Guastalli, responsabile del progetto Sicuri in montagna che domenica 21 gennaio ha radunato in diverse località d’Italia più di 5 mila persone fra ciaspolatori, escursionisti e scialpinisti.
Ad organizzare la Giornata nazionale di prevenzione contro gli incidenti in montagna “Sicuri sulla neve” sono stati la Società alpinistica Falc, il Club alpino italiano e il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. «L’obiettivo era sensibilizzare a una fruizione responsabile della montagna, informando sui rischi dell’ambiente nevoso e spiegando come prevenirli», dice Enrico Volpe, direttore della scuola di alpinismo Falc e ideatore dell’iniziativa dopo che nel 2001 la moglie Patrizia Pagani perse la vita proprio in un incidente in valanga.
Con gli anni la Giornata della sicurezza sulla neve, giunta alla 16a edizione, ha coinvolto un numero sempre maggiore di appassionati, fino a diventare un evento nazionale. Dalla Calabria alla Valle d’Aosta, passando per la Toscana e la Lombardia, quest’anno le manifestazioni – “campi scuola” e convegni – sono state 50 in 15 Regioni.
Ai Piani di Bobbio, nel Lecchese, i quasi duecento partecipanti hanno potuto approfondire temi come lo studio del manto del nevoso, per poi cimentarsi in prove d’intervento in valanga anche con l’ausilio del cane da soccorso. «Andare sulla neve è un’attività piacevole, ma ci si deve preparare», hanno spiegato gli esperti. «La consapevolezza comincia con la scelta della gita, che va programmata a seconda delle condizioni niveo-metereologiche, della preparazione fisica e tecnica personale e del gruppo con cui si muove». Per valutare le condizioni metereologiche bisogna consultare i bollettini e saper anche “leggere” i segnali dell’ambiente, una questione non sempre facile vista anche l’instabilità delle ultime stagioni. «Il 2018 è iniziato all’insegna delle nevicate abbondanti, ma tutti ricorderanno come lo scorso anno sia invece stato avaro di precipitazioni», riprende Guastalli. «Nelle ultime stagioni si sono registrate condizioni metereologiche fuori dalla norma: per affrontare in serenità repentini cambi di temperatura, ghiaccio in bassa quota o, viceversa, neve cedevole nei ghiacciai, è necessario sapere ciò che si fa».
Non sempre però una buona preparazione mette al riparo da possibili pericoli. Per questo per chi va sulla neve fuori dalle piste da sci è necessario avere con sé il cosiddetto kit di autosoccorso, composto da apparecchio elettronico – Artva, che emette segnale di trasmissione e ricerca, o Recco, un diodo che riflette il segnale inviato da un detettore –, sonda per individuare i sommersi, e pala per estrarli. «Lo impone la legge regionale (in Lombardia la n. 26/2014) ma è anche una questione di responsabilità e buon senso», dice Fabio Lenti, Guida Alpina e Responsabile tecnico del XIX Soccorso alpino delegazione lariana. In caso di valanga è essenziale infatti che i presenti inizino immediatamente a cercare i dispersi. «Certo il 112 va chiamato subito, ma l’intervento tempestivo dei compagni di gita è essenziale. Bisognare avere il kit di autosoccorso e saperlo usare, basti pensare che se per estrarre a mani nude una persona sotto un metro di neve si impiega un’ora, con la pala possono bastare anche dieci minuti».
Neve fresca di notte poi vento, sole e qualche nuvola durante la mattinata. Anche la giornata ai Piani di Bobbio è stata mutevole, come capita spesso in montagna. «Siamo contenti della partecipazione di tanti ciaspolatori, mentre vorremmo riuscire a coinvolgere maggiormente i freerider, gli amanti dello sci fuoripista», commentano ancora gli organizzatori.
Le attività per le migliaia di appassionati di “Sicuri con la neve” sono state allestite da un notevole numero di volontari: 50 gli istruttori Falc nella sola località dei Piani di Bobbio. Il merito – va riconosciuto – è di Enrico Volpe che, con competenza e passione, ha saputo trasformare un dolore così grande in un’occasione di formazione perché in tanti, sempre di più, possano godere della montagna in sicurezza.