Così Campobasso nel tardo pomeriggio di venerdì 4 luglio. Foto di Annachiara Valle.
Campobasso,
dal nostro inviato
È davvero la Cenerentola d’Italia. Se il viaggio in Calabria si preannunciava difficile per l’asperità dei luoghi e per i problemi che da sempre attanagliano la regione, quello in Molise non sembra meno complicato. Almeno a giudicare da come la regione si è preparata all’arrivo. L’Università degli studi, che ospita l’ufficio stampa, e che lo ospita in Aula magna per il primo degli incontri, guarda, dai suoi finestroni, una città in costruzione e già in decadenza. Con i palazzoni imbracati dalle impalcature, con i vicoli stretti che non si sa dove sbuchino, con le scritte che anche da lontano sporcano l’orizzonte.
Si presenta sobrio, l'odierno viaggio di papa Francesco. Forse fin troppo.
Due bandierine dello Stato della Città del Vaticano in un bar. Foto di Annachiara Valle.
Campobasso non aspetta addobbata a festa, non ci sono bandiere che
sventolano per strada. I suoi abitanti non esternano, almeno finora, la
gioia che hanno dentro. “Siamo abituati a essere discreti nelle nostre
emozioni”, commenta la barista che, invece, ha esposto due bandiere
con i colori del Vaticano.
Il Papa incontra le ferite di questa terra.
A cominciare da quella del lavoro. Un agricoltore e un’operaia della
Fiat, che qui aveva investito negli anni d’oro, danno la loro
testimonianza nel primo incontro in Aula magna.
Una Campobasso blindata attende il Papa. Foto Ansa.
Poi la Messa nell’ex
stadio Romagnoli (il palco ricorda una capanna, e dunque le fatiche dei
pastori, e dunque - anche - una Chiesa compagna di viaggio
dell'umanità), l’adorazione del Santissimo Sacramento in Cattedrale e
l’incontro con gli ammalati. Il pranzo, come ci ha ormai abituati nei
suoi viaggi italiani, è con alcuni poveri della diocesi guidata da monsignor
Giancarlo Bregantini. I commensali accolgono papa Francesco nella
Casa degli Angeli, la nuova struttura della Caritas, che viene inaugurata
proprio oggi dal Papa.
In elicottero lo spostamento a Castelpetroso. Al
santuario dell’Addolorata, dove era già stato nel 1995 Giovanni Paolo
II e dove era programmata la visita di Benedetto XVI prima della sua
rinuncia, papa Francesco incontra i giovani delle diocesi dell’Abruzzo
e del Molise. Da Avezzano il vescovo monsignor Pietro Santoro,
accompagna i ragazzi e saluta il Papa insieme con una giovane.
Non manca, poi, l’incontro con i detenuti della casa circondariale di
Isernia, quello cin gli ammalati nella Cattedrale e con la cittadinanza
intera subito dopo. Dalla piazza della cattedrale il Papa l’ultimo
discorso del papa dal Molise con l’indizione dell’anno giubilare
celestiniano.
Una riproduzione in bronzo della croce pettorale che Francesco porta da 15 anni in dimensioni accresciute ad opera di Paola Patriarchi Marinelli: è il dono che la Regione fa al Papa in occasione della sua visita in Molise. Foto Ansa..
Tra i doni, qualche curiosità. Al Papa vengono infatti vengono regalate anche delle campane. Una, in particolare, offerta dalla Regione, riproduce in bronzo la croce pettorale che Francesco porta da 15 anni. E' opera di Paola Patriarchi Marinelli. Durante la visita ad Isernia, infine, dove il Santo Padre incontra come già detto i detenuti, gli vengono consegnate due
campane. La prima resterà nel carcere del capoluogo,
l'altra (La voce del cortile) sarà destinata ad un penitenziario
dell'Argentina.