In effetti il nome Gesù era abbastanza comune,
non era esclusivo del nostro Salvatore. Egli,
infatti, si è inserito pienamente nella storia
e nella vita del popolo d’Israele,
a testimonianza della verità dell’incarnazione.
Il nome Gesù è la forma italiana del greco Iesoûs,
in latino Jesus. La parola originale aramaica era
Yeshua, forma contratta dell’ebraico Yehoshua. Un
personaggio famoso dell’Antico Testamento porta
questo nome: Giosuè, figlio di Nun, successore
di Mosè nella guida del popolo eletto. C’è anche
un libro a lui dedicato, che racconta la conquista
della terra di Canaan da parte degli ebrei. Che si
tratti dello stesso nome lo dimostra la traduzione
greca dei Settanta, che trascrive Yehoshua (Giosuè)
con Iesoûs. Lo stesso fa anche il Nuovo Testamento,
che è stato scritto in greco. Nel libro degli Atti
degli apostoli, il diacono Stefano, rivolgendosi al
sinedrio, parla della tenda della testimonianza che
«i nostri padri con Giosuè portarono con sé» (7,45).
Ebbene, in greco c’è proprio la parola Iesoûs. Il
significato di questo nome, che in ebraico vuol dire
«il Signore salva», è ovviamente andato perduto
nella traduzione greca, tant’è vero che l’evangelista
Matteo lo deve esplicitare per i suoi lettori. Infatti,
l’angelo dice in sogno a Giuseppe che Maria «darà
alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti
salverà il suo popolo dai suoi peccati» (1,21). Anche
nel Vangelo di Luca, quando si parla del nome Gesù
dato al bambino nato da Maria, si fa riferimento
alla salvezza che viene da Dio. Il vecchio Simeone,
infatti, esclama: «Ora puoi lasciare, o Signore, che
il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli» (2,29-31). Per
gli orientali il nome non era un semplice appellativo,
ma indicava la persona stessa. Conoscere il nome
era entrare in contatto intimo e profondo con l’altro.
Il fatto che il Figlio di Dio abbia scelto un nome
comune ma significativo indica due cose: che in lui
culmina tutta la storia della salvezza che ha avuto
come protagonista il popolo d’Israele e che ora
il nome divino, che solo può dare la salvezza, può
essere invocato da tutti. Come afferma Pietro negli
Atti degli apostoli, «non vi è, sotto il cielo, altro
nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi
siamo salvati». Davvero, Dio si è fatto vicino a ogni
uomo in Gesù Cristo, per offrire a tutti la salvezza.
Invocando il suo nome entriamo in relazione
profonda con il Signore e scopriamo il vero volto
di Dio: misericordia, salvezza, amore infinito.