Ancora gli occhi dell'opinione pubblica puntati sul Nord-Est della Repubblica Democratica del Congo. Dopo una notte di apprensione e di immagini spettacolari e terribili, la città di Goma, che conta più di 600mila abitanti, tira una respiro di sollievo. Il vulcano Nyiragongo sembra aver arrestato la sua carica eruttiva, mentre sono ancora numerose le scosse sismiche. La città non è stata toccata, ma i danni sono enormi nel territorio circostante dove la lava ha travolto numerose abitazioni e distrutto le strade. Alla luce del giorno appaiono gli ammassi di detriti nei quartieri periferici. La lava si è arrestata a poche centinai di metri dall'aeroporto internazionale del capoluogo del Nord-Kivu e dai grandi depositi di carburante presenti in quella zona. La distribuzione dell'energia elettrica e le comunicazioni sono difficoltose. Si temono delle vittime, in particolare anziani o persone fragili che non hanno potuto lasciare le zone dell'eruzione.
Gli abitanti che nella notte avevano lasciato le loro abitazioni per dirigersi oltre frontiera in Rwanda, a Gisenyi, stanno percorrendo la strada in senso inverso in queste ore.
Il presidente congolese Félix Antoine Tsishekedi, in visita in Europa, ha deciso di interrompere il suo viaggio per poter coordinare i soccorsi. Sembra quanto meno insolito il fatto che il locale centro di vulcanologia non abbia captato alcun segno premonitore. Grandi insegne che annunciano i livelli di rischio sono infatti disseminate in tutta la città. Nel vicino Rwanda alcune voci parlano di esercitazioni nei giorni scorsi in previsione di un'evacuazione.
In tutti è vivo il ricordo dei due eventi più recenti che hanno causato distruzione e morte. Nel 1977 l'eruzione causò più di 700 vittime, mentre nel 2002 la lava lambì tutta la parte orientale di Goma provocndo circa 300 morti e distruggendo tutto ciò che incontrava sul cammino, compresa la cattedrale cattolica. Attualmente sono in corso i lavori per completare la nuova cattedrale nel quartiere Kyeshero.