La Lombardia ha fatto da apripista, ma la strada della staffetta
generazionale si sta delineando anche nelle altre regioni. Coinvolti
dalla proposta lanciata (e finanziata) dal ministero del Lavoro sono da
un lato i lavoratori anziani (ovvero coloro ai quali mancano meno di 36
mesi per il conseguimento del diritto alla pensione), dall’altra i
giovani senza un lavoro (con caratteristiche diverse a seconda dei
bandi).
L’idea è abbastanza semplice: per ogni “senior” che accetta il part time, l’azienda assume un ragazzo con contratto di apprendistato.
Per tre anni il lavoratore con esperienza fa da tutor all’apprendista e
gli lascia in eredità il posto di lavoro. Insomma, un po’ quello che in
passato hanno fatto alcune grandi aziende, banche o enti pubblici per
chi andava in pensione il prima possibile. Con due differenze di non
poco conto: negli anni Ottanta il sacrificio dei padri era per i figli
(nel vero senso della parola, si lasciava il proprio posto a un
parente), dall’altra si perdevano i contributi, mentre adesso è lo
Stato, tramite l’azienda, a pagare la differenza di quanto versato così
che il lavoratore non perda niente dal punto di vista contributivo.
Dall’altra parte, il lavoratore anziano deve essere disposto a
rinunciare a una parte di stipendio e, in tempi di crisi, non è così
facile.
In Lombardia c’è tempo fino al prossimo 31 luglio per accedere al bando “Ponte generazionale”,
per il quale la Regione ha stanziato un fondo di tre milioni di euro:
possono presentare richiesta le aziende associate ad Assolombarda con
sede nelle province di Lodi, Milano e Monza e Brianza oppure le imprese
del comparto chimico e chimico farmaceutico con sede operativa in
Lombardia. Per ogni lavoratore alle soglie della pensione che accetta il
part time, le imprese devono assumere ragazzi, tra i 18 e i 29 anni,
disoccupati o inoccupati, residenti in Lombardia.
In Campania, dove dal 21 maggio ha preso il via l’accordo
“Staffetta generazionale”, possono essere assunti giovani fino ai 32
anni, 35 se laureati: la staffetta può coinvolgere non più del
20% dei dipendenti per un massimo di 10 persone. Provvedimenti analoghi
sono in via di definizione anche in Piemonte, dove è stato messo a
disposizione uno stanziamento di 3 milioni di euro, Lazio e Friuli
Venezia Giulia, dove però si è ancora in attesa della pubblicazione del
bando.