Li circonda un alone di mistero e, talvolta, di una certa morbosità, alimentata dai media. Ma non per questo loro cessano di lavorare. Lo fanno semmai con un accresciuto riserbo, per tutelare doverosamente chi si rivolge a loro. Gli esorcisti, nel mondo, sono almeno 300. Il dato è arrotondato per difetto. E' molto probabile, infatti, che siano di più: in Italia, in Francia e in altri Paesi europei, ma anche negli Stati Uniti e in India. Dallo scorso 13 giugno l’Associazione internazionale esorcisti (Aie) è stata approvata in Vaticano dalla Congregazione per il clero, con il placet di papa Francesco.
Nei giorni scorsi, dal 20 al 25 ottobre, in circa 300 hanno partecipato al dodicesimo convegno internazionale promosso dall’Aie a Sacrofano, in provincia di Roma. Nel suo messaggio augurale, inviato all’Aie tramite il suo presidente padre Francesco Bamonte, papa Francesco «incoraggia a manifestare nel particolare ministero esercitato, in comunione con i propri vescovi e ordinari, l’amore e l’accoglienza della Chiesa verso quanti soffrono a causa dell’opera del maligno».
Nella lettera, datata 20 ottobre e indirizzata personalmente a padre Bamonte, «il Santo Padre desidera esprimere ai partecipanti un fervido pensiero di saluto e di compiacimento». Inoltre Bergoglio, «mentre chiede per lui un costante ricordo nella preghiera, implora dallo Spirito Santo, per intercessione di Maria Santissima “Sede della Sapienza”, copiosi doni di grazia per il buon esito dell’Assise e di cuore invia a Lei, ai relatori e a tutti i presenti l’implorata Benedizione apostolica, pegno di pace e di speranza, estendendola volentieri alle persone incontrate nel ministero».
Gli esorcisti attualmente iscritti all’Aie sono circa 250, provenienti da diversi Paesi del mondo, in particolare dall’Europa e dagli Stati Uniti. «I membri dell’associazione sono sacerdoti che svolgono nella Chiesa il ministero di esorcista, in possesso dell’espressa licenza richiesta, in modo stabile o ad actum per i singoli casi, e gli esorcisti emeriti – riferisce il dottor Valter Cascioli, psichiatra, consulente medico-scientifico e portavoce ufficiale dell’Aie –. Gli unici laici ammessi come aggregati sono quei fedeli cattolici che collaborano direttamente e in modo continuativo con un esorcista o con l’Associazione, fornendo prestazioni strettamente attinenti all’esercizio di questo grave e impegnativo ministero».
L’Associazione internazionale esorcisti ha avuto una lunga e complessa gestazione, sintetizza Cascioli: «Alla fine degli anni Ottanta don Gabriele Amorth, esorcista nella diocesi di Roma, ebbe l’intuizione di riunire gli esorcisti italiani in un’associazione per favorire il confronto e la verifica delle loro diverse esperienze e riflessioni, per tracciare delle linee guida unitarie e concordi nell’esercizio del loro ministero, al fine di offrire un aiuto più concreto ed efficace a quanti avevano bisogno del loro ministero».
Nasceva così, il 4 settembre 1991, l’Associazione italiana esorcisti. «Nello stesso periodo padre René Chenessau, esorcista della diocesi di Pontoise (Parigi), il teologo padre René Laurentin, padre Curty della diocesi di Avignone e padre Jean-Baptiste, della diocesi di Le Barroux, intuivano la necessità di convocare una riunione internazionale degli esorcisti, che realizzarono in collaborazione con don Gabriele Amorth, dal 27 giugno al 1° luglio 1994, nella Casa “Divin Maestro” ad Ariccia», racconta il portavoce dell’Aie.
«A quella prima convocazione internazionale parteciparono 81 esorcisti di vari Paesi del mondo, che decisero di nominare un presidente. Padre René Laurentin propose don Amorth, eletto all’unanimità, mentre fu nominato come vicepresidente l’indiano padre Rufus Pereira, di Bombay. In quell’occasione ci fu anche la stesura di una prima bozza di Statuto ad interim. Don Amorth ha profuso un notevole impegno nella guida dell’Associazione, nell’organizzazione dei convegni e nella stesura periodica di una Lettera circolare, intesa a promuovere i contatti e l’unità fra i membri dell’Associazione, la formazione e l’informazione».