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L'ammiraglio salvavite: «Io, il mare e i naufraghi»

09/03/2016  Pubblicato da Giunti, esce "Sos uomo in mare", il libro del Capo di Stato maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi che alla scrittrice per ragazzi Daniela Morelli racconta i migranti (ma non solo) strappati alla morte, l'operazione "Norman Atlantic" e la sua vita privata

L'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, Capo di Stato maggiore della Marina. Foto Ansa.
L'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, Capo di Stato maggiore della Marina. Foto Ansa.

È “figlio d’arte” l’ammiraglio Giuseppe de Giorgi. L’amore per il mare transitato per le vene di famiglia, da quel Gino de Giorgi che fu comandante della 19ª Squadriglia MAS durante la seconda guerra mondiale e poi Capo di Stato maggiore della Marina dal 1973 al 1977. Oggi è lui a ricoprire quest’incarico, affidatogli nel gennaio 2013 dal Governo Monti. «Avevo deciso di entrare in Marina quando avevo 4 anni», racconta dagli uffici dello splendido palazzo della Marina sul lungotevere delle Navi. «Non ci ho mai ripensato. Mio figlio Gabriele, invece, a 14 anni, mi ha comunicato che, anche se teoricamente gli sarebbe potuto piacere il mare, non voleva confronti con me e con suo nonno, e ha scelto la politica». 

La copertina del libro
La copertina del libro

Parla della moglie Elisabetta, insegnante paziente come lo si deve essere aspettando un uomo impegnato in missione anche per mesi. Del suo cane Grisù,  il meticcio arrivato in casa dal canile a riempire il dolore per la morte di Jack, il labrador color miele fotografato con il suo padrone in una delle pagine del libro Sos uomo in mare, edito da Giunti. Il volume, appena arrivato in libreria, racconta anche pezzi di vita privata di un uomo che ha dedicato la vita a occuparsi degli altri. Con le tante missioni in giro per il mondo, con l’operazione Mare Nostrum prima e Mare sicuro ora, con il coordinamento di operazioni di soccorso, con il salvataggio di miglia e migliaia di vite umane. 

Un libro nato dall’incontro un po’ casuale tra l’ammiraglio e la scrittrice per bambini Daniela Morelli. «Era appena successa la tragedia del Norman Atlantic, e mentre raccontavo di quei giorni complicati a lei sembrava interessante costruirci attorno un libro che avrebbe raccontato ai ragazzi storie che fossero un esempio e, al tempo stesso, un'informazione sul mondo militare marittimo poco conosciuto», racconta l’ammiraglio. Che subito aggiunge: «La seconda cosa che mi ha convinto a fare questo libro è che questa era un’opportunità per finanziare la Andrea Doria, una associazione non profit che ha come missione quella di aiutare gli orfani dei marinai della Marina militare».

Salvataggio in mare di decine di migranti e profughi, il 4 ottobre 2015. Foto: Marina militare-agenzia Ansa.
Salvataggio in mare di decine di migranti e profughi, il 4 ottobre 2015. Foto: Marina militare-agenzia Ansa.

Nelle pagine del libro ci sono le storie di tante donne e tanti uomini che hanno cercato una speranza di vita attraversando i nostri mari, gli arresti degli schiavisti, le operazioni di salvataggio. «Ho raccontato la mia esperienza di vita», dice l’ammiraglio De Giorgi, «l’operazione Mare Nostrum con i salvataggi e gli arresti degli scafisti, 590 assicurati alla giustizia. Li abbiamo individuati grazie all’osservazione diretta fatta dagli elicotteri con i sensori elettroottici a grande portata con i quali venivano ripresi, senza rendersene conto, mentre facevano il loro lavoro di schiavisti, mentre pilotavano, ma anche mentre picchiavano. Molti altri venivano indicati dai vari sopravvissuti grazie al clima di fiducia che si creava».

Oltre 300 mila i salvati con l’operazione Mare Nostrum.
E oggi, con Mare sicuro, la Marina continua con una operazione di protezione delle altre navi di soccorso e delle piattaforme petrolifere, a salvare vite. Continua ad essere attenta a ciò che succede. Pronta a intervenire. Pronta a stare dalla parte delle vite da proteggere, uomini, donne, bambini e animali. Perché, anche quando la responsabilità non spetterebbe a te,  «la legge sovrana, quella del mare, dice che le vai a salvare».  E questo è il miglior insegnamento che dal libro arriva ai nostri ragazzi.

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