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sabato 19 aprile 2025
 
generazione Z
 

In viaggio col futuro: giovani e cellulari, tecnologici ma saldi nelle relazioni

30/05/2023  Hanno giocato con le carte tradizionali, hanno giocato a scacchi (sul cellulare), contro la macchina e poi tra loro; si sono abbracciati, hanno scambiato patatine, caramelle, panini, bibite. E sempre con il cellulare in mano, in rete e in presenza. Per questi ragazzi la vita è una, ibridata con le relazioni digitali, ONLIFE, presenti e connessi, non “assenti perché connessi. (Francesco Belletti)

Stamattina prendendo il FrecciaRossa per Roma ho avuto la sorpresa di vedere l’intera carrozza gioiosamente occupata da una classe di ragazzi (poi ho scoperto di terza media), che hanno accompagnato il mio viaggio per le oltre tre ore previste. Dopo un primo momento di sconforto, nel prevedere il grado di inquinamento acustico che il viaggio avrebbe avuto (e in effetti non mi ero sbagliato, il silenzio che è arrivato alla fine del viaggio è stato improvviso e quanto mai benvenuto…), ho però avuto un’occasione pressoché unica di osservare da vicino cosa vuol dire davvero, nella vita concreta di un gruppo di preadolescenti, vivere una vita ONLIFE, ed essere pienamente ibridati tra relazioni faccia a faccia e connessioni digitali. Proprio come è scritto nel CISF Family Report 2022, Famiglia&Digitale” (https://cisf.famigliacristiana.it/canale/cisf/rapporto-family-cisf-2022.aspx), ma con una potenza ed una verità che solo lo sguardo dal vivo poteva confermare.

Tre ragazzi erano seduti vicino a me – non sempre gli stessi, peraltro, sono cambiati più volte, a documentare una elevata interazione tra tutto il gruppo. E in tre ore hanno giocato a carte (quelle tradizionali, plastificate…), hanno giocato a scacchi (sul cellulare), prima contro la macchina, poi tra loro; si sono abbracciati, hanno scambiato patatine, caramelle gommose, panini, bibite. E sempre con il cellulare in mano, in rete e in presenza, vivaci e dinamici sia nel contatto fisico che stando sui social. Hanno fatto anche un “Kahoot” al loro interno, una specie di gioco via Internet in cui uno fa delle domande on line, che ti arrivano sul cellulare, e tutti rispondono in tempo reale, digitando e vedendo poi chi ha vinto  - risposte esatte, tempo di risposta… e mentre giocavano con Kahoot o si mandavano messaggi digitali a due, a tre, a molti, intanto si chiamavano da una parte all’altra della carrozza,, si spostavano, si davano pacche sulle spalle, si mostravano i video uno con l’altro,  si mandavano le immagini (on line) della partita a carte che stavano giocando….

In sostanza ho finalmente capito molto più concretamente cosa vuol dire essere “nativi digitali” – o generazione Z – ed essere invece di generazioni più adulte (come la mia), che hanno usato persino una macchina da scrivere meccanica... . Per questi ragazzi davvero la vita è una, ibridata con le relazioni digitali, ONLIFE, presenti e connessi, non “assenti perché connessi”. E il digitale non è per niente virtuale, anzi, è una concreta estensione della corporeità – e altrettanto reale. Qui mi è sembrato davvero possibile utilizzare questo strumento “a servizio” delle loro relazioni, senza che il telefonino sostituisca il faccia a faccia, ma anzi, utilizzando i social e i contatti digitali a supporto e potenziamento della concreta relazione faccia a faccia.

Insomma: per questi ragazzi addomesticare il digitale non è uno sforzo intellettuale, ma è una dimensione naturale dell’interagire tra loro: e proprio su questa loro naturale ibridazione tra reale e digitale si possono probabilmente costruire processi educativi per un uso responsabile, nonché nuove sfide pedagogiche e didattiche.  E dopo tante conferenze in giro per l’Italia, a parlare con gli adulti di “Famiglia & Digitale”, questo viaggio mi ha dato un di più di speranza e possibilità: rischi sì, ma davvero tante opportunità. E le nuove generazioni ne saranno i protagonisti.

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