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lunedì 27 marzo 2023
 
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"In viaggio": l'apostolato di Francesco che coinvolge anche laici e non credenti

06/10/2022  Il 4 ottobre, festa di san Francesco, è stato presentato a Milano il nuovo film di Gianfranco Rosi (che s'è lasciato sfuggire il titolo del suo prossimo lavoro: "Sopra le nuvole").  Presenti in sala, tra i vari ospiti, anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e rappresentanti delle varie confessioni religiose, fra i quali un giovane imam che con voce rotta dall’emozione ha ringraziato il regista: «perché io da musulmano trovo questo film commovente e papa Francesco una persona da prendere come esempio per l’amore e il rispetto per gli altri che mette in ogni suo gesto».

Da sinistra, Marco Tarquinio, 64 anni, direttore del quotidiano "Avvenire", e il regista Gianfranco Rosi, 58, a Milano, durante l'anteprima del film "In viaggio". Foto di Luciano Regolo.
Da sinistra, Marco Tarquinio, 64 anni, direttore del quotidiano "Avvenire", e il regista Gianfranco Rosi, 58, a Milano, durante l'anteprima del film "In viaggio". Foto di Luciano Regolo.

Mentre riscuote ovunque successi con In Viaggio, il suo docufilm su papa Bergoglio, uscito nelle sale il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, proprio il santo di cui il Pontefice ha scelto il nome, Gianfranco Rosi già lavora a un nuovo film: Sopra le nuvole. Il titolo se l’è lasciato sfuggire, senza poi aggiungere nuovi particolari, conversando amabilmente con Marco Tarquinio, direttore di Avvenire e amico personale del regista, subito dopo la proiezione di In Viaggio nella prima milanese ieri sera all’Anteo. «Il titolo dice già come sono quando mi perdo nel mio pensiero, quando cerco il mio filo conduttore», ha detto Rosi, facendo capire che le riprese sono già iniziate.

La battuta era riferita alle modalità con cui ha selezionato dalle 900 ore di riprese che documentano i  37 viaggi di Francesco a coprire 59 paesi in 9 anni di pontificato. Anche se, ha risposto a precisa domanda, «non avrei potuto aggiungere altro frame, avrei fatto fatica» e ha tolto alla fine soltanto alcune scene del Marocco (2019) «perché sarebbe stato complicato spiegarne il senso». Presenti in sala tra i vari ospiti anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala e rappresentanti delle varie confessioni religiose, fra i quali un giovane imam che con voce rotta dall’emozione ha ringraziato Rosi, «perché io da musulmano trovo questo film commovente e papa Francesco una persona da prendere come esempio per l’amore e il rispetto per gli altri che mette in ogni suo gesto».

Si è parlato nel dibattito del taglio laico che il regista ha voluto dare al suo lavoro, privilegiando l’umanità del Papa (anche il suo saper chiedere scusa per sue espressioni poco felici o per responsabilità della Chiesa) e sottolineando il filo rosso seguito negli itinerari scelti da Francesco, un filo perfettamente armonico con i temi cardine del suo magistero: la povertà, la natura, le migrazioni, la condanna di ogni guerra, la solidarietà o meglio la fraternità. Temi che rendono quei viaggi, il viaggio di ogni uomo del presente. La religiosità ufficialmente espunta dal film affiora comunque suo malgrado. Soprattutto dagli sguardi di Francesco come quello davanti al Crocifisso di San Marcello al Corso portato in piazza San Pietro nella famosa sera di pioggia del “Momento di preghiera straordinario in tempo di pandemia” il 27 marzo 2020, o come quello che riserva agli ultimi, agli “scartati” incontrati in ogni angolo del mondo, esercitando in tutto e per tutto il suo apostolato della tenerezza.

Un'apostolato che ha coinvolto così tanto Rosi da annunciare che intende cointiuare a seguire i viaggi del Papa per vedere come proseguirà il suo impegn, ma anche per riprovare emozioni come quelle che ha vissuto in Canada pochi mesi fa. 

 

 
 
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