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giovedì 15 maggio 2025
 
IL MESSAGGIO
 

In cammino verso Pasqua, purificati nella mente e nel cuore

12/02/2021  L'appello di papa Francesco nel documento «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme (Mt 20,18); Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità» presentato questa mattina. Un invito a non aspettare la Settimana Santa per «diventare uomini e donne migliori», ma a usare queste settimane per convertirci e condividere col prossimo energie e beni.

Papa Francesco, oggi 84 anni, nella Basilica di Santa Sabina, a Roma, riceve le Ceneri dal cardinale Jozef Tomko, 96, il 26 febbraio 2020. In alto: processione penitenziale dalla chiesa di Sant'Anselmo, il Mercoledì delle Ceneri dello scorso anno. Tutte le foto sono dell'agenzia di stampa Ansa.
Papa Francesco, oggi 84 anni, nella Basilica di Santa Sabina, a Roma, riceve le Ceneri dal cardinale Jozef Tomko, 96, il 26 febbraio 2020. In alto: processione penitenziale dalla chiesa di Sant'Anselmo, il Mercoledì delle Ceneri dello scorso anno. Tutte le foto sono dell'agenzia di stampa Ansa.

È un invito a incamminarci con Gesù verso Gerusalemme quello che papa Francesco fa nel Messaggio di questa Quaresima Ecco, noi saliamo a Gerusalemme...” (Mt 20,18). Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità. Un appello accorato e calato nel momento difficile che viviamo; “Annunciando ai suoi discepoli la sua passione, morte e risurrezione, a compimento della volontà del Padre” si legge all'inizio del testo, “Gesù svela loro il senso profondo della sua missione e li chiama ad associarsi ad essa, per la salvezza del mondo”. Ed è questo che ci viene chiesto: ricordare nel cammino quaresimale che ci conduce verso le celebrazioni pasquali “Colui che «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8)” e rivivere il percorso: “In questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l’“acqua viva” della speranza riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo”. Perché non aspettiamo la Pasqua “per rinascere uomini e donne nuovi”, ma sfruttiamo il tempo della Quaresima per la nostra conversione condizione ed espressione della quale sono il digiuno, la preghiera e l’elemosina. 

Un messaggio ispirato alle tre virtù teologali: fede, speranza e carità. Dove la fede “Ci chiama ad accogliere la Verità e a diventarne testimoni” lasciandoci raggiungere dalla Sua parola. Una Verità che non è riservata a poche “menti elette”, ma che possiamo comprendere “grazie all’intelligenza del cuore”. Questa Verità “è Cristo stesso che assumendo fino in fondo la nostra umanità si è fatto Via – esigente ma aperta a tutti – che conduce alla pienezza della Vita”. Il digiuno “aiuta ad amare Dio e il prossimo”, è la via per “liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra” e aprire le porte “del nostro cuore a Colui che viene a noi povero di tutto, ma «pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14).

Francesco dedica ampio spazio alla speranza che sostiene la prova difficile che stiamo vivendo da quasi un anno immersi e schiaffeggiati dalla pandemia. Speranza che è “come “acqua viva” (Gv 4,10) che ci consente di continuare il nostro cammino”. È lo Spirito Santo che “Lui darà in abbondanza nel Mistero pasquale e che infonde in noi la speranza che non delude”. Dicendo «e il terzo giorno risorgerà» (Mt 20,19) “Gesù ci parla del futuro spalancato dalla misericordia del Padre. Sperare con Lui e grazie a Lui vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie e sul peccato che crocifigge l’Amore. Significa attingere dal suo Cuore aperto il perdono del Padre”. Speranza che può sembrare una “provocazione” nel tempo travagliato che viviamo, ma in realtà è un'esortazione del Pontefice perché torniamo a “rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata. È speranza nella riconciliazione”. Ricevendo il perdono, infatti, “Diventiamo a nostra volta diffusori del perdono” attraverso gesti e parole. Ed è proprio il Perdono di Dio che ci permette di vivere una “Pasqua di fraternità”. Stando attenti a dire “parole di incoraggiamento”; evitando quelle che “umiliano, che rattristano, che irritano e che disprezzano”. Con un appello alla responsabilità personale: “A volte, per dare speranza, basta essere «una persona gentile»”. Speranza che può essere coltivata “Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa” come “ispirazione e luce interiore che ispira sfide e scelte”; vivere una Quaresima “con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo”.

Infine, la Carità che è “lo slancio del cuore che ci fa uscire da noi stessi e che genera il vincolo della condivisione e della comunione”. “Può costruire un mondo nuovo”; “è dono che dà senso alla nostra vita”. E getta luce anche sull'elemosina, piccola o grande che sia: “Il poco, se condiviso con amore, non finisce mai, ma si trasforma in riserva di vita e di felicità”. Carità che vuol dire prendersi cura dell'altro: “Offriamo con la nostra carità una parola di fiducia e facciamo sentire all’altro che Dio lo ama come un figlio».

La conclusione del Santo Padre è anche un augurio: incamminarsi, convertirci e condividere. “Cari fratelli e sorelle, ogni tappa della vita è un tempo per credere, sperare e amare. Questo appello a vivere la Quaresima come percorso di conversione, preghiera e condivisione dei nostri beni, ci aiuti a rivisitare, nella nostra memoria comunitaria e personale, la fede che viene da Cristo vivo, la speranza animata dal soffio dello Spirito e l’amore la cui fonte inesauribile è il cuore misericordioso del Padre”.

 

 

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