Il luogo non è casuale: per incontrare la comunità ispanica e gli altri immigrati il Papa si reca all'Independence Hall, l'edificio dove, nel 1753, si sono svolti i dibattiti dell'Assemblea costituente e dove sono state proclamate la Dichiarazione d'Indipendenza (1776) e la Costituzione degli Stati Uniti d'America (1787). «E’ in questo luogo che le libertà che definiscono questo Paese sono state proclamate per la prima volta», dice subito Bergoglio, parlando dal leggio che fu di Abramo Lincoln durante il suo discorso in cui proclamò la liberazione degli schiavi e l'uguaglianza di tutti gli essere umani. «La storia di questa nazione», ha proseguito, «è anche quella di uno sforzo costante, fino ai nostri giorni, per dare corpo a questi alti principi nella vita sociale e politica. Ricordiamo le grandi lotte che hanno portato all’abolizione della schiavitù, all’estensione del diritto di voto, alla crescita del movimento dei lavoratori, ed allo sforzo progressivo per eliminare ogni forma di razzismo e di pregiudizio diretti contro le ondate successive di nuovi americani. Questo dimostra che, quando un Paese è determinato a rimanere fedele ai suoi principi fondatori, basati sul rispetto della dignità umana, diventa più forte e si rinnova».
Ma la memoria non è ferma, come i popoli non sono fermi. Per questo, richiamandosi a questa memoria il Papa chiede, ancora libertà. Libertà di realizzare se stessi, le proprie potenzialità, di contribuire al bene comune. E anche libertà religiosa, sia individuale che nelle forme comunitarie.
«In un mondo dove le diverse forme di tirannia moderna cercano di sopprimere la libertà religiosa, o cercano di ridurla a una sotto-cultura senza diritto di espressione nella sfera pubblica, o ancora cercano di utilizzare la religione come pretesto per l’odio e la brutalità», raccomanda il Papa, «è doveroso che i seguaci delle diverse religioni uniscano le loro voce per invocare la pace, la tolleranza, il rispetto della dignità e dei diritti degli altri.dalle ideologie, dai regimi».
E poi parla della globalizzazione aggiungendo a braccio che la globalizzazione non è di per sé cattiva, ma «se la globalizzazione cerca di fare tutti uguali è male, invece se la globalizzazione cerca di unirci rispettando la particolarità allora quella globalizzazione è buona e ci porta alla pace. Mi piace il linguaggio della geometria: se la globalizzazione è una sfera in cui ogni punto è uguale ed equidistante dal centro, allora annulla e non è buona, se la globalizzazione unisce come un poliedro dove tutti sono uniti, ma ciascuno conserva la propria identità allora fa crescere un popolo e gli da diritti».
E dopo aver citato i Quaccheri che hanno fondato Filadelfia, sprona i nuovi cittadini americani a non dimenticare le proprie radici: «In mezzo a noi oggi ci sono membri della grande popolazione ispanica d’America, come pure rappresentanti di recenti immigrati negli Stati Uniti. Vi saluto tutti con particolare affetto!», dice Francesco. «Molti di voi sono immigrati in questo Paese pagando personalmente un alto prezzo, ma con la speranza di costruire una nuova vita. Non scoraggiatevi per le sfide e le difficoltà che dovete affrontare, quali che siano. Vi chiedo di non dimenticare che, come quelli che vi hanno preceduto, voi apportate molti talenti alla vostra nuova nazione. Non vergognatevi delle vostre tradizioni. Non dimenticate le lezioni apprese, specialmente dai vostri anziani, che sono il contributo col quale potete arricchire la vita di questo Paese americano. Lo ripeto, non vergognatevi di ciò che fa parte di voi, il sangue della vostra vita. Voi siete anche chiamati ad essere cittadini responsabili e a contribuire in maniera fruttuosa alla vita delle comunità in cui vivete. Penso in particolare alla fervida fede di molti di voi, al senso profondo della vita familiare e a tutti gli altri valori che avete ereditato. Portando i vostri contributi, non troverete soltanto il vostro posto qui, ma aiuterete a rinnovare la società dall’interno».
Il Papa saluta, mentre la Liberty Bell comincia i suoi rintocchi. La campana è uno dei simboli dell'indipendenza americana con la sua scritta "Proclamate l'affrancamento nel paese per tutti i suoi abitanti"".