Stefano e Valentina sono due tipi molto realisti. Così realisti che nella testimonianza davanti a papa Francesco (uno che di realismo se ne intende visto che alle giovani coppie radunate ad Assisi lo scorso ottobre consigliò: «Litigate pure, tiratevi i piatti ma a fine giornata fate pace») rivelano: «Siamo due persone completamente diverse negli interessi, nei modi di guardare il mondo, nei gusti, nelle abitudini. Agli occhi del mondo sembriamo incompatibili». E cosa fanno due così? Si sposano: il 18 maggio prossimo, per l'esattezza. A dimostrazione che Chesterton non aveva torto quando diceva di aver conosciuto tanti matrimoni felici, ma mai nessuno “compatibile”.
«La diversità», spiegano, «è sempre una ricchezza, uno stimolo, quando c’è accoglienza e voglia di andare verso l’altro».
All'inizio, dopo qualche litigio, c'era la tentazione di mollare tutto: «Forse non siamo fatti l'uno per l'altra». Si beccano spesso, a cominciare dal calcio: lei lo abolirebbe volentieri, lui è tifoso sfegatato della Lazio.
Stefano ha un laboratorio di pasticceria artigianale a Casamari, nella Ciociaria, Valentina abita a 40 chilometri di distanza, a Vallecorsa, è appassionata di musica e insegna flauto traverso nelle scuole secondarie. Le loro storie s'incrociano alla Gmg di Madrid, agosto 2011, anche se entrambi sono fidanzati con un'altra persona. Stefano si lascerà dopo due mesi, Valentina capisce che la storia con il suo ex è giunta al capolinea. Sette mesi dopo, a marzo, iniziano a frequentarsi, dopo un po' si fidanzano. Destinazione: mettere su famiglia. «Mai avuto dubbi su questo, sin dall'inizio», racconta Stefano. E lei, i primi mesi, a tirare il freno: «Vai piano».
Alla fede arrivano da strade diverse: Valentina praticante fin da piccola, impegnata in parrocchia; lui vita sregolata, appassionato di musica hardcore «che mi faceva sentire un duro», fino a quando, sei anni fa, l'incontro con un frate francescano capovolge la prospettiva: «C'era qualcosa che cominciava a cambiare in me». Poi l'esperienza nel Rinnovamento nello Spirito. «La castità», spiegano, «è importante non tanto nel suo aspetto di rinuncia, di sacrificio, quanto di rispetto, attenzione e amore pieno all’altro; inoltre stimola a vivere il tempo del fidanzamento come occasione di verifica e approfondimento della reciproca maturazione umana e cristiana, come momento privilegiato di grazia».
Al Papa hanno chiesto se fosse disponibile a sposarli e dal Vaticano hanno detto che non è possibile. Si accontentano, si fa per dire, di incontrarlo faccia a faccia e raccontargli la loro storia. E chiedergli di pregare per loro, fidanzati incompatibili eppure coraggiosi.