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mercoledì 18 giugno 2025
 
 
Benessere

Infezioni da candida, attenzione agli antibiotici

29/06/2015 

Ho 30 anni. A causa di una bronchite ho dovuto assumere una forte cura antibiotica. Dopo pochi giorni, mi è esplosa una vaginite da candida pazzesca. Ho bruciore e dolore, quasi non riesco a stare seduta! È possibile che gli antibiotici causino tutti questi disastri? Come faccio a guarire? Se dovessi riprendere gli antibiotici, come posso evitare che la candida ritorni? C’è un modo per liberarsene per sempre?

ROBERTA V. (SONDRIO)

Gentile Roberta, no, mi spiace, non è possibile “liberarsene per sempre”. La candida è un fungo presente in ognuno di noi in minime quantità, in forma di commensale, ossia di ospite minoritario che non disturba: assume allora la forma dormiente, di spora. Tutti l’abbiamo, dalla nascita in poi, uomini e donne.

Fa parte delle popolazioni “multietniche” di microrganismi che abitano tutto il nostro corpo. Si trova in bocca, nell’intestino, sulla pelle, dal volto ai genitali alle unghie. Come spora, sta tranquilla e non dà segno di sé. Fino alla pubertà, in genere tace. Comincia a risvegliarsi sotto l’effetto degli estrogeni, dopo la pubertà. Diventa patogena, e causa infiammazioni fastidiosissime, quando si virulenta e assume la forma attiva di ifa. Può attaccare la mucosa della bocca, l’intestino, le mucose respiratorie, l’apparato genitale maschile e femminile, in particolare vulva e vagina. In caso di immunodepressione grave può dare serie infezioni sistemiche, che interessano cioè tutto il corpo.

Purtroppo nel 33 per cento di casi può essere sufficiente un unico ciclo di cura antibiotica a scatenare una candida molto aggressiva! Inoltre, il 28 per cento delle giovani donne che in Italia si rivolgono agli ambulatori pubblici ospedalieri per una visita ginecologica ha un’infezione da candida: questo dato dice bene la frequenza del problema. La causa scatenante più frequente è costituita proprio dagli antibiotici, che, dopo la pubertà, triplicano il rischio di comparsa di candida dopo un solo ciclo di tre giorni di cura!
Lo confermano rigorosi studi controllati, che dimostrano anche il rapporto diretto tra antibiotico, infezione da candida e dolore ai rapporti, nonché la mia esperienza clinica pluriennale con donne la cui vita intima è rovinata da vaginiti recidivanti da candida.

Le ragioni del corpo

  

L’infezione da candida non implica una semplice vaginite. Può dare complicanze molto più serie, come la vestibolite vulvare (Vv), ora chiamata “vestibulodinia provocata (Vp)”. Si tratta di un’infiammazione della mucosa posta all’entrata della vagina (“vestibolo vaginale”) caratterizzata da bruciore e dolore, soprattutto dopo i rapporti intimi. L’infiammazione persistente provoca o peggiora una contrazione del muscolo che circonda la vagina con le conseguenze che si possono immaginare; proliferazione delle fibre nervose, per cui il dolore diventa intenso anche con stimoli minimi; e iperattività di una cellula di difesa chiamata mastocita che finisce per scatenare un vero “fuoco amico”. Il 22 per cento delle donne che hanno una vaginite da candida svilupperà una vestibolite vulvare! Non è poco!

Tutto questo disastro per un po’ di antibiotici? Sì, perché gli antibiotici devastano l’importantissimo ecosistema intestinale e vaginale, ossia l’insieme di microrganismi amici che lavorano (anche) per tenerci in salute.
Favoriscono allora l’emergere di ceppi patogeni e l’esplodere della candida, come è successo a lei. Questo germe, normalmente silente, in presenza di fattori scatenanti, quali la somministrazione di antibiotici, ma anche le diete ricche di lieviti e zuccheri del tipo glucosio, o i rapporti se il muscolo che circonda la vagina è contratto, passa alla forma attiva, vegetativa, molto virulenta, chiamata “ifa”, da cui dipendono tutti i sintomi che la donna avverte.

E se l’antibiotico è necessario?

È opportuno limitare gli antibiotici ai casi di assoluta necessità, perché si tratta di farmaci potenti, i cui eff etti negativi (oltre che curativi) possono farsi sentire a lungo. Se l’antibiotico è necessario, e la donna ha già avuto vaginiti da candida, prescrivo in parallelo un antimicotico per bocca (per esempio, fluconazolo o itraconazolo, a dosi personalizzate) insieme ai probiotici, microrganismi amici che aiutano a ripopolare gli ecosistemi alleati della salute.
È comunque sempre il medico curante che valuterà l’opportunità o meno di fare questa profilassi, che andrebbe integrata con tutte le altre attenzioni indispensabili per ridurre i fattori individuali che esasperano la vulnerabilità alle recidive.

Le ragioni del cuore

  

La vaginite recidivante da candida, che peggiora dopo i rapporti e si complica con l’infiammazione progressivamente grave del vestibolo vaginale, è un forte stress per la donna e per la coppia. La sensazione di “non uscirne più”, di non trovare una terapia efficace, di provare tanti farmaci e proposte diverse, crea sconforto, depressione, ansia, senso di solitudine.

Oltre agli antibiotici, scatenano la candida i rapporti intimi in particolari condizioni fisiche che predispongono a microlesioni, specie se esiste una tendenza geneticamente determinata a sviluppare allergie anche nei confronti di quantità minime di antigeni della candida. Una reazione allergica eccessiva è infatti più frequente nelle donne che sviluppano vestibolite/Vp. In tal caso ci sono tutti i sintomi della candida ma il tampone vaginale è spesso negativo. Con una strategia terapeutica adeguata è possibile riportare la candida allo stato dormiente!

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