Ho 30 anni. A causa di una bronchite ho dovuto assumere una forte cura antibiotica.
Dopo pochi giorni, mi è esplosa una vaginite da candida pazzesca. Ho bruciore e dolore,
quasi non riesco a stare seduta! È possibile che gli antibiotici causino tutti questi disastri?
Come faccio a guarire? Se dovessi riprendere gli antibiotici, come posso evitare
che la candida ritorni? C’è un modo per liberarsene per sempre?
ROBERTA V. (SONDRIO)
Gentile Roberta,
no, mi spiace, non è possibile
“liberarsene per sempre”. La
candida è un fungo presente in
ognuno di noi in minime quantità,
in forma di commensale, ossia di ospite
minoritario che non disturba: assume
allora la forma dormiente, di spora.
Tutti l’abbiamo, dalla nascita in
poi, uomini e donne.
Fa parte delle popolazioni
“multietniche” di microrganismi
che abitano tutto il nostro
corpo. Si trova in bocca,
nell’intestino, sulla pelle, dal
volto ai genitali alle unghie. Come
spora, sta tranquilla e non dà segno
di sé. Fino alla pubertà, in genere tace.
Comincia a risvegliarsi sotto l’effetto degli
estrogeni, dopo la pubertà. Diventa patogena,
e causa infiammazioni fastidiosissime,
quando si virulenta e assume la forma
attiva di ifa. Può attaccare la mucosa della
bocca, l’intestino, le mucose respiratorie,
l’apparato genitale maschile e femminile,
in particolare vulva e vagina. In caso di
immunodepressione grave può dare serie
infezioni sistemiche, che interessano cioè
tutto il corpo.
Purtroppo nel 33 per cento
di casi può essere sufficiente un unico ciclo
di cura antibiotica a scatenare una candida
molto aggressiva! Inoltre, il 28
per cento delle giovani donne che
in Italia si rivolgono agli ambulatori
pubblici ospedalieri per una
visita ginecologica ha un’infezione
da candida: questo dato dice
bene la frequenza del problema.
La causa scatenante più frequente
è costituita proprio dagli antibiotici,
che, dopo la pubertà, triplicano il rischio
di comparsa di candida dopo un solo ciclo
di tre giorni di cura!
Lo confermano rigorosi
studi controllati, che dimostrano anche
il rapporto diretto tra antibiotico, infezione
da candida e dolore ai rapporti, nonché la mia esperienza clinica pluriennale con
donne la cui vita intima è rovinata da vaginiti
recidivanti da candida.
Le ragioni del corpo
L’infezione da candida non implica una
semplice vaginite. Può dare complicanze
molto più serie, come la vestibolite vulvare
(Vv), ora chiamata “vestibulodinia
provocata (Vp)”. Si tratta di un’infiammazione
della mucosa posta all’entrata della
vagina (“vestibolo vaginale”) caratterizzata
da bruciore e dolore, soprattutto dopo
i rapporti intimi. L’infiammazione persistente
provoca o peggiora una contrazione
del muscolo che circonda la vagina con
le conseguenze che si possono immaginare;
proliferazione delle fibre nervose, per
cui il dolore diventa intenso anche con stimoli
minimi; e iperattività di una cellula di
difesa chiamata mastocita che finisce per
scatenare un vero “fuoco amico”. Il 22 per
cento delle donne che hanno una vaginite da candida svilupperà una vestibolite vulvare!
Non è poco!
Tutto questo disastro per
un po’ di antibiotici? Sì, perché gli antibiotici
devastano l’importantissimo ecosistema
intestinale e vaginale, ossia l’insieme di
microrganismi amici che lavorano (anche)
per tenerci in salute.
Favoriscono allora
l’emergere di ceppi patogeni e l’esplodere
della candida, come è successo a lei.
Questo germe, normalmente silente, in
presenza di fattori scatenanti, quali la somministrazione
di antibiotici, ma anche le
diete ricche di lieviti e zuccheri del tipo glucosio,
o i rapporti se il muscolo che circonda la vagina è contratto, passa alla forma
attiva, vegetativa, molto virulenta, chiamata
“ifa”, da cui dipendono tutti i sintomi
che la donna avverte.
E se l’antibiotico è necessario?
È opportuno limitare gli antibiotici ai casi
di assoluta necessità, perché si tratta di
farmaci potenti, i cui eff etti negativi (oltre
che curativi) possono farsi sentire a lungo.
Se l’antibiotico è necessario, e la donna ha
già avuto vaginiti da candida, prescrivo in
parallelo un antimicotico per bocca (per
esempio, fluconazolo o itraconazolo, a dosi
personalizzate) insieme ai probiotici, microrganismi
amici che aiutano a ripopolare
gli ecosistemi alleati della salute.
È comunque sempre il medico curante
che valuterà l’opportunità o meno di fare
questa profilassi, che andrebbe integrata
con tutte le altre attenzioni indispensabili
per ridurre i fattori individuali che esasperano
la vulnerabilità alle recidive.
Le ragioni del cuore
La vaginite recidivante da candida, che
peggiora dopo i rapporti e si complica con
l’infiammazione progressivamente grave
del vestibolo vaginale, è un forte stress per
la donna e per la coppia. La sensazione di
“non uscirne più”, di non trovare una terapia
efficace, di provare tanti farmaci e
proposte diverse, crea sconforto, depressione,
ansia, senso di solitudine.
Oltre agli
antibiotici, scatenano la candida i rapporti
intimi in particolari condizioni fisiche che
predispongono a microlesioni, specie se
esiste una tendenza geneticamente determinata
a sviluppare allergie anche nei confronti
di quantità minime di antigeni della
candida. Una reazione allergica eccessiva
è infatti più frequente nelle donne che sviluppano
vestibolite/Vp. In tal caso ci sono
tutti i sintomi della candida ma il tampone
vaginale è spesso negativo. Con una strategia
terapeutica adeguata è possibile riportare
la candida allo stato dormiente!