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lunedì 28 aprile 2025
 
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Influenza, come difendersi con dieta e sonno

08/01/2018  Per quest’anno, in Italia, sono previsti dai 4 ai 5 milioni di casi, dovuti a un solo virus circolante, accanto ad altri 8-10 milioni di contagi provocati da differenti sindromi respiratorie. È il momento di rafforzare il sistema immunitario...

Tosse, raffreddore, mal di gola e influenza. Tornano i malanni tipici della stagione fredda, talvolta causati da un’infezione di origine microbica e in altri casi dovuti a uno stato infiammatorio generato o peggiorato dagli sbalzi di temperatura. Così, il sistema immunitario viene messo a dura prova, anche perché l’inverno costringe a sostare per lungo tempo in ambienti chiusi e poco areati, dove i microrganismi patogeni possono riprodursi con facilità e aumentare il rischio di contagio.

«Le nostre difese operano come un esercito specializzato, che tiene lontani gli aggressori esterni come virus, batteri, funghi o parassiti, ma sa anche riconoscere le cellule che mostrano anomalie, come quelle tumorali», spiega il professor Carlo Francesco Selmi, responsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica presso Humanitas immuno center (www.humanitas.it) e docente presso l’Università degli studi di Milano. «Questa continua lotta si avvale di due tipologie di meccanismi, innati e adattativi: i primi sono presenti sin dalla nascita e hanno il compito di monitorare la presenza di qualsiasi microrganismo estraneo nell’organismo attivando dei sistemi di uccisione rapida, mentre i secondi operano in modo più selettivo, perché sono costituiti dagli anticorpi formati dopo il precedente incontro con uno specifico patogeno».

PER ESSERE PIÙ FORTI

Come possiamo rafforzare queste due “armate” in vista dell’inverno e renderle più efficienti nel contrastare infezioni e malattie? Il sistema immunitario innato può trarre giovamento da alcune buone abitudini, da mettere in pratica ogni giorno.

Seguire un’alimentazione varia ed equilibrata. Va rispettata la famosa regola delle cinque porzioni quotidiane di vegetali, due o tre di verdura e due o tre di frutta, dove per porzione si intende ad esempio un frutto intero (mela, pera, arancia) o 2-3 piccoli (albicocche, susine), un piatto abbondante di insalata, mezzo piatto di verdure cotte o crude, una coppetta di macedonia, un bicchiere di spremuta o centrifugato. A tavola non devono mancare neppure cereali integrali, semi oleosi, legumi e yogurt, mentre va limitata l’assunzione di cibi ricchi di grassi saturi. Alcuni alimenti poi hanno un potere antinfiammatorio dimostrato, come cacao, vino rosso e mirtillo rosso, da assumere in ogni caso con moderazione.

Rispettare un adeguato riposo notturno. Sonno e risposta immunitaria hanno una relazione profonda e reciproca, dalla quale dipendono ad esempio la classica sonnolenza che accompagna l’influenza oppure la ridotta efficacia di una vaccinazione se manca il giusto riposo nelle notti precedenti o in quella immediatamente successiva. A legarli sembrano essere alcune molecole prodotte dal sistema immunitario, le citochine (fra cui l’interleuchina-1), che difendono l’organismo dalle malattie: quando si dorme poco o male, la produzione di queste sostanze si riduce e, di conseguenza, aumenta il rischio di ammalarsi.

Praticare un esercizio fisico regolare. Bastano trenta minuti al giorno di esercizio moderato, come una corsa o una passeggiata a passo sostenuto, per rendere le cellule immunitarie più aggressive nei confronti degli agenti patogeni.

Prendersi cura di sé. Tenere sotto controllo il peso corporeo e la pressione arteriosa, non fumare, limitare il consumo di alcolici e condurre in generale una vita sana rende più forti.

«Non a caso, due anni fa, una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, Cell, ha pubblicato l’esito di uno studio condotto su alcune coppie di gemelli monozigoti che ha mostrato come, nonostante la condivisione dello stesso patrimonio genetico, il 75 per cento della risposta immunitaria dipenda da fattori non ereditabili, legati allo stile di vita e alle influenze ambientali», tiene a sottolineare il professor Selmi.

MEGLIO SE VACCINATI

  

Sull’immunità adattativa, invece, si può agire dall’esterno solamente con la vaccinazione, che – proprio come l’infezione vera e propria – induce lo sviluppo di anticorpi verso una determinata malattia, per esempio l’influenza. «Il vaccino rappresenta lo strumento primario e più efficace per prevenire l’epidemia influenzale. È sicuro, grazie ai rigorosi controlli che avvengono sia prima sia dopo l’immissione in commercio, ed è raccomandato soprattutto alle categorie a rischio, vale a dire i soggetti di età superiore ai 65 anni, anche se in buona salute; i pazienti obesi; le persone a frequente contatto con malati ad alto rischio; chi soffre di patologie croniche che predispongono a complicanze; gli operatori sanitari e quelli dei servizi essenziali, come vigili del fuoco o forze di polizia, e i soggetti immunodepressi, ovvero con ridotte difese immunitarie a causa di particolari terapie o per effetto di patologie».

Ma, al di là delle tradizionali malattie da raffreddamento, avere difese efficienti è essenziale anche per contrastare infezioni ricorrenti (come stomatiti, Herpes simplex, verruche cutanee, candidosi...), così come patologie dove l’infiammazione ha un ruolo scatenante (aterosclerosi, endometriosi e molte infertilità di coppia, ad esempio). «In generale, i principali segnali di un deficit immunitario sono infezioni frequenti e febbre persistente», elenca il professor Selmi. «Di fronte a questi disagi, bisogna correre ai ripari e correggere quegli aspetti della vita che possono aver determinato l’indebolimento delle difese».

FEBBRE IN AGGUATO

Ma ovviamente la protagonista dell’inverno sarà ancora una volta lei, l’influenza, con i suoi sintomi tradizionali: febbre elevata, superiore ai 38 gradi e a insorgenza brusca; dolori muscolari e articolari; tosse, mal di gola, naso che cola, congestione e secrezione nasale. Per quest’anno, gli esperti prevedono un’epidemia di media entità con un unico virus circolante, l’Hin1 pdm 09 (A/Michigan/45/2015), per cui si prevedono 4-5 milioni di contagi, accanto ad altri 8-10 milioni di casi scatenati da virus respiratori differenti.

«Molto dipenderà dal meteo, perché se l’inverno dovesse essere lungo e freddo sicuramente si avranno molti più pazienti influenzati», avverte il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università degli studi di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi. «Le basse temperature facilitano in vari modi la diffusione dell’influenza, sia perché costringono a trascorrere più tempo in luoghi chiusi dove esiste una maggiore possibilità di contagio, sia perché bloccano la cosiddetta clearance muco-ciliare, ossia paralizzano il movimento continuo delle ciglia presenti sulle cellule dell’apparato respiratorio, che muovono il muco dalle parti più profonde del polmone verso l’alto per portare all’esterno le particelle contaminanti. Il risultato è un blocco temporaneo che riduce la barriera protettiva e facilita la penetrazione dei virus». Al contrario, se l’inverno fosse più mite, a essere avvantaggiate saranno le “cugine” dell’influenza, cioè le sindromi parainfluenzali, come il raffreddore ad esempio.

UNO SCUDO NATURALE

  

In questa lotta, la novità degli ultimi anni è il progressivo spostamento verso i rimedi di prevenzione e cura naturali da parte di un’ampia fascia di utenti che prima utilizzava farmaci convenzionali. A sceglierli sono soprattutto le mamme per i propri bambini, ma in generale piacciono a tutti, forse per l’idea comune che siano privi di controindicazioni ed effetti collaterali. Ma è proprio così?

«Il fatto di essere estratti da fiori, piante, funghi e altri prodotti della natura non li rende innocui», tiene a sottolineare il dottor Roberto Pulcri, medico chirurgo esperto in agopuntura e omeopatia. «Il loro corretto utilizzo, in termini di posologia ma anche di effettiva necessità, va indicato da un medico o un farmacista e non può essere frutto del fai-da-te. Proprio come i farmaci, infatti, anche gli integratori possono essere dannosi in caso di sovradosaggio: per esempio, un eccesso di vitamina C può determinare disturbi a livello gastrointestinale e addirittura la formazione di calcoli renali, così come quello di astragalo rischia di provocare insonnia e talvolta tachicardia».

La maggior parte delle sostanze naturali sono adattogene, un termine introdotto nel 1947 dal medico e scienziato russo Nikolai Lazarev che indica la loro capacità di aumentare la resistenza dell’organismo nei confronti degli stress fisici e psichici.

«I risultati sono una maggiore energia, meno affaticamento e stanchezza, un più elevato tono dell’umore e una migliore resistenza alle malattie», assicura il dottor Pulcri. «Detto ciò, la loro assunzione dovrebbe essere riservata ai casi di effettivo bisogno, quando nonostante lo stile di vita equilibrato esiste una situazione di fragilità, come nei soggetti anziani, nei bambini in fase prescolare e nelle persone debilitate o particolarmente stressate».

ALCUNE SOSTANZE UTILI

I rimedi naturali possono essere efficaci soprattutto in fase di prevenzione, seppure ogni organismo abbia una personale assimilazione e un modo unico nel reagire a determinati impulsi esterni. In generale, comunque, la risposta immunitaria può essere potenziata grazie anche alle piante e non solo.

Echinacea. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The lancet infectious diseases e condotto su un gruppo di bambini in età prescolare (1-5 anni) ha registrato una diminuzione pari al 65 per cento degli episodi di raffreddore in quelli trattati con un estratto a base di echinacea. Questa e altre prove sperimentali consentono di attribuire alla pianta la capacità di ridurre i disturbi infettivi, sia di origine batterica che virale.

Propoli. Prodotta dalle api e composta in gran parte dalle secrezioni resinose raccolte sugli alberi, ha mostrato in diverse sperimentazioni di svolgere una potente attività antibatterica, ma anche un’azione antivirale e antinfiammatoria.

Astragalo. Molto usata nella medicina cinese come tonico e rinforzante, questa pianta è in grado di stimolare il sistema immunitario e renderlo più efficiente nei confronti dei virus che causano le più comuni malattie da raffreddamento, ma anche di quelli che determinano patologie più gravi, come l’influenza aviaria e l’epatite B.

Eleuterococco. Diversi studi scientifici hanno dimostrato i suoi effetti positivi nel migliorare la resistenza a stress, fatica, freddo e malattie: in inverno, può prevenire l’insorgenza di influenza, sinusite, patologie da raffreddamento e respiratorie, acute o croniche;

Uncaria Tormentosa. Liana della foresta amazzonica, è un altro scudo naturale per l’inverno da utilizzare nel trattamento di deficienze immunitarie, infezioni virali, allergie e malattie infiammatorie.

Ganoderma Lucidum. Grazie all’elevata quantità di tannini, questo fungo è apprezzato da secoli nel mondo orientale per le sue proprietà terapeutiche e oggi viene commercializzato sotto forma di integratori per contrastare le infezioni. Insieme ad altri funghi cinesi, come Shitake e Maitake, può essere utile nel prevenire le riacutizzazioni della bronchite cronica, soprattutto nei soggetti anziani.

«Utili sono anche ribes nero, rosa canina, linfa di betulla e oligoelementi come manganese, rame e zinco, ma l’ultima parola spetta sempre allo specialista, in grado di individuare il rimedio più idoneo», conclude il dottor Pulcri.

LE SENTINELLE DELLA SALUTE

  

Il bersaglio della risposta immunitaria è il cosiddetto antigene, che di solito è una molecola estranea (spesso una proteina) presente sulla superficie di batteri, virus o altri invasori. Siccome gli agenti infettivi possono penetrare nell’organismo in qualsiasi punto, i tessuti e gli organi dell’immunità sono disseminati lungo tutto il corpo e sono costituiti da adenoidi, tonsille, timo, milza, appendice, midollo osseo, placca di Peyer e innumerevoli linfonodi sparsi lungo il sistema linfatico.

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