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sabato 17 maggio 2025
 
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Benessere

Influenza: vero e falso

08/01/2015  Da dove vengono i virus? Vaccinarsi è proprio necessario? Perché chi soffre di problemi al cuore deve stare più attento? Ecco le risposte per affrontare al meglio questo male di stagione.

Vero  

Esistono varie influenze. I ceppi di virus sono numerosi e la di erenza principale è nella combinazione delle proteine di superficie. Nel 2009 abbiamo avuto il primo grande impatto con il ceppo AH1N1, parente dell’Asiatica del 1957, ed è stato distribuito un vaccino ad hoc; altri ceppi come AH5N1Hong Kong del pollame (che per ora non sembrano trasmettersi da uomo a uomo) riescono a uccidere.

Il virus influenzale è portato dalle anatre. Secondo ricerche Usa e cinesi, l’influenza segue l’andamento delle migrazioni dei volatili che lo trasportano e si ammalano esattamente come i polli d’allevamento.

L’influenza può far male al cuore. L’influenza può provocare sovrainfezioni batteriche come la miocardite, che possono colpire alcuni organi, tra cui anche il cuore.

Nell’ultimo anno l’influenza ha colpito meno. Abbastanza vero, o meglio, ha colpito di sicuro meno l’influenza stagionale a vantaggio del virus pandemico del 2009, la famosa AH1N1. Lo spiega il Morbidity and mortality weekly report: «Negli adulti di età inferiore ai 65 anni pH1N1 è stato il sottotipo predominante ed è risultato più grave a confronto di recenti stagioni influenzali, perché si sono verificati tassi di ospedalizzazione superiori».

L’influenza contagia anche senza i sintomi. Si è contagiosi dal momento in cui si contrae il virus, cioè durante l’incubazione che dura due giorni, E fino a quattro-cinque giorni dalla scomparsa dei sintomi. Questo vale per gli adulti.

Falso

I bambini guariscono prima. Gli adulti sono contagiosi fino al quartoquinto giorno dopo la fine della malattia, i bambini lo sono fino al decimo.

Si può prendere due volte la stessa influenza. Se l’influenza fosse sempre stabile, come accade per esempio per la varicella o il morbillo, si prenderebbe una volta sola. In realtà i soggetti si immunizzano contro un virus, che però muta e quando si ripresenta può essere sufficientemente diverso da aggredirli di nuovo.

L’influenza provoca diabete. No, ma in presenza di danno cardiovascolare può peggiorare alcune condizioni cardiocircolatorie alle quali i pazienti diabetici sono più soggetti. Esiste invece una correlazione tra diabete di tipo 1 (altrimenti detto giovanile), più aggressivo, e un altro virus, meno diffuso, il cocksackie, che dà sintomi parainfluenzali.

Il vaccino salva di più gli anziani. Pur essendo efficace anche nell’anziano sopra i 65 anni, lo è molto più nei giovani adulti (30-50 anni) che, una volta vaccinati, si stima evitino l’influenza nel doppio dei casi rispetto agli over 65. In ogni caso è buona regola che si vaccinino gli anziani, e in assoluto il massimo numero di cittadini per contenere la diffusione dell’infezione.

Il virus B è umano, quello A, invece, colpisce gli animali. Il virus B non contiene le proteine di superficie, ma la differenza con A è minima e gli effetti sono gli stessi. Il vaccino quadrivalente dovrebbe contenere in aggiunta un ulteriore ceppo di virus B.

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