I personaggi delle celeberrime tragedie di Shakespeare, Amleto, Otello e Macbeth, diventano oggetto di studio e di riflessione per il lavoro di AttivaMente che, dal 2005, si dedica a un’originale forma di teatro, l’infodrama. Jacopo Boschini, regista teatrale e counselor, Valerie Elisabeth Moretti, psicopedagogista, Massimo Gnocchi, direttore creativo e ideatore di storytelling transmediale, e l’attore Stefano Panzeri hanno dato vita a una forma di spettacolo finalizzato a informare gli spettatori sulla possibilità di conoscere meglio le proprie emozioni e bisogni (info), vivendo contemporaneamente una esperienza forte grazie al teatro (drama); infatti la compagnia prende spunto dalle tematiche universali, sempre attuali, presenti nelle opere di Shakespeare, per attivare un processo cognitivo nel pubblico.
La psicopedagogista Valerie Moretti spiega infatti: «per primi in Italia e in Europa, nell’infodrama colleghiamo strettamente una conferenza di psicologia a testi teatrali, offrendo così informazioni specifiche, ma senza disorientare il pubblico con una vera lezione: non proponiamo una conferenza spettacolo, cioè un artista o un conferenziere che spiega concetti con intermezzi musicali o recitativi, ma costruiamo un vero e proprio spettacolo interconnesso in cui recitazione, cognizione emotiva, immagini si fondono con precisi obbiettivi educativi.»
Così attraverso le parole di Shakespeare, in scena Boschini e Panzeri uniscono rispettivamente l’indagine psicologica alla recitazione di passi delle tragedie shakespeariane, accompagnati da istallazioni di Gnocchi. Consapevoli, infatti, dell’efficacia delle tecniche di teatroterapia e dramma terapia, già consolidate nel tempo, mostrano come i testi teatrali diventino occasione per un’indagine del proprio inconscio, così da ricavarne un giovamento e un benessere personale.
In Ti chiamerò Amleto, dedicato al rapporto tra padri e figli, e alle aspettative degli uni verso gli altri, Jacopo Boschini, citando anche alcuni episodi personali relativi a suo nonno, rinchiuso nei campi di concentramento, e a suo padre, recentemente scomparso, ammette di ritrovarsi nel dolore di Amleto per la morte del padre, e contemporaneamente, immedesimandosi nel personaggio, rielabora il suo lutto.
Mentre in Io sono quel che sono, ispirato ad Otello, Boschini intrattiene il pubblico, anche interrogandolo per parlare di innamoramento, gelosia, dominio delle emozioni, empatia. Raccontando infatti i punti salienti della tragedia shakespeariana, di cui alcune scene vengono recitate da Panzeri, spiega i meccanismi psicologici che inducono i personaggi della tragedia ad agire; collega poi le loro azioni con quelle reali di adolescenti e adulti che lo stesso Boschini ha seguito come formatore in educazione emotiva. Spiega poi il percorso che conduce Otello a compiere l’uxoricidio di Desdemona: la gelosia, che si nutre di immaginazione, provoca la rabbia, che è associata all’azione violenta. La rabbia è provocata dalla paura, che è l’emozione più profonda e difficilmente gestibile: per Otello diviene la paura di non essere amato dalla moglie in modo incondizionato, come accade solamente nell’amore totale di una madre.
Inoltre, Boschini racconta episodi della sua vita privata, del suo rapporto con la moglie e i suoi figli così da offrire concretezza e quotidianità alle sue teorie Passa poi in rassegna anche le emozioni provate dagli altri personaggi di Otello, Cassio, Iago, Desdemona, Emilia - che ha il doppio ruolo di confidente di Desdemona e di moglie di Iago -, così da presentare al pubblico una “rosa di emozioni” perché gli spettatori possano entrare in contatto con esse e legittimarle invece di reprimerle. Boschini descrive poi come si è comportato un padre, una volta scoperta la tossicodipendenza della figlia: differentemente da Otello, che ha agito d’istinto con la moglie ritenuta fedifraga, ha preso tempo per ragionare sull’accaduto e verificarne la veridicità, prima di decidere come comportarsi e come aiutare la figlia.
Gli spettacoli di AttivaMente vengono declinati sia per un pubblico adulto sia per le scuole all’interno di un progetto dal nome “Questo mostro amore” teso a sensibilizzare i ragazzi dei licei sulla violenza tra coetanei, situazione purtroppo drammatica che sta emergendo tra i giovani: «oggi i ragazzi non distinguono tra reale e virtuale - sottolinea Valerie Moretti - e non si rendono conto delle conseguenze delle loro azioni neppure in un rapporto di coppia: per gli adolescenti nulla è reale finché non è virtuale; per noi adulti sembra un controsenso, ma per loro, nella relazione amorosa, stare con un ragazzo/a significa scriverlo su Facebook o mettere lo “status” di fidanzato/a, o pubblicare su Instagram una foto insieme, così da rendere l’immagine da virtuale a pubblica, e solo in questo modo per loro la relazione diventa reale. Durante i nostri spettacoli, quindi, spieghiamo ai ragazzi la differenza tra l’intimo - che è la sfera solo personale in cui facciamo entrare poche persone, come se fosse la camera da letto -, il privato, cioè quello che viene mostrato agli amici più stretti, e il pubblico che, invece, è accessibile a tutti. Per la nostra generazione era più facile, poiché il pubblico e il privato erano distinti e anzi si tendeva a proteggere il proprio privato contrariamente a come accade oggi, a causa dei social network.»
Anche il prossimo spettacolo di AttivaMente, Macbeth. Di furia, rumore e di nulla, che debutterà al Teatro Sociale di Como il 23 marzo 2017, partirà dall’analisi dei bisogni di ognuno e dalle aspettative che si hanno quando si intraprende un percorso, sia affettivo, sia professionale. Boschini, infatti sottolinea, in base alla sua esperienza di interazione con persone insoddisfatte dei propri rapporti personali, che per stare bene con gli altri, è sempre necessario dichiarare le proprie aspettative, senza sentirsi giudicati, ma assumendosi la responsabilità di chiarire i propri bisogni profondi, così da migliorare il rapporto con il partner e con i familiari. Senza la pretesa di proporre una seduta terapeutica o di dare insegnamenti scientifici, AttivaMente idea una modalità divulgativa e nuova per proporre le parole immortali di Shakespeare che diviene la guida per gli spettatori, alla scoperta del proprio inconscio e di tutte quelle emozioni che spesso vengono nascoste o restano sconosciute fino a che, anche attraverso una piacevole serata a teatro, si può provare a riscoprirle.
MACBETH. DI FURIA, RUMORE E DI NULLA. Con Jacopo Boschini e Stefano Panzeri. Info: www.coopattivamente.it, 23 marzo 2017, Teatro Sociale di Como tel. 031.270170, mail: biglietteria@teatrosocialedicomo.it