Alzi la mano la mamma che non si sente (o non si è sentita) almeno un po’ sollevata dopo avere affidato il proprio piccolo alla maestra della materna (che si sia meritata, ovvio, la fiducia), con davanti a sé finalmente qualche ora di “libertà” da gestire in autonomia fino al momento di riprenderselo.
Ore da dedicare al lavoro, alla spesa, alla cura della casa e, perché no, qualche volta anche a se stessa.
Una decina di mamme dei piccoli alunni della materna Gulliver di Reggio Emilia si sono cimentate in un video su questo tema, cantando e suonando una canzone composta da un papà, lui stesso insegnante oltre che musicista. Il video, Inno Gulliver, è diventato subito virale, ottenendo in pochi giorni quasi 14.000 visualizzazioni. Lo trovate allegato a questo articolo.
Lo scopo era quello di divertirsi e divertire. Ne è nato un caso, più precisamente un “putiferio” che ha coinvolto genitori, dirigenti e insegnanti.
In altre parole, il brano composto da Manuel Vozzo e cantato dalle giovani mamme improvvisate “Spice girls”, in maglietta e jeans, è stato interpretato più o meno come un delitto di lesa maestà nei confronti del sistema delle scuole dell’infanzia di Reggio Emilia, la città che ha “gli asili più belli del mondo”, fotografati dai giapponesi, esaltati dagli americani, copiati e riveriti dall’Islanda a Cuba.
Il fatto è che la canzone, divertente e chiaramente goliardica, nasce come un inno all’asilo in questione, ma anche, e qui sta il punto dolente, come un canto liberatorio delle mamme “contente fin dalla mattina mentre scaldiamo il latte in cucina, perché pensiamo sempre al grande omaggio di stare sole fino al pomeriggio”.
Qui cambia l’immagine e il racconto. Si passa dalla cucina al salotto da “cartoon” con la mamma in relax sul tappeto mentre sfoglia una rivista. Poi il ritmo della musica ci porta in un ufficio modello con vetrate sui grattacieli di Manhattan “così potremo anche lavorare che a confronto andiamo a riposare, invece che tenerli dentro casa che ci distruggono qualsiasi cosa…”.
“Con questo video si trasmette un’immagine dei genitori, degli insegnanti e dei bambini che contiene stereotipi e non corrisponde ai valori che abbiamo cercato di trasmettere in cinquant’anni di lavoro” ha dichiarato al Resto del Carlino di Reggio Paola Cagliari, dirigente comunale dell’ Istituzione Scuole e Nidi dell’Infanzia e membro del consiglio scientifico di Reggio Children che si è affrettata a convocare maestre e genitori della scuola.
“Ci siamo sentite umiliate e offese”, le ha risposto sulle pagine dello stesso giornale una delle mamme “bacchettate”, Fabiola Gatti. “Noi per prime pensiamo che i nostri figli siano la priorità, il nostro cuore, la nostra vita”, ha aggiunto, “ma chi pensa alle madri?”.
In altre parole nessuno confonde la scuola, nemmeno la scuola materna, con un parcheggio, nessuno vuole mettere in discussione il valore del blasonatissimo sistema educativo firmato Loris Malaguzzi, ma un po’ d’ironia e un po’ di divertimento anche a noi mamme lavoratrici sarà concesso oppure no, sembrano chiedere le protagoniste del video.
Compreso lo sfogo di cantare in allegria ai propri figli “voglio stare sola, ti prego oggi stai a giocare a scuola”.