Nel fotomontaggio, da sinistra: il presidente d'Israele Shimon Peres, il presidente della palestina Abu Mazen e papa Francesco.
«Non scoppierà improvvisamente la pace, ma questo incontro è importante per riaprire la strada, per cambiare l'atteggiamento, per ricreare un clima di dialogo. E' un momento di sospensione della politica per poter alzare lo sguardo verso l'Alto e poi tornare a guardare la Terra Santa». Padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa spiega, insieme con padre Federico Lombardi, il senso dell'invocazione di pace cui sono stati invitati il presidente israeliano Shimon Peres e quello palestinese Mahmoud Abbas. «Non ci sono sincretismi, non si prega insieme, ma si sta insieme per pregare», spiegano in sala stampa vaticana. Per questo la preghiera sarà articolata in tre distinti momenti seguendo l'ordine cronologico delle tre religioni: ebraismo, cristianesimo, islam.
L'arrivo dei due presidenti a Santa Marta è previsto a distanza di 15/20 minuti l'uno dall'altro, attorno alle 18.15 e 18.30. Il Papa li riceve entrambi separatamente all'ingresso e si intrattiene con loro. Alle 18.45 nella hall di Santa Marta il Papa e i due presidenti si incontrano insieme e si unisce a loro il patriarca Bartolomeo. Tutti e quattro insieme si recano poi al luogo della celebrazione, un prato triangolare posto tra la Casina Pio IV e i Musei Vaticani. La punta del prato, separato da due alti siepi, è rivolta verso la basilica di San Pietro. E' qui che si sistemeranno il Papa con alla destra Peres e alla sinistra Abbas, mentre il patriarca avrà una sede distinta.
Sui due lati lunghi le delegazioni, ciascuna di 15/20 persone, e i cantori. La delegazione israeliana avrà rappresentanti ebrei, cristiani, musulmani e drusi, quella palestinese cristiani e musulmani. Ciascuno pregherà secondo la sua fede a prescindere dalla rispettiva nazionalità. «I due presidenti», ha ricordato il custode di Terra Santa, «non sono uomini religiosi, ma credenti e ognuno di loro rappresenta anche i cittadini del proprio Paese credenti di altre religioni.
Le preghiere avranno la stessa scansione per tutte e tre le religioni: la creazione, la richiesta di perdono e l'invocazione di pace. In ciascun momento, il primo in lingua ebraica, il secondo in inglese e italiano, il terzo in arabo, alle preghiere seguirà un passaggio musicale della tradizione propria di ciascuna religione.
Alla fine il Papa interverrà con una sua invocazione e chiederà ai due presidenti di rivolgere anch'essi la loro. Parlerà prima Peres e poi Abbas. Seguirà un gesto di pace nel quale sarà coinvolto anche il patriarca Bartolomeo e sarà piantato un albero di ulivo.
Alla fine della celebrazione, che dovrebbe durare poco più di un'ora, le delegazioni saluteranno i quattro. Il Papa, Bartolomeo I e i due presidenti si recheranno, da soli, alla sede dell'Accademia delle Scienze per un incontro riservato. Infine i due presidenti lasceranno il Vaticano e papa Francesco e Bartolomeo si ritireranno a Santa Marta.