Le scrivo per raccontarle quanto mi è successo qualche tempo fa, prima di Natale. Sono la zia di un ragazzo di 23 anni, che è molto legato a me, e quando viene a trovarmi si confida con molta libertà. Dalla scorsa primavera è finita la sua storia con una ragazza che durava da tre anni: per lui è stata un’esperienza difficile perché, anche se capiva che non era la persona giusta per lui, tuttavia l’amava molto.
Nel frattempo però si è laureato e ha iniziato la magistrale. A novembre in palestra ha incontrato una ragazza che lo ha molto colpito, e ha iniziato a frequentarla. È una studentessa fuori sede; una sera, accompagnandola a casa sua, si sono baciati e sarebbero anche andati oltre se lei non avesse detto a mio nipote che al suo paese è fidanzata. Mio nipote si è ritratto e le ha detto che non vuole più proseguire, per rispetto del ragazzo e anche di lei. Lei è tornata al paese per Natale e gli ha scritto ancora, ma lui è stato distaccato, rispiegandole che non se la sente. Sono orgogliosa di come si è comportato e di come ha saputo controllarsi. Che ne pensa? La prego di non pubblicare il mio vero nome: non vorrei che mio nipote smettesse di parlare con me.
E.
— Cara Elena,condivido il tuo giudizio positivo su questo ragazzo che ha dimostrato la sua rettitudine, e anche la sua capacità di autocontrollo. Segno che la sessualità degli adolescenti e dei giovani non è quella che tanti di noi adulti pensano, spontanea e libera da ogni vincolo, caratterizzata solo dall’esplorazione del piacere. Una lettura della sessualità giovanile che sembra anche risentire di una certa enfasi da parte di molti adulti, come se ci fosse in loro nostalgia di giovinezza e anche un po’ di invidia.
Al contrario, la sessualità dei ragazzi è anche accompagnata da pensieri e riflessioni che sono il risultato di un’educazione non solo alla sessualità in senso stretto, ma anche all’attenzione verso l’altro e al senso di responsabilità. Di questi due valori si parla in generale, o in riferimento ad ambiti specifici come lo studio o il lavoro. Meno nelle relazioni affettive. Anzi, ho l’impressione che questi argomenti raramente facciano parte delle conversazioni tra genitori e figli.
Forse perché la sfera delle relazioni amorose e della sessualità da un lato risente di un certo imbarazzo e pudore, dall’altro richiede agli adulti un atteggiamento più di ascolto e di scambio di riflessioni che non di insegnamento in base alla propria esperienza. I comportamenti di questi ragazzi sono spesso molto diversi da quelli messi in atto dai padri e soprattutto dalle madri.
Confrontarsi più direttamente con un modello di sessualità femminile differente da quello tradizionale, come quello presentato nella lettera, può suscitare disagio e smarrimento. Sono sentimenti che possono provocare molte reazioni, oscillanti tra la riaffermazione pura e semplice dei valori tradizionali e l’accettazione in nome della “modernità”. Meglio invece accompagnare nella ricerca del significato di certe scelte, senza risposte prefissate o pregiudizi.