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domenica 16 febbraio 2025
 
Colloqui
 

Daniel Barenboim: «I bambini salveranno la musica»

04/11/2021  Il maestro torna alla Scala per alcuni concerti e parla degli effetti della pandemia sui giovani e la musica. La sfida è formare nuove generazioni di appassionati

Daniel Barenboim torna alla Scala, della quale è stato Maestro scaligero dal 2005 al 2014, con un ricco programma di esibizioni (sul podio e alla tastiera) che lo vedranno impegnato anche nei prossimi mesi: “un’emozione per me, perché qui ho avuto un rapporto bellissimo con il Teatro e con l’orchestra. Anche perché la lingua italiana è essenziale per comprendere la musica: e le orchestre italiane hanno questo grande vantaggio rispetto a quelle straniere che non capiscono a fondo il significato di tanti termini.”

Impegnato da sempre con le più grandi formazioni del mondo, direttore di importantissimi teatri, organizzatore e intellettuale sempre pronto a intervenire sui temi che gli stanno a cuore, Barenboim ha da sempre focalizzato il suo impegno sui giovani: ed è normale che il discorso ricada molto su di loro. A partire dagli effetti della pandemia: “il Covid è stato un dramma e certamente non solo per il mondo dello spettacolo. Anche se la musica in Germania è stata trattata con generosità dal Governo, le conseguenze sono state pesanti: sia per i giovani che non hanno potuto inserirsi nel mondo del lavoro, sia per quelli che si erano da poco inseriti nelle orchestre e hanno visto subito troncata la loro esperienza. Ma sono convinto che si trascuri uno degli effetti più drammatici di questa pandemia: quello delle sofferenze psicologiche patite da giovani, bambini, anziani.”

E il futuro? “A questo punto noi dobbiamo ripensare la nostra vita musicale. E credo che per farlo dobbiamo concentrarci sull’educazione dei bambini. Da dove verrà il pubblico di domani senza l’educazione? Cosa accadrà quando il nostro pubblico si esaurirà? E questo credo valga per la cultura in generale, non solo per la musica. Ma ad essere i meno attenti a questo problema e a guardare meno degli altri al futuro purtroppo sono soprattutto i politici.”

Altro punto fermo dei suo impegno sono i ragazzi della West-Easten Divan Orchestra (che riporterà in Italia a maggio 2022), fondata con Edward Said nel 1999 per riunire strumentisti israeliani e palestinesi: “Non esiste più la figura del dittatore dal podio: io posso dare un’indicazione ad uno strumentista. Ma se lui non la segue o non può seguirla io che cosa ci posso fare? Nulla. Per me dunque l’esperienza più bella è quella che faccio con i miei ragazzi della Divan Orchestra. Perché se chiedo loro una cosa non mi rispondono che la fanno o non la fanno, ma vogliono sapere il perché la devono fare. E questo mi rende felice. Devo dire che da ogni orchestra diretta io ho imparato qualche cosa, ma sono stati i ragazzi ad insegnarmi più cose”.

E la Said-Barenboim Akademie di Berlino?, gli chiediamo: “l’Accademia che ho creato a Berlino è un altro motivo di felicità per me e forma i giovani di tutto il mondo: da una parte li prepara a lavorare all’interno delle grandi orchestre che li hanno assunti, perfezionadoli. Dall’altra a diventare strumentisti in orchestra. Con lo sbocco diretto nella Divan. E nella loro formazione ho voluto che non ci fosse solo la musica, ma tutto ciò che sta intorno alla musica. La filosofia per esempio.”

C’è però una nota amara in tutto questo, e riguarda l’attualità. “Sì, perché i giovani che si formano provengono anche da Israele e dalla Palestina. E purtroppo sono testimoni di una situazione che va peggiorando di giorno in giorno. Si sentono perduti per questa ragione. Del resto la Divan è un’esperienza che viene apprezzata e discussa in misura uguale in Israele e Palestina. E questo mi dimostra è che un progetto giusto. Ma purtroppo la cosa non interessa ai politici. Non è un progetto che li riguardi. Noi non riusciamo ad influenzare nulla. Ho almeno la soddisfazione che una quindicina di elementi della Divan sono stati assunti stabilmente dalla Israel Philarmonic”.

Barenboim non demorde. E al futuro continua a pensare: “15 anni fa ho creato un asilo con l’insegnamento della musica. A distanza ho chiesto quale fosse la presenza della musica nella vita dei bambini di allora ora che sono passati molti anni: e mi hanno detto che la percentuale è dell’80%. Naturalmente non a livello professionale. Per questa ragione da 2 mesi ho avviato un nuovo progetto: la musica dall’asilo alla laurea”.

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