«Non siamo certo una corrente. Da noi queste cose non esistono. Io non sono il portavoce dell’ala cattolica del Movimento ma mi sono fatto interprete delle insofferenze di un gruppo di militanti cattolici nei confronti di alcuni parlamentari in occasione dell’approvazione della legge sull’omofobia alla Camera».
L’avvocato Paolo Palleschi del Foro di Roma è un militante grillino, assiduo frequentatore del forum online del Movimento romano. Il 23 settembre scorso, dopo l’approvazione alla Camera della legge sull’omofobia, ha inviato ai parlamentari grillini una lettera aperta a nome degli «attivisti cattolici del Movimento 5 Stelle» di Roma per criticare la protesta inscenata sui banchi di Montecitorio quando alcuni deputati si sono baciati tra di loro per sostenere la legge. «I gesti dimostrativi vanno pure bene ma non si può scadere nell’avanspettacolo», spiega.
Ora è il momento della legge Bossi-Fini sull’immigrazione. Va abolita, secondo lei?
«Da avvocato, oltre che da militante, ho detto ad alcuni amici che la posizione dei parlamentari che vogliono abolirla non è imprudente o irresponsabile ma semplicemente parte dalla valutazione che il ritenere penalmente sanzionabile alcune condotte non ha alcuna efficacia né dal punto di vista repressivo né da quello preventivo. L’immigrazione clandestina va combattuta con altri strumenti come l’espulsione amministrativa. Lo vedo nel mio lavoro di avvocato, questa legge non ha avuto un grande riscontro a livello di efficacia. Ha prodotto soltanto un ingolfamento delle aule di giustizia. Il fenomeno drammatico degli sbarchi andrebbe affrontato con l’aiuto dell’Europa e soprattutto con strumenti repressivi e di rigore ma di prevenzione, dagli accordi con i paesi d’origine al controllo delle frontiere».
Grillo e Casaleggio però hanno sconfessato i due senatori, Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi, che mercoledì hanno proposto in Commissione Giustizia al Senato un emendamento per abolire il reato di immigrazione clandestina. Da cattolico cosa ne pensa?
«Personalmente sono molto critico nei confronti della legge Bossi-Fini e credo che sia giusto rivederla non in funzione ipergarantista o lassista. Detto ciò, ha fatto bene Grillo a fare questo richiamo perché l’abolizione del reato di clandestinità, in effetti, non era nel programma del Movimento, né si è mai discusso su questo tema nei gruppi parlamentari o tra la base. Dal punto di vista del metodo, la sua uscita mi sembra corretta e in linea con quanto detto da noi cattolici sulla legge antiomofobia».
Cioè?
«In quel caso anche noi abbiamo contestato il metodo perché quella norma non era tra i punti del programma e all’interno del Movimento nessuno ha mai discusso o interpellato la base per sapere cosa ne pensasse».
Se i due casi sono simili perché all’indomani dell’approvazione della legge sull’omofobia Grillo non è intervenuto a sconfessare i suoi che l’avevano difesa e approvata in Aula accompagnandola ad un bacio gay?
«A volte il silenzio assordante è più efficace di un grido. Evidentemente sull’immigrazione, che è un tema delicatissimo, Grillo ha ritenuto di dover intervenire con una presa di posizione molto più netta e chiara».
Ma su immigrazione, ius soli, nozze gay qual è la posizione ufficiale del Movimento? «Casaleggio in un’intervista ha detto che su questi temi non c’è una posizione ufficiale perché non sono nel programma. Ha ribadito, inoltre, che le priorità per i nostri parlamentari erano e restano i 20 punti dell’agenda Grillo: reddito di cittadinanza, abolizione dei rimborsi elettorali…».
Ma quanti sono e chi sono i parlamentari cattolici del Movimento?
«Noi, come attivisti cattolici romani, non abbiamo un punto di riferimento in questo o quel deputato o senatore. Come gruppo siamo ancora in fase di rodaggio e dobbiamo conoscerci meglio. Quel che posso dire è che i parlamentari cattolici all’interno del Movimento ci sono e alcuni si sono anche espressi in questi termini. Non faccio nomi perché non mi sembra giusto dare patenti di cattolicità a nessuno».
Sulla legge anti-omofobia, però, si sono fatti sentire poco. O no?
«Non erano sufficientemente preparati e non hanno compreso la negatività di questo provvedimento. A mio avviso, di questa questione si sono occupati soltanto alcuni parlamentari che hanno particolarmente a cuore le tematiche e i diritti delle persone omosessuali e hanno influenzato il resto del gruppo parlamentare che l’ha seguito non dico distrattamente ma senza ponderare le proprie scelte».
Perché non siete d’accordo sulla legge contro l’omofobia?
«Non capisco quale sia lo scopo. Da operatore del diritto dico che è una presa per i fondelli perché grazie a Dio nel nostro paese le violenze e le condotte lesive ai danni di persone omosessuali sono rarissime. E i giornalisti quando accadono questi episodi ne danno, giustamente, ampio risalto. Saranno 5-10 casi all’anno, non di più. Comunque minimo rispetto all’ampiezza di altri fenomeni come la violenza sulle donne, sui minori o gli incidenti sui luoghi di lavoro. Questa è una posizione di molti militanti 5 Stelle non solo cattolici ma anche laici. È una legge inutile dal punto di vista della politica criminale e soprattutto, questo è il mio sospetto, strumentale perché, in maniera poco trasparente e implicita, si vuole arrivare, in futuro, al matrimonio paritario. Questo modo di fare, cioè far approvare leggi per costruire un humus culturale idoneo per altre iniziative legislative non è nello stile del Movimento 5 Stelle la cui azione politica è e deve essere improntata a criteri e valori di trasparenza e limpidezza».
Voi militanti cattolici avete dato vita ad un gruppo organizzato?
«Siamo un gruppo di persone abbastanza numeroso e stiamo organizzando una serie di iniziative per dare rilievo alla cultura cattolica. Vogliamo farci sentire, non stiamo certo in un angolino. Se qualcuno vuole far prendere al Movimento una deriva iperlaicista, anticattolica o, peggio ancora, antireligiosa si sbaglia di grosso».