L'esercitazione per l'evacuazione dalla scuola a Leopoli.
Dalla nostra inviata in Ucraina
A Leopoli, nell’istituto scolastico accanto alla Casa dei salesiani è il momento dell’esercitazione per l'evacuazione dall'edificio in caso di necessità. La scuola comprende 780 allievi dalla primarie alla superiori. «Non abbiamo un bunker predisposto, così i salesiani ci prestano un loro spazio sotterraneo che usiamo come rifugio anti-aereo», spiega la direttrice. Alle 9,30, al suono della campanella dell’allarme, gli alunni escono, classe per classe, e si dispongono in fila all’esterno, in modo rigoroso e disciplinato. Poi, sempre con lo stesso ordine, si muovono verso il rifugio. I ragazzi, ci spiegano dalla scuola, sono stati istruiti a non creare il panico e a seguire le indicazioni con calma e precisione.
«Normalmente le esercitazioni si fanno due volte all’anno», spiega don Andriy Bodnar, direttore della Casa salesiana di Leopoli e vicario del superiore provinciale, «da qualche tempo si eseguono molto più spesso: negli ultimi due mesi qui sono state cinque. Quando è cominciata l’escalation delle tensioni nell’Ucraina orientale sono iniziati gli allarmi bomba. Nell’ultimo mese ce ne sono stati già due he hanno riguardato tutte le scuole della città. Negli ultimi due mesi si sono registrate chiamate per allarmi per 10mila scuole in tutta l’Ucraina. Non solo scuole, ma anche centri commerciali, edifici e strutture dove si assembrano molte persone. Tutto questo per diffondere il panico».
Leopoli è nell’estremo occidente dell’Ucraina, vicina alla Polonia. Mentre giungono notizie che Mosca sta ritirando parte delle truppe russe dalla linea di confine e il minsitro degli Esteri italiano Luigi Di Maio arriva in visita a Kiev, Andriy Sadovyi, 54 anni, sindaco di Leopoli da quindici anni, profondamente cattolico in una città permeata di cattolicesimo, racconta come da mezzo anno la città si stia preparando a una eventuale situazione di emergenza con un piano generale di risposta e protezione. . «Da otto anni siamo in uno stato di guerra. Noi a Leopoli abbiamo creato artificialmente una situazione in cui in tutta la città cade l’energia elettrica e abbiamo trasportato l’acqua da una distanza di 100 chilometri fino a Leopoli. Così oggi siamo in grado di portare acqua sanitaria in città anche senza elettricità, nel caso la fornitura dovesse interrompersi. Abbiamo predisposto una scorta di medicinali per tre mesi e provviste di sacche di sangue. Lo facciamo perché la Russia ha avuto, ha e avrà sempre una posizione aggressiva verso l’Ucraina».
Oggi Leopoli - che il sindaco definisce «l'anima dell'Ucraina, mentre Kiev ne è il cuore» - è una delle città ucraine più tranquille, secondo il primo cittadino. «Qui ha sede il consolato del Canada, oggi hanno cominciato a lavorare anche l’ambasciata degli Stati Uniti, il consolato della Germania e quello dell’Australia. Presto anche Israele sposterà la sua rappresentanza diplomatica qui». La scorsa settimana Sadovyi è stato nella regione di Luhansk, nella parte orientale del Paese: «Da lontano si vedevano gli occupanti. Ho parlato con i soldati, loro sono tranquilli, sicuri delle loro forze e non c’è preoccupazione per un attacco. Il panico ce l’hanno quelli che leggono le notizie solo su internet e si formano un pensiero sbagliato».
Dallo scorso gennaio, racconta ancora il sindaco, è stata attivata un’iniziativa per i cittadini di Leopoli su come difendersi e reagire a situazioni particolari. «Ad esempio insegniamo loro come prestare i primi aiuti medici di emergenza e anche a sparare. Con queste esercitazioni per l’autodifesa la preoccupazione e le paure se ne vanno. Viviamo in un mondo fragile, fatto di cristallo. L’importante è fare le scelte giuste, preparare la città per le situazioni di necessità, lavorare con la gente, gioire ogni giorno della nostra vita». E aggiunge: «L’Ucraina ha l’indipendenza da trent’anni, un tempo molto breve. Abbiamo tanti problemi, però ne siamo coscienti. Bisogna quindi rispondere in modo mduro e forte alla Russia. Mosca deve occuparsi del suo Paese e non pretendere di insegnare all’Ucraina che cosa deve fare».
(Nella foto in alto: il sindaco di Leopoli Andriy Sadovyi (a sinistra) con don Andriy Bodnar, salesiano).