(Foto Reuters)
«È venuto a portarci la speranza, a ricordarci che dobbiamo tornare a essere un’isola verde e non rossa per gli incendi». Padre Giustino Ranaivomanana, 52 anni - «ma non so la mia vera data di nascita perché, abitando in campagna, sono stato registrato molte tempo dopo la mia nascita») - direttore della Caritas della diocesi malgascia di Antsirabè non nasconde l’emozione per la visita del Papa nel suo Paese. «Non sono potuto andare ai primi incontri perché mi ero impegnato a celebrare un matrimonio, ma sarò presente a tutti gli altri. Sono rimasto colpito dalla grande folla che ha salutato il Pontefice lungo i 17 chilometri che dall’aeroporto lo hanon condotto in nunziatura»
Perché tutto questo entusiasmo?
«Perché speriamo che possa renderci più uniti. A salutarlo, ma anche agli altri incontri e persino alla messa si è iscritto un buon dieci per cento che non è cattolico, ma di altre confessioni religiose. Questo perché, mentre ci sentiamo divisi dalla politica, speriamo che le religioni possano invece unirci. Di questo abbiamo bisogno come popolo. Vediamo nella visita del Papa una benedizione per tutto il Paese. Francesco è venuto a ridarci speranza e pace».
Lei lavora nella Pastorale sociale da otto anni. Quali sono gli ostacoli maggiori?
«L’ignoranza. Il 40 per cento della popolazione è analfabeta, soprattutto nelle zone rurali. Questo significa che i contadini, per esempio, lavorano tantissimo, ma, nonostante gli ingenti sforzi producono poche cose e di pessima qualità. Non sanno cosa significa davvero custodire la natura».
Cosa fa la Chiesa?
«Un grande aiuto ci è venuto dalla Laudato si’. La stiamo studiando in tutto il Paese. In particolare nella mia diocesi, come Caritas, abbiamo smesso di dare aiuti economici. Ci stiamo concentrando, invece, sulla formazione. Stiamo cercando di far comprendere cosa significhi sviluppo sostenibile. Cerchiamo di migliorare la qualità delle coltivazioni nel pieno rispetto dell’ambiente. Sapendo che questo significa custodire, insieme con il dono della terra, quello della vita stessa dell’uomo».